Il volume presenta l’edizione moderna del "Sesto libro de madrigali a cinque voci" di Giovan Domenico Montella. La stampa napoletana del 1603 è l’unica nota: non si ha notizia di manoscritti né di eventuali ristampe. L’edizione moderna è dunque un lavoro originale che si basa su esemplari conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e nella Biblioteca del Conservatorio di Napoli. Altri esemplari, incompleti, sono stati consultati: Bibliothèque Nationale de France; Archivio di Stato dell’Aquila (Fondo Dragonetti de Torres). Il volume è articolato in due parti: Introduzione storico-critica, in due capitoli; edizione dei madrigali. Il primo capitolo nell’Introduzione contestualizza la figura del compositore, attivo nella cappella vicereale nell’ultimo decennio del Cinquecento. Nato verso il 1570 e deceduto non oltre il 1607, Montella si afferma come uno dei madrigalisti di prima sfera nella Napoli tra Cinque e Seicento, accanto a Carlo Gesualdo, principe di Venosa, il fiammingo Giovanni de Macque e Scipione Dentice. Si ripercorre la vicenda editoriale dell’intera produzione di Montella, sacra e profana, alla luce dei rapporti intercorsi sia con i librai-editori sia con i committenti e patrocinatori; dei dieci libri di madrigali si esaminano i caratteri tipografico-editoriali, i tratti compositivi salienti, le scelte poetiche (considerate anche in rapporto alle scelte di altri musicisti coevi, napoletani e no). Il secondo capitolo descrive l’edizione del VI libro (1603) nei suoi aspetti tipografico-editoriali; si addentra nell’interpretazione del frontespizio figurato, riccamente decorato e contraddistinto da un’illustrazione carica di elementi simbolici e mitologici (sotto questo profilo l’edizione del 1603 costituisce un 'unicum' nella produzione di Montella). Si approfondisce la figura del dedicatario del "Sesto libro", il nobile aretuseo Giacomo Buonanno e Colonna (1580 ca. - 1636), letterato e storico, autore del trattato "Dell’antica Siracusa illustrata" (Messina, Pietro Brea, 1624). Si riportano i testi poetici dei madrigali del "Sesto libro", tutti adespoti salvo uno ("La misera farfalla", di Giacomo Casone da Oderzo, ca. 1528 - 1592). Si espongono infine i criteri di trascrizione delle musiche, e dei testi poetici sotto alle musiche. L’apparato critico conclude il capitolo. I madrigali trascritti, in totale ventuno, sono numerati da I a XVI, in ragione del fatto che cinque di essi sono accoppiati in Prima e Seconda parte. Nell’insieme il volume è innovativo perché riattiva le ricerche sul madrigalista Giovan Domenico Montella, dopo ventidue anni dalla seconda e per ora ultima edizione moderna d’uno dei suoi dieci libri di madrigali ("Settimo libro", a cura di Iole Di Gregorio, 1990; "Primo libro", a cura di Chih-Hsin Chou, 2001). La presente ricerca si inserisce in una augurabile ripresa degli studi musicologici sul madrigale napoletano, argomento assai battuto negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, ma poi generalmente trascurato (con la scontata eccezione della personalità più eminente, Carlo Gesualdo).

Giovan Domenico Montella. Sesto libro de madrigali a cinque voci (1603)

Carla Cuomo
2023

Abstract

Il volume presenta l’edizione moderna del "Sesto libro de madrigali a cinque voci" di Giovan Domenico Montella. La stampa napoletana del 1603 è l’unica nota: non si ha notizia di manoscritti né di eventuali ristampe. L’edizione moderna è dunque un lavoro originale che si basa su esemplari conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e nella Biblioteca del Conservatorio di Napoli. Altri esemplari, incompleti, sono stati consultati: Bibliothèque Nationale de France; Archivio di Stato dell’Aquila (Fondo Dragonetti de Torres). Il volume è articolato in due parti: Introduzione storico-critica, in due capitoli; edizione dei madrigali. Il primo capitolo nell’Introduzione contestualizza la figura del compositore, attivo nella cappella vicereale nell’ultimo decennio del Cinquecento. Nato verso il 1570 e deceduto non oltre il 1607, Montella si afferma come uno dei madrigalisti di prima sfera nella Napoli tra Cinque e Seicento, accanto a Carlo Gesualdo, principe di Venosa, il fiammingo Giovanni de Macque e Scipione Dentice. Si ripercorre la vicenda editoriale dell’intera produzione di Montella, sacra e profana, alla luce dei rapporti intercorsi sia con i librai-editori sia con i committenti e patrocinatori; dei dieci libri di madrigali si esaminano i caratteri tipografico-editoriali, i tratti compositivi salienti, le scelte poetiche (considerate anche in rapporto alle scelte di altri musicisti coevi, napoletani e no). Il secondo capitolo descrive l’edizione del VI libro (1603) nei suoi aspetti tipografico-editoriali; si addentra nell’interpretazione del frontespizio figurato, riccamente decorato e contraddistinto da un’illustrazione carica di elementi simbolici e mitologici (sotto questo profilo l’edizione del 1603 costituisce un 'unicum' nella produzione di Montella). Si approfondisce la figura del dedicatario del "Sesto libro", il nobile aretuseo Giacomo Buonanno e Colonna (1580 ca. - 1636), letterato e storico, autore del trattato "Dell’antica Siracusa illustrata" (Messina, Pietro Brea, 1624). Si riportano i testi poetici dei madrigali del "Sesto libro", tutti adespoti salvo uno ("La misera farfalla", di Giacomo Casone da Oderzo, ca. 1528 - 1592). Si espongono infine i criteri di trascrizione delle musiche, e dei testi poetici sotto alle musiche. L’apparato critico conclude il capitolo. I madrigali trascritti, in totale ventuno, sono numerati da I a XVI, in ragione del fatto che cinque di essi sono accoppiati in Prima e Seconda parte. Nell’insieme il volume è innovativo perché riattiva le ricerche sul madrigalista Giovan Domenico Montella, dopo ventidue anni dalla seconda e per ora ultima edizione moderna d’uno dei suoi dieci libri di madrigali ("Settimo libro", a cura di Iole Di Gregorio, 1990; "Primo libro", a cura di Chih-Hsin Chou, 2001). La presente ricerca si inserisce in una augurabile ripresa degli studi musicologici sul madrigale napoletano, argomento assai battuto negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, ma poi generalmente trascurato (con la scontata eccezione della personalità più eminente, Carlo Gesualdo).
2023
156
9788855431859
Carla Cuomo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/913559
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