Le ghiandole salivari presentano una funzione non secondaria nel processo deglutitorio, permettendo di costituire un bolo alimentare con specifiche caratteristiche reologiche che ne consentono il trasporto sino allo stomaco. La saliva, miscelandosi agli alimenti durante la masticazione ed i tempi successivi della fase orale della deglutizione, esprime un’azione di umidificazione, di legante e, mediante gli enzimi in essa contenuti, anche digestiva, che portano alla formazione del bolo alimentare. Le caratteristiche reologiche del bolo dipendono dalla consistenza dell’alimento introdotto, ma sono in gran parte anche dipendenti dalla qualità e quantità della saliva prodotta, che modificano le caratteristiche di viscosità e coesione in particolare per gli alimenti di consistenza solida e semisolida. I meccanocettori, chemocettori e termocettori presenti a livello del cavo orale sono in grado di trasmettere informazioni riguardanti la viscosità, volume, densità, forma, pH e temperatura del bolo, le quali, una volta integrate a livello del sistema nervoso centrale, permettono di formulare un output deglutitorio adeguato al trasporto del bolo verso l’esofago. La saliva ha un ruolo estremamente importante nel modificare molte di queste caratteristiche fisico-chimiche dell’alimento, preparando un bolo che possa essere deglutito in sicurezza. Appare evidente, quindi, come patologie delle ghiandole salivari possano interferire negativamente sul processo deglutitorio e relazionarsi con la presbifagia. L’invecchiamento delle ghiandole salivari, inoltre, comporta alterazioni quantitative e qualitative della saliva prodotta, che impattano sulla deglutizione, ed in ultima analisi hanno un ruolo nella presbifagia.
I.J. Fernandez, L.P. (2018). Patologie delle ghiandole salivari e presbifagia. Milano : Franco Angeli Editore.
Patologie delle ghiandole salivari e presbifagia
I. J. Fernandez
Primo
Writing – Original Draft Preparation
;L. PresuttiUltimo
2018
Abstract
Le ghiandole salivari presentano una funzione non secondaria nel processo deglutitorio, permettendo di costituire un bolo alimentare con specifiche caratteristiche reologiche che ne consentono il trasporto sino allo stomaco. La saliva, miscelandosi agli alimenti durante la masticazione ed i tempi successivi della fase orale della deglutizione, esprime un’azione di umidificazione, di legante e, mediante gli enzimi in essa contenuti, anche digestiva, che portano alla formazione del bolo alimentare. Le caratteristiche reologiche del bolo dipendono dalla consistenza dell’alimento introdotto, ma sono in gran parte anche dipendenti dalla qualità e quantità della saliva prodotta, che modificano le caratteristiche di viscosità e coesione in particolare per gli alimenti di consistenza solida e semisolida. I meccanocettori, chemocettori e termocettori presenti a livello del cavo orale sono in grado di trasmettere informazioni riguardanti la viscosità, volume, densità, forma, pH e temperatura del bolo, le quali, una volta integrate a livello del sistema nervoso centrale, permettono di formulare un output deglutitorio adeguato al trasporto del bolo verso l’esofago. La saliva ha un ruolo estremamente importante nel modificare molte di queste caratteristiche fisico-chimiche dell’alimento, preparando un bolo che possa essere deglutito in sicurezza. Appare evidente, quindi, come patologie delle ghiandole salivari possano interferire negativamente sul processo deglutitorio e relazionarsi con la presbifagia. L’invecchiamento delle ghiandole salivari, inoltre, comporta alterazioni quantitative e qualitative della saliva prodotta, che impattano sulla deglutizione, ed in ultima analisi hanno un ruolo nella presbifagia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.