Il contributo, che apre il volume, presenta differenti strategie dell’apparire ideate e messe in pratica da donne e uomini tra i secoli XIII-XVI per comunicare e affermare differenti condizioni, di natura sociale, rituale e culturale, riconducibili a tre modelli: il primo, convenzionale, è connesso al lusso e coinvolge in prima battuta le donne che, nel corso del basso Medioevo, fecero ampiamente ricorso all’esibizione di vesti e gioielli con lo scopo di rendersi visibili in una società nella quale fu loro preclusa la partecipazione alla vita politica e limitate furono le loro relazioni sociali; il secondo, anticonformista perché ribelle alle convenzioni, è costituito dalla rinuncia all’ostentazione del lusso in condizioni in cui questa avrebbe potuto e dovuto aver luogo e che intenzionalmente si rifiuta per affermare una scelta di moderazione dalle differenti declinazioni fino alla mortificazione e al sacrificio; il terzo, elitario, riguarda un limitato gruppo di uomini che decise di comunicare attraverso la selezione di determinati capi di abbigliamento raffinate conoscenze, esibendo l’esclusività di scelte decodificabili da pochi edotti. Se gli uomini poterono servirsi della moda per affermare posizione sociale, ruolo politico o professionale senza essere costantemente vessati dalle leggi suntuarie, alle donne che seppero coglierle, la moda offrì inaspettate opportunità di visibilità entro e fuori dai canoni convenzionali. Ciò accadde anche attraverso il rifiuto di partecipare al convenzionale gioco delle apparenze per essere emblemi della prosperità economica delle proprie famiglie, sacrificando cioè di conformarsi ai correnti canoni estetici per aderire a scelte anche di estrema privazione.
Moda e strategie dell’apparire nei secoli XIII-XVI / Elisa Tosi Brandi. - STAMPA. - 100:(2022), pp. 75-95.
Moda e strategie dell’apparire nei secoli XIII-XVI
Elisa Tosi Brandi
2022
Abstract
Il contributo, che apre il volume, presenta differenti strategie dell’apparire ideate e messe in pratica da donne e uomini tra i secoli XIII-XVI per comunicare e affermare differenti condizioni, di natura sociale, rituale e culturale, riconducibili a tre modelli: il primo, convenzionale, è connesso al lusso e coinvolge in prima battuta le donne che, nel corso del basso Medioevo, fecero ampiamente ricorso all’esibizione di vesti e gioielli con lo scopo di rendersi visibili in una società nella quale fu loro preclusa la partecipazione alla vita politica e limitate furono le loro relazioni sociali; il secondo, anticonformista perché ribelle alle convenzioni, è costituito dalla rinuncia all’ostentazione del lusso in condizioni in cui questa avrebbe potuto e dovuto aver luogo e che intenzionalmente si rifiuta per affermare una scelta di moderazione dalle differenti declinazioni fino alla mortificazione e al sacrificio; il terzo, elitario, riguarda un limitato gruppo di uomini che decise di comunicare attraverso la selezione di determinati capi di abbigliamento raffinate conoscenze, esibendo l’esclusività di scelte decodificabili da pochi edotti. Se gli uomini poterono servirsi della moda per affermare posizione sociale, ruolo politico o professionale senza essere costantemente vessati dalle leggi suntuarie, alle donne che seppero coglierle, la moda offrì inaspettate opportunità di visibilità entro e fuori dai canoni convenzionali. Ciò accadde anche attraverso il rifiuto di partecipare al convenzionale gioco delle apparenze per essere emblemi della prosperità economica delle proprie famiglie, sacrificando cioè di conformarsi ai correnti canoni estetici per aderire a scelte anche di estrema privazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.