Il silenzio rende possibile la pratica quotidiana e accompagna il nostro vissuto, intervenendo sul corpo, a livello fisico e intellettivo. È la dimensione all’interno della quale pronunciamo i discorsi, mettiamo in atto i comportamenti e instauriamo le relazioni con gli altri. Ciascuno di noi, anche se non lo esplicita o non ne è sempre consapevole, utilizza e gestisce il silenzio che, in questo senso, va riconosciuto come un’azione intenzionale e finalizzata. Controllare il silenzio significa controllare non solo il discorso, ma anche la propria emotività, le proprie azioni e la loro messa in atto. La pratica del silenzio offre agli attori sociali una modalità di creazione del contesto e di definizione identitaria.
F. Sbardella (2019). In clausura: pratiche, gesti, silenzi. Galbiate LC : MEAB.
In clausura: pratiche, gesti, silenzi
F. Sbardella
2019
Abstract
Il silenzio rende possibile la pratica quotidiana e accompagna il nostro vissuto, intervenendo sul corpo, a livello fisico e intellettivo. È la dimensione all’interno della quale pronunciamo i discorsi, mettiamo in atto i comportamenti e instauriamo le relazioni con gli altri. Ciascuno di noi, anche se non lo esplicita o non ne è sempre consapevole, utilizza e gestisce il silenzio che, in questo senso, va riconosciuto come un’azione intenzionale e finalizzata. Controllare il silenzio significa controllare non solo il discorso, ma anche la propria emotività, le proprie azioni e la loro messa in atto. La pratica del silenzio offre agli attori sociali una modalità di creazione del contesto e di definizione identitaria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.