Il contributo intende porre in luce il ruolo giocato dalle politiche editoriali di riviste di nicchia e style magazine fioriti alle soglie del nuovo millennio nella progressiva obliterazione dei confini tra ricerca artistica propriamente intesa e industria culturale. Contribuendo a contaminare identità e pratiche operative fino a quel momento considerate antitetiche, realtà editoriali alla stregua di “Purple” o “Visionaire” hanno infatti favorito il profilarsi di un “inter-zona” inclusiva, che ha alimentato il crossover tra le pratiche fotografiche e, dunque, incentivato l’emersione di una sensibilità condivisa. Tali dispositivi testuali e visivi sono stati assurti a piattaforma comune di sperimentazione e confronto da un’intera generazione di autori spesso impegnati tanto nella ricerca artistica pura quanto in quella applicata, i cui lavori commerciali hanno trovato spazio anche nei luoghi deputati all’esposizione di opere d’arte e viceversa, rendendo sempre più difficile distinguere il frutto della ricerca personale dalle immagini realizzate su commissione per editoriali o campagne pubblicitarie. Ponendo l’accento sulla loro identità di contenitori volutamente ibridi finanche dal punto di vista dei formati e dai layout grafici, si evidenzia in definitiva come esse siano state una sorta di crocevia attraverso cui le immagini fotografiche hanno iniziato a transitare, i linguaggi a contaminarsi, concorrendo a sfumare il dualismo arte/moda.
Chiara Pompa (2022). Inter-zona arte/moda. Riviste di nicchia e fotografia alle soglie del nuovo millennio. Bologna : Pendragon.
Inter-zona arte/moda. Riviste di nicchia e fotografia alle soglie del nuovo millennio
Chiara Pompa
2022
Abstract
Il contributo intende porre in luce il ruolo giocato dalle politiche editoriali di riviste di nicchia e style magazine fioriti alle soglie del nuovo millennio nella progressiva obliterazione dei confini tra ricerca artistica propriamente intesa e industria culturale. Contribuendo a contaminare identità e pratiche operative fino a quel momento considerate antitetiche, realtà editoriali alla stregua di “Purple” o “Visionaire” hanno infatti favorito il profilarsi di un “inter-zona” inclusiva, che ha alimentato il crossover tra le pratiche fotografiche e, dunque, incentivato l’emersione di una sensibilità condivisa. Tali dispositivi testuali e visivi sono stati assurti a piattaforma comune di sperimentazione e confronto da un’intera generazione di autori spesso impegnati tanto nella ricerca artistica pura quanto in quella applicata, i cui lavori commerciali hanno trovato spazio anche nei luoghi deputati all’esposizione di opere d’arte e viceversa, rendendo sempre più difficile distinguere il frutto della ricerca personale dalle immagini realizzate su commissione per editoriali o campagne pubblicitarie. Ponendo l’accento sulla loro identità di contenitori volutamente ibridi finanche dal punto di vista dei formati e dai layout grafici, si evidenzia in definitiva come esse siano state una sorta di crocevia attraverso cui le immagini fotografiche hanno iniziato a transitare, i linguaggi a contaminarsi, concorrendo a sfumare il dualismo arte/moda.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


