Il presente contributo illustra le caratteristiche di una ricerca triennale coordinata dal Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna in collaborazione con il CTR Educazione alla Sostenibilità di Arpae Emilia-Romagna e attualmente in corso. È collegata al progetto ‘La Scuola in Natura’, realizzato dai Ceas (Centri di educazione alla Sostenibilità ambientale), in collaborazione con Nidi, Scuole dell’infanzia, Primarie, Secondarie e con Enti Locali, in attuazione al Programma Triennale Informazione e Educazione alla Sostenibilità INFEAS 2020-2022 e si propone di implementare e consolidare in ambito didattico le opportunità offerte dall’ambiente naturale e dal territorio. La ricerca supporta il progetto con l’obiettivo di investire sulle competenze professionali degli educatori ambientali in connessione con gli insegnanti per sostenere pratiche di educazione all’aperto in prospettiva sostenibile, inclusiva e coerente con le più recenti indicazioni internazionali e nazionali (UNESCO, 2017; Legge 92/2019) e promuovere esperienze formative che valorizzino un pensare radicato nell’esperienza sensibile e il diffondersi di una nuova cultura ecologica (Mortari, 2020). I riscontri empirici della letteratura degli ultimi anni dimostrano che vi è una relazione significativa fra place based learning (Smith, 2002) e migliori esiti nell’apprendimento, nonché un generale sostegno allo sviluppo nell’infanzia (Kuo et al, 2019) e che gli ambienti esterni, in particolare quelli naturali, hanno effetti benefici su bambini e adulti (Humbertston B. & al, 2016). Uno degli allarmi più evidenti riscontrati nell’ultimo trentennio a livello internazionale, il ‘deficit di natura’ (Louv, 2005), indica la crescente mancanza di contatto con il mondo naturale, relegando l’infanzia e l’adolescenza ad una progressiva invisibilità, che va di pari passo con il peggioramento delle condizioni dell’ambiente. Anche per questi motivi, i temi dell’Outdoor learning e dell’outdoor education, complice la Pandemia da Covid-19, sono diventati recentemente oggetto di interesse nel sistema formativo nazionale. In conseguenza delle ragioni illustrate, la formazione e lo sviluppo della professionalità degli insegnanti e, più in generale di coloro che operano nel mondo dell’educazione in una relazione attiva e continuativa con l'ambiente, come gli educatori ambientali, risultano oggi più che mai essenziali per attivare processi condivisi, partecipativi e solidi in linea con stili autenticamente ecologici di abitare il mondo.
Michela Schenetti (2022). Per una scuola aperta al territorio: didattica, professionalità e natura. LECCE : Pensa Multimedia.
Per una scuola aperta al territorio: didattica, professionalità e natura
Michela Schenetti
2022
Abstract
Il presente contributo illustra le caratteristiche di una ricerca triennale coordinata dal Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna in collaborazione con il CTR Educazione alla Sostenibilità di Arpae Emilia-Romagna e attualmente in corso. È collegata al progetto ‘La Scuola in Natura’, realizzato dai Ceas (Centri di educazione alla Sostenibilità ambientale), in collaborazione con Nidi, Scuole dell’infanzia, Primarie, Secondarie e con Enti Locali, in attuazione al Programma Triennale Informazione e Educazione alla Sostenibilità INFEAS 2020-2022 e si propone di implementare e consolidare in ambito didattico le opportunità offerte dall’ambiente naturale e dal territorio. La ricerca supporta il progetto con l’obiettivo di investire sulle competenze professionali degli educatori ambientali in connessione con gli insegnanti per sostenere pratiche di educazione all’aperto in prospettiva sostenibile, inclusiva e coerente con le più recenti indicazioni internazionali e nazionali (UNESCO, 2017; Legge 92/2019) e promuovere esperienze formative che valorizzino un pensare radicato nell’esperienza sensibile e il diffondersi di una nuova cultura ecologica (Mortari, 2020). I riscontri empirici della letteratura degli ultimi anni dimostrano che vi è una relazione significativa fra place based learning (Smith, 2002) e migliori esiti nell’apprendimento, nonché un generale sostegno allo sviluppo nell’infanzia (Kuo et al, 2019) e che gli ambienti esterni, in particolare quelli naturali, hanno effetti benefici su bambini e adulti (Humbertston B. & al, 2016). Uno degli allarmi più evidenti riscontrati nell’ultimo trentennio a livello internazionale, il ‘deficit di natura’ (Louv, 2005), indica la crescente mancanza di contatto con il mondo naturale, relegando l’infanzia e l’adolescenza ad una progressiva invisibilità, che va di pari passo con il peggioramento delle condizioni dell’ambiente. Anche per questi motivi, i temi dell’Outdoor learning e dell’outdoor education, complice la Pandemia da Covid-19, sono diventati recentemente oggetto di interesse nel sistema formativo nazionale. In conseguenza delle ragioni illustrate, la formazione e lo sviluppo della professionalità degli insegnanti e, più in generale di coloro che operano nel mondo dell’educazione in una relazione attiva e continuativa con l'ambiente, come gli educatori ambientali, risultano oggi più che mai essenziali per attivare processi condivisi, partecipativi e solidi in linea con stili autenticamente ecologici di abitare il mondo.File | Dimensione | Formato | |
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