Sappiamo tutti che il termine “dieta” deriva dal greco e significa “stile di vita”. Forse è proprio per questa ragione che il numero delle diete proposte in questi ultimi anni è così elevato e la parola dieta ha smesso di essere usata soltanto nel senso di restrizione calorica. In sostanza è come dire che chiunque propone una dieta lo fa per impostare uno stile di vita allo scopo di vivere meglio e, soprattutto, in buona salute. Su questa base è evidente che l’intenzione è sicuramente lodevole, ma molto spesso a questi proponenti mancano le basi biochimiche e molecolari dell’interazione tra alimenti e organismo umano. Cliccare la parola “dieta” in un motore di ricerca ci farà comparire un elenco smisurato di soggetti: come può l’utente orientarsi tra tutte queste proposte? A mio parere lo può fare solo se prima avrà la pazienza di documentarsi sulle interazioni degli alimenti e dei nutrienti tra loro e sulle interazioni tra alimenti e organismo. Un esempio molto semplice per chiarire questo concetto è costituito dall’alcol etilico, la cui ingestione provoca effetti differenti a seconda dell’alimento con cui è ingerito (i grassi ne rallentano l’assorbimento) e a seconda se l’introduzione avviene a stomaco vuoto o a stomaco pieno (a stomaco vuoto l’assorbimento sarà più rapido e, quindi, anche le alterazioni, in particolare quelle sul sistema nervoso centrale). Tra le numerose proposte possibili è stato scelto di presentare solo alcuni esempi di diete comunemente utilizzate anche dagli atleti: tre (Zona, Atkins e Ornish) sono diete a elevato contenuto proteico, vista la nota “fame di proteine” degli atleti, e una è semplicemente molto popolare. Tutte le proposte sono ampiamente illustrate e viste in maniera critica: alla luce di quanto esposto nei capitoli che le precedono sarà sicuramente chiaro a tutti il maggiore o minore vantaggio che possono offrire.
M. Baldini, M. Malaguti, F. Pasqui (2010). Appendice - Le diete. MILANO : Casa Editrice Ambrosiana.
Appendice - Le diete
MALAGUTI, MARCO;PASQUI, FRANCESCA
2010
Abstract
Sappiamo tutti che il termine “dieta” deriva dal greco e significa “stile di vita”. Forse è proprio per questa ragione che il numero delle diete proposte in questi ultimi anni è così elevato e la parola dieta ha smesso di essere usata soltanto nel senso di restrizione calorica. In sostanza è come dire che chiunque propone una dieta lo fa per impostare uno stile di vita allo scopo di vivere meglio e, soprattutto, in buona salute. Su questa base è evidente che l’intenzione è sicuramente lodevole, ma molto spesso a questi proponenti mancano le basi biochimiche e molecolari dell’interazione tra alimenti e organismo umano. Cliccare la parola “dieta” in un motore di ricerca ci farà comparire un elenco smisurato di soggetti: come può l’utente orientarsi tra tutte queste proposte? A mio parere lo può fare solo se prima avrà la pazienza di documentarsi sulle interazioni degli alimenti e dei nutrienti tra loro e sulle interazioni tra alimenti e organismo. Un esempio molto semplice per chiarire questo concetto è costituito dall’alcol etilico, la cui ingestione provoca effetti differenti a seconda dell’alimento con cui è ingerito (i grassi ne rallentano l’assorbimento) e a seconda se l’introduzione avviene a stomaco vuoto o a stomaco pieno (a stomaco vuoto l’assorbimento sarà più rapido e, quindi, anche le alterazioni, in particolare quelle sul sistema nervoso centrale). Tra le numerose proposte possibili è stato scelto di presentare solo alcuni esempi di diete comunemente utilizzate anche dagli atleti: tre (Zona, Atkins e Ornish) sono diete a elevato contenuto proteico, vista la nota “fame di proteine” degli atleti, e una è semplicemente molto popolare. Tutte le proposte sono ampiamente illustrate e viste in maniera critica: alla luce di quanto esposto nei capitoli che le precedono sarà sicuramente chiaro a tutti il maggiore o minore vantaggio che possono offrire.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.