Quell’arbiter elegantiæ che Gabriele d’Annunzio fu per la cultura italiana fra Otto e Novecento si trovò in più occasioni a interferire con il placido corso creativo del teatro d’opera nostrano, poco incline a sperimentalismi e intellettualismi, differentemente da quanto avveniva Oltralpe. Al di là degli effettivi risultati raggiunti, la maggior parte dei quali abortiti sul nascere, torna interessante notare in questa sede come la maggior parte degli spunti proposti ai compositori italiani siano stati di ascendenza medievale: un Medioevo leggendario, spesso d’invenzione, certamente estetizzante. Al solo Puccini si offrì, in sequenza, di lavorare su Cecco d'Ascoli o L’Alchimista (progetto subito dismesso); Parisina d’Este (poi destinata a Mascagni); La rosa di Cipro (poi convertita nella Pisanelle con Pizzetti); La crociata degli innocenti (poi riciclata in un film, dopo essere stata invano proposta ad altri compositori). Puccini convertì allora in commedia la momentanea infatuazione medievale: e fu Gianni Schicchi; ma su alcuni elementi stilistici, già individuati come caratteri peculiari di un “francescanesimo artistico” allora dilagante specie in ambito letterario, le sue posizioni estetiche di quegli anni prebellici non sarebbero state invero così lontane da certe sollecitazioni dannunziane.
Marco Beghelli (2022). Il Francescanesimo estetizzante di D’Annunzio, librettista mancato. Reggio Calabria : Edizioni del Conservatorio di Musica “Francesco Cilea”.
Il Francescanesimo estetizzante di D’Annunzio, librettista mancato
Marco Beghelli
2022
Abstract
Quell’arbiter elegantiæ che Gabriele d’Annunzio fu per la cultura italiana fra Otto e Novecento si trovò in più occasioni a interferire con il placido corso creativo del teatro d’opera nostrano, poco incline a sperimentalismi e intellettualismi, differentemente da quanto avveniva Oltralpe. Al di là degli effettivi risultati raggiunti, la maggior parte dei quali abortiti sul nascere, torna interessante notare in questa sede come la maggior parte degli spunti proposti ai compositori italiani siano stati di ascendenza medievale: un Medioevo leggendario, spesso d’invenzione, certamente estetizzante. Al solo Puccini si offrì, in sequenza, di lavorare su Cecco d'Ascoli o L’Alchimista (progetto subito dismesso); Parisina d’Este (poi destinata a Mascagni); La rosa di Cipro (poi convertita nella Pisanelle con Pizzetti); La crociata degli innocenti (poi riciclata in un film, dopo essere stata invano proposta ad altri compositori). Puccini convertì allora in commedia la momentanea infatuazione medievale: e fu Gianni Schicchi; ma su alcuni elementi stilistici, già individuati come caratteri peculiari di un “francescanesimo artistico” allora dilagante specie in ambito letterario, le sue posizioni estetiche di quegli anni prebellici non sarebbero state invero così lontane da certe sollecitazioni dannunziane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.