Per lungo tempo la storiografia si è occupata solo marginalmente della vita operistica della Genova settecentesca, scoraggiata fors’anche dalla delusione espressa da Charles Burney durante il soggiorno in città. Con l’acquisto del Teatro da S. Agostino agli inizi degli anni ’70 del Settecento il nobile Marcello Durazzo, ex doge e fratello maggiore di Giacomo, ambasciatore cesareo a Venezia, raggiunse il monopolio assoluto sui teatri e sugli spettacoli genovesi. La sala era, dopo il Teatro del Falcone, già di proprietà Durazzo, e il piccolo Teatro delle Vigne, il principale palcoscenico cittadino. Il periodo in questione rappresentò il momento di maggior splendore per il teatro musicale a Genova che si avvicinò, per numero di rappresentazioni e per la partecipazione di importanti virtuosi, alle altre grandi città italiane. Il recente ritrovamento di svariati documenti d’archivio, finora inediti, getta nuova luce sulla storia dell’impresariato teatrale a Genova nell’autunno della Serenissima Repubblica. L'articolo propone una discussione critica sulla gestione dell’orchestra dei teatri genovesi negli anni di formazione del giovane Paganini. Sono presentate alcune vicende e scontri tra i violinisti Giovanni Battista Serra e Giacomo Costa; si indaga la composizione dell’orchestra, il suo sviluppo, i rapporti tra le varie sezioni nonché le modalità di assunzione e pagamento; si discute per la prima volta di due documenti relativi a una associazione di mutuo soccorso fondata da tutti i violinisti genovesi nel 1776. Infine è presentato un contratto stipulato nel 1787 tra il contrabbassista Giuseppe Saettone e un allievo: testimonianza delle modalità di apprendistato musicale nella Genova di fine Settecento.
L'orchestra dei teatri genovesi al tempo del giovane Paganini (1772-1797) / Davide Mingozzi. - STAMPA. - (2022), pp. 15-36.
L'orchestra dei teatri genovesi al tempo del giovane Paganini (1772-1797)
Davide Mingozzi
2022
Abstract
Per lungo tempo la storiografia si è occupata solo marginalmente della vita operistica della Genova settecentesca, scoraggiata fors’anche dalla delusione espressa da Charles Burney durante il soggiorno in città. Con l’acquisto del Teatro da S. Agostino agli inizi degli anni ’70 del Settecento il nobile Marcello Durazzo, ex doge e fratello maggiore di Giacomo, ambasciatore cesareo a Venezia, raggiunse il monopolio assoluto sui teatri e sugli spettacoli genovesi. La sala era, dopo il Teatro del Falcone, già di proprietà Durazzo, e il piccolo Teatro delle Vigne, il principale palcoscenico cittadino. Il periodo in questione rappresentò il momento di maggior splendore per il teatro musicale a Genova che si avvicinò, per numero di rappresentazioni e per la partecipazione di importanti virtuosi, alle altre grandi città italiane. Il recente ritrovamento di svariati documenti d’archivio, finora inediti, getta nuova luce sulla storia dell’impresariato teatrale a Genova nell’autunno della Serenissima Repubblica. L'articolo propone una discussione critica sulla gestione dell’orchestra dei teatri genovesi negli anni di formazione del giovane Paganini. Sono presentate alcune vicende e scontri tra i violinisti Giovanni Battista Serra e Giacomo Costa; si indaga la composizione dell’orchestra, il suo sviluppo, i rapporti tra le varie sezioni nonché le modalità di assunzione e pagamento; si discute per la prima volta di due documenti relativi a una associazione di mutuo soccorso fondata da tutti i violinisti genovesi nel 1776. Infine è presentato un contratto stipulato nel 1787 tra il contrabbassista Giuseppe Saettone e un allievo: testimonianza delle modalità di apprendistato musicale nella Genova di fine Settecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.