La monografia offre una panoramica e un inquadramento critico sulle possibili basi giuridiche della disciplina costituzionale del consumo. Ripercorrendo le principali posizioni succedutesi nella letteratura scientifica, l’indagine ricostruisce le teorie che hanno ritenuto di ravvisare nella Carta repubblicana una tutela soggettiva del consumatore già perfetta, e quelle che invece hanno considerato più congruo ipotizzare che gli aspetti obiettivi di garanzia e di protezione del soggetto più debole del rapporto di consumo andassero radicati piuttosto nei limiti alla libera iniziativa economica privata. Sviluppando particolarmente quest’ultimo aspetto, l’analisi – condotta sempre sul piano costituzionale, ma attenta tanto alle premesse sul piano della normazione comunitaria (originaria e derivata), quanto agli sviluppi sul piano interno (su tutti, il recente Codice del consumo) – si articola sulle direttrici delle “clausole generali” (utilità sociale, libertà, dignità, sicurezza) nelle quali si risolvono i limiti di cui al secondo comma dell’art. 41 Cost. In questa chiave, l’ipotesi è che possa essere proprio la particolare struttura delle clausole generali in parola – con la loro capacità di adeguamento del diritto alla cangiante realtà storico-sociale – a costituire lo strumento per offrire in prospettiva copertura costituzionale anche alle nuove dimensioni del consumo.
F. Pedrini (2010). Principi costituzionali in tema di consumo. BOLOGNA : Libreria Bonomo.
Principi costituzionali in tema di consumo
PEDRINI, FEDERICO
2010
Abstract
La monografia offre una panoramica e un inquadramento critico sulle possibili basi giuridiche della disciplina costituzionale del consumo. Ripercorrendo le principali posizioni succedutesi nella letteratura scientifica, l’indagine ricostruisce le teorie che hanno ritenuto di ravvisare nella Carta repubblicana una tutela soggettiva del consumatore già perfetta, e quelle che invece hanno considerato più congruo ipotizzare che gli aspetti obiettivi di garanzia e di protezione del soggetto più debole del rapporto di consumo andassero radicati piuttosto nei limiti alla libera iniziativa economica privata. Sviluppando particolarmente quest’ultimo aspetto, l’analisi – condotta sempre sul piano costituzionale, ma attenta tanto alle premesse sul piano della normazione comunitaria (originaria e derivata), quanto agli sviluppi sul piano interno (su tutti, il recente Codice del consumo) – si articola sulle direttrici delle “clausole generali” (utilità sociale, libertà, dignità, sicurezza) nelle quali si risolvono i limiti di cui al secondo comma dell’art. 41 Cost. In questa chiave, l’ipotesi è che possa essere proprio la particolare struttura delle clausole generali in parola – con la loro capacità di adeguamento del diritto alla cangiante realtà storico-sociale – a costituire lo strumento per offrire in prospettiva copertura costituzionale anche alle nuove dimensioni del consumo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.