Perché "sguardo e rêverie"? Per una continua riflessione sulla pratica, su come una rêverie modifichi il corso della terapia e subito modifichi lo sguardo. Sguardo e rêverie intesi come segnalatori, come strumenti nel campo terapeutico, che se avanzano secondo un movimento solidale, fanno parte, secondo il linguaggio bioniano, di quella sonda che mentre esplora allarga il campo; se invertono il ritmo fanno parte di reazioni negative, di "impasse". Così, io vedo Dario, nove anni, piccolo, in abiti più grandi, come un bambino-vecchino, che gioca, nelle sedute con me, a fare il mendicante all'angolo della strada, con il cane, con il piattino. Uno sguardo sull' "Hilflosigkeit", sull'impotenza, sulla sua inermità, che si riflette nei miei occhi. I genitori adottivi ne vedono il riflesso, pensano che questo loro alieno bambino adottivo, catapultato da un orfanotrofio dell'est, diverrà un grande musicista. Sguardo dell'ideale e sguardo inerme, si incontrano tragicamente; la sonda non avanza, stride, inverte il ritmo... Mi chiedo come lo sguardo sia stato così trascurato, psicoanaliticamente, non solo perché la situazione poneva un ascolto non visto, ma come sia stato dimenticato un "fattore" così "originario" che dispone così pienamente alla presenza dell'altro, che, attraverso sguardi significativi, fonda il sentirsi esistere".

Fabbrici C. (2006). Sguardo e Reverie. ROMA : Borla.

Sguardo e Reverie

FABBRICI, CLAUDIO
2006

Abstract

Perché "sguardo e rêverie"? Per una continua riflessione sulla pratica, su come una rêverie modifichi il corso della terapia e subito modifichi lo sguardo. Sguardo e rêverie intesi come segnalatori, come strumenti nel campo terapeutico, che se avanzano secondo un movimento solidale, fanno parte, secondo il linguaggio bioniano, di quella sonda che mentre esplora allarga il campo; se invertono il ritmo fanno parte di reazioni negative, di "impasse". Così, io vedo Dario, nove anni, piccolo, in abiti più grandi, come un bambino-vecchino, che gioca, nelle sedute con me, a fare il mendicante all'angolo della strada, con il cane, con il piattino. Uno sguardo sull' "Hilflosigkeit", sull'impotenza, sulla sua inermità, che si riflette nei miei occhi. I genitori adottivi ne vedono il riflesso, pensano che questo loro alieno bambino adottivo, catapultato da un orfanotrofio dell'est, diverrà un grande musicista. Sguardo dell'ideale e sguardo inerme, si incontrano tragicamente; la sonda non avanza, stride, inverte il ritmo... Mi chiedo come lo sguardo sia stato così trascurato, psicoanaliticamente, non solo perché la situazione poneva un ascolto non visto, ma come sia stato dimenticato un "fattore" così "originario" che dispone così pienamente alla presenza dell'altro, che, attraverso sguardi significativi, fonda il sentirsi esistere".
2006
144
8826316228
9788826316222
Fabbrici C. (2006). Sguardo e Reverie. ROMA : Borla.
Fabbrici C.
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