In questo saggio, si rendono esplicite alcune delle fonti di ispirazione dei due romanzi, concludendo con qualche riflessione sul diverso uso di queste fonti e sulle diverse strategie enunciative adottate nei due romanzi di ambientazione medievale di Umberto Eco. Il nome della rosa, nato quasi per gioco con l’idea di scrivere un romanzo per pochi amici/estimatori, è anche un grande puzzle di citazioni e di riferimenti, a opere e oggetti medievali e non, così abilmente fusi all’interno della narrazione da diventare invisibili. Una ricerca, risalente ormai a oltre trent’anni fa, ha ritrovato un migliaio tra citazioni e riferimenti ad altri testi o oggetti (miniature, bassorilievi, sculture, manoscritti) che hanno ispirato e nutrito la scrittura di Eco. Alla fine degli anni ’70 quando lavorava all’ideazione e alla stesura del romanzo, Eco non aveva ancora inaugurato la sua biblioteca di testi antichi e rari: l’enorme successo del primo romanzo gli ha verosimilmente fornito i mezzi per soddisfare la sua grande passione per i libri, anche come oggetto da collezione. La sua biblioteca di libri antichi e rari —come racconta nell’introduzione a La ricerca della lingua perfetta— comincia dal 1983. I successivi romanzi, Baudolino incluso, hanno invece abbondantemente attinto a quella che Eco ha chiamato Bibliotheca semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica, ora conservata presso la Bibiblioteca Braidense di Milano.
Costantino Marmo (2022). Monaci, inquisitori, sciapodi e blemmi: la scelta del Medioevo da sognare. Milano : Scalpendi.
Monaci, inquisitori, sciapodi e blemmi: la scelta del Medioevo da sognare
Costantino Marmo
2022
Abstract
In questo saggio, si rendono esplicite alcune delle fonti di ispirazione dei due romanzi, concludendo con qualche riflessione sul diverso uso di queste fonti e sulle diverse strategie enunciative adottate nei due romanzi di ambientazione medievale di Umberto Eco. Il nome della rosa, nato quasi per gioco con l’idea di scrivere un romanzo per pochi amici/estimatori, è anche un grande puzzle di citazioni e di riferimenti, a opere e oggetti medievali e non, così abilmente fusi all’interno della narrazione da diventare invisibili. Una ricerca, risalente ormai a oltre trent’anni fa, ha ritrovato un migliaio tra citazioni e riferimenti ad altri testi o oggetti (miniature, bassorilievi, sculture, manoscritti) che hanno ispirato e nutrito la scrittura di Eco. Alla fine degli anni ’70 quando lavorava all’ideazione e alla stesura del romanzo, Eco non aveva ancora inaugurato la sua biblioteca di testi antichi e rari: l’enorme successo del primo romanzo gli ha verosimilmente fornito i mezzi per soddisfare la sua grande passione per i libri, anche come oggetto da collezione. La sua biblioteca di libri antichi e rari —come racconta nell’introduzione a La ricerca della lingua perfetta— comincia dal 1983. I successivi romanzi, Baudolino incluso, hanno invece abbondantemente attinto a quella che Eco ha chiamato Bibliotheca semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica, ora conservata presso la Bibiblioteca Braidense di Milano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.