Questo capitolo propone una lettura semiotica e comunicativa dei "fatti di Capitol Hill", quando, il 6 gennaio 2021, una folla di sostenitori del presidente uscente Donald Trump assaltò il Campidoglio degli Stati Uniti, contestando la proclamazione del nuovo presidente eletto Joe Biden. L'evento viene analizzato come un esempio, imprevedibile e distorto, di "guerriglia semiologica". Quello che a prima vista potrebbe infatti sembrare un caso classico di “chiamata alle armi”, indirizzata al proprio “popolo”, da parte di un leader-condottiero, può invece essere considerata una nuova tecnica comunicativa di colpo di stato, basata sull'ambiguità della posizione enunciazionale occupata da Trump. Questi si situa ambiguamente al tempo stesso sia “dove la comunicazione parte” sia “dove arriva”, sia dalla parte della produzione che della ricezione del messaggio. Per usare la terminologia echiana: Trump occupa sì la “sedia” di un emittente istituzionale (situato dalla parte del Potere), ma anche un’altra “sedia” che Eco non poteva certo prevedere quando scrisse il saggio nel 1973: quella dell’influencer.
Francesco Mazzucchelli (2022). Comunicazione e potere durante l’assalto a Capitol Hill. La guerriglia semiologica che non ci aspettavamo. Roma : Meltemi.
Comunicazione e potere durante l’assalto a Capitol Hill. La guerriglia semiologica che non ci aspettavamo
Francesco Mazzucchelli
2022
Abstract
Questo capitolo propone una lettura semiotica e comunicativa dei "fatti di Capitol Hill", quando, il 6 gennaio 2021, una folla di sostenitori del presidente uscente Donald Trump assaltò il Campidoglio degli Stati Uniti, contestando la proclamazione del nuovo presidente eletto Joe Biden. L'evento viene analizzato come un esempio, imprevedibile e distorto, di "guerriglia semiologica". Quello che a prima vista potrebbe infatti sembrare un caso classico di “chiamata alle armi”, indirizzata al proprio “popolo”, da parte di un leader-condottiero, può invece essere considerata una nuova tecnica comunicativa di colpo di stato, basata sull'ambiguità della posizione enunciazionale occupata da Trump. Questi si situa ambiguamente al tempo stesso sia “dove la comunicazione parte” sia “dove arriva”, sia dalla parte della produzione che della ricezione del messaggio. Per usare la terminologia echiana: Trump occupa sì la “sedia” di un emittente istituzionale (situato dalla parte del Potere), ma anche un’altra “sedia” che Eco non poteva certo prevedere quando scrisse il saggio nel 1973: quella dell’influencer.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.