Carlo Andrea Gambini è stato una tra le figure di riferimento del panorama musicale genovese, e più in generale italiano, di metà Ottocento. Fu pianista apprezzato e compositore prolifico il cui catalogo spazia dalla musica per pianoforte a quella da chiesa, dal melodramma alla produzione cameristica.2 Nel 1845 iniziò una fruttuosa collaborazione con la «Gazzetta Musicale di Milano» e con altri periodici italiani.3 Penna mordace, nell’arco di poco meno di vent’anni Gambini pubblicò più di centocinquanta articoli tra recensioni a spettacoli e commenti alle novità editoriali pubblicate da Ricordi e Lucca. Nei suoi scritti formulò un proprio ideale estetico che mirava a cogliere nelle composizioni il rigore “accademico” della forma e dell’impianto armonico, e s’impegnò in una strenua difesa del “gusto italiano”. Svolse al contempo un ruolo determinante, complice fors’anche la sua attività di critico, nella diffusione del repertorio a lui contemporaneo. In breve tempo il salotto di casa Gambini divenne uno tra i principali ritrovi musicali cittadini. Il suo orizzonte musicale guardava oltre il provincialismo genovese, con vivo interesse per la produzione d’Oltralpe che Gambini fece propria e tradusse in uno stile pianistico personale in cui si riscontrano echi dell’opera di Chopin, Thalberg, Liszt, Schumann, Beethoven e Mendelssohn. In àmbito vocale, guardò ai colleghi italiani Donizetti, Bellini, Mercadante, Rossi, e in parte a Verdi, al quale tuttavia rimproverava taluni “eccessi”. Tra i compositori d’oltralpe nutriva grande ammirazione per Meyerbeer. L'articolo propone una prima ricognizione biografico sul compositore genovese.
Tra Paganini e Sivori: Carlo Andrea Gambini, compositore genovese (1819-1865) / Davide Mingozzi. - STAMPA. - (2020), pp. 101-111.
Tra Paganini e Sivori: Carlo Andrea Gambini, compositore genovese (1819-1865)
Davide Mingozzi
2020
Abstract
Carlo Andrea Gambini è stato una tra le figure di riferimento del panorama musicale genovese, e più in generale italiano, di metà Ottocento. Fu pianista apprezzato e compositore prolifico il cui catalogo spazia dalla musica per pianoforte a quella da chiesa, dal melodramma alla produzione cameristica.2 Nel 1845 iniziò una fruttuosa collaborazione con la «Gazzetta Musicale di Milano» e con altri periodici italiani.3 Penna mordace, nell’arco di poco meno di vent’anni Gambini pubblicò più di centocinquanta articoli tra recensioni a spettacoli e commenti alle novità editoriali pubblicate da Ricordi e Lucca. Nei suoi scritti formulò un proprio ideale estetico che mirava a cogliere nelle composizioni il rigore “accademico” della forma e dell’impianto armonico, e s’impegnò in una strenua difesa del “gusto italiano”. Svolse al contempo un ruolo determinante, complice fors’anche la sua attività di critico, nella diffusione del repertorio a lui contemporaneo. In breve tempo il salotto di casa Gambini divenne uno tra i principali ritrovi musicali cittadini. Il suo orizzonte musicale guardava oltre il provincialismo genovese, con vivo interesse per la produzione d’Oltralpe che Gambini fece propria e tradusse in uno stile pianistico personale in cui si riscontrano echi dell’opera di Chopin, Thalberg, Liszt, Schumann, Beethoven e Mendelssohn. In àmbito vocale, guardò ai colleghi italiani Donizetti, Bellini, Mercadante, Rossi, e in parte a Verdi, al quale tuttavia rimproverava taluni “eccessi”. Tra i compositori d’oltralpe nutriva grande ammirazione per Meyerbeer. L'articolo propone una prima ricognizione biografico sul compositore genovese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.