Il saggio analizza gli obiettivi, i temi e gli aspetti teorici che caratterizzarono, dagli anni Venti alla Conferenza di Madrid del 1934, le forme innovative di narrazione pubblica proposte dalle istituzioni europee a favore dei musei e a sostegno di una più diffusa consapevolezza del valore del Cultural Heritage. Mentre gli strumenti audiovisivi, spesso ancora in fase sperimentale, si imponevano all'attenzione di nuove categorie di cittadini, alcune associazioni internazionali - come l'Office international des Musées o il Comité International d'Histoire de l'Art - si adoperavano da un lato per individuare e diffondere tra i responsabili dei musei una metodologia condivisa e transnazionale che potesse guidare la costruzione di narrazioni sull'arte, dall'altro per favorire le esperienze del pubblico rispetto alla conoscenza delle collezioni museali permanenti o delle mostre temporanee. In Italia, gli archivi del "Radiocorriere" e dell'Istituto Luce, in gran parte digitalizzati, ma non ancora utilizzati nell’ambito della museologia, permettono di riscoprire e analizzare alcuni temi ricorrenti della narrazione d'epoca dedicata ai musei e alla cultura: dall'attenzione all'attualità e alla storia nel suo svolgersi, all'interesse per le arti applicate, dal rapporto tra spazi e oggetti delle collezioni, a questioni più specifiche di museografia e allestimento. Il saggio offre quindi una “metanalisi” dei discorsi metodologici esplicitamente proposti o sottointesi dalle istituzioni nazionali o internazionali che tentarono di far entrare l’esperienza del patrimonio, dei musei e delle mostre d’arte nel quotidiano grazie a nuovi modelli didattici e divulgativi. L’autore sottolinea la dimensione largamente sottovalutata di una ambizione europea per i musei che si può definire inedita per quegli anni e che aspirava consapevolmente alla costruzione di una metodologica internazionale e condivisa. Si documenta come la fiducia nelle possibilità della comunicazione, al di là di una mobilitazione dei regimi autoritari di tutti i dispositivi per i propri interessi di propaganda, vada comunque letta anche nella dimensione più ampia di una particolare attenzione alle possibilità della tecnica moderna in favore della diffusione di una nuova cultura del patrimonio, ma anche della conservazione delle opere d’arte. Il saggio introduttivo del volume: “Storytelling? Una narrazione a più voci” di P. Cordera, S. Costa, D. Poulot, deve essere letto, inoltre, come ulteriore apporto metodologico all’insieme stesso del volume, alla organizzazione delle sue sezioni e ai diversi saggi secondo un preciso percorso di ricerca in cui le differenti narrazioni interdisciplinari per il Cultural Heritage si articolano secondo aspetti teorico/metodologici e analisi di casi studio.

"In favore dei musei..." Sfide e strumenti di una narrazione transnazionale / Sandra Costa. - STAMPA. - (2022), pp. 45-88.

"In favore dei musei..." Sfide e strumenti di una narrazione transnazionale

Sandra Costa
2022

Abstract

Il saggio analizza gli obiettivi, i temi e gli aspetti teorici che caratterizzarono, dagli anni Venti alla Conferenza di Madrid del 1934, le forme innovative di narrazione pubblica proposte dalle istituzioni europee a favore dei musei e a sostegno di una più diffusa consapevolezza del valore del Cultural Heritage. Mentre gli strumenti audiovisivi, spesso ancora in fase sperimentale, si imponevano all'attenzione di nuove categorie di cittadini, alcune associazioni internazionali - come l'Office international des Musées o il Comité International d'Histoire de l'Art - si adoperavano da un lato per individuare e diffondere tra i responsabili dei musei una metodologia condivisa e transnazionale che potesse guidare la costruzione di narrazioni sull'arte, dall'altro per favorire le esperienze del pubblico rispetto alla conoscenza delle collezioni museali permanenti o delle mostre temporanee. In Italia, gli archivi del "Radiocorriere" e dell'Istituto Luce, in gran parte digitalizzati, ma non ancora utilizzati nell’ambito della museologia, permettono di riscoprire e analizzare alcuni temi ricorrenti della narrazione d'epoca dedicata ai musei e alla cultura: dall'attenzione all'attualità e alla storia nel suo svolgersi, all'interesse per le arti applicate, dal rapporto tra spazi e oggetti delle collezioni, a questioni più specifiche di museografia e allestimento. Il saggio offre quindi una “metanalisi” dei discorsi metodologici esplicitamente proposti o sottointesi dalle istituzioni nazionali o internazionali che tentarono di far entrare l’esperienza del patrimonio, dei musei e delle mostre d’arte nel quotidiano grazie a nuovi modelli didattici e divulgativi. L’autore sottolinea la dimensione largamente sottovalutata di una ambizione europea per i musei che si può definire inedita per quegli anni e che aspirava consapevolmente alla costruzione di una metodologica internazionale e condivisa. Si documenta come la fiducia nelle possibilità della comunicazione, al di là di una mobilitazione dei regimi autoritari di tutti i dispositivi per i propri interessi di propaganda, vada comunque letta anche nella dimensione più ampia di una particolare attenzione alle possibilità della tecnica moderna in favore della diffusione di una nuova cultura del patrimonio, ma anche della conservazione delle opere d’arte. Il saggio introduttivo del volume: “Storytelling? Una narrazione a più voci” di P. Cordera, S. Costa, D. Poulot, deve essere letto, inoltre, come ulteriore apporto metodologico all’insieme stesso del volume, alla organizzazione delle sue sezioni e ai diversi saggi secondo un preciso percorso di ricerca in cui le differenti narrazioni interdisciplinari per il Cultural Heritage si articolano secondo aspetti teorico/metodologici e analisi di casi studio.
2022
Storytelling: esperienze e comunicazione del Cultural Heritage
45
88
"In favore dei musei..." Sfide e strumenti di una narrazione transnazionale / Sandra Costa. - STAMPA. - (2022), pp. 45-88.
Sandra Costa
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