Il Libro bianco sullo Sport pubblicato dalla Commissione Europea l’11 luglio del 2007 con l’obiettivo di fornire un orientamento strategico in questo settore, rappresenta la prima iniziativa globale che conferisce un quadro unitario alle misure adottate storicamente dai diversi organismi europei per sottolineare il ruolo sociale, economico e culturale dello sport nella vita comunitaria. Il libro, frutto di lunghe e a tratti controverse consultazioni svolte nel corso degli ultimi due anni con le organizzazioni sportive, gli Stati membri e le altre parti interessate, si propone di migliorare la sua visibilità nella definizione delle politiche europee, sensibilizzando maggiormente sulle necessità e specificità del settore sportivo al fine di individuare nuove azioni appropriate a migliorare la situazione attuale e i problemi emergenti in questo ambito. Rispetto alla sua valenza educativa, il libro sottolinea come la scuola, in quanto luogo primario di insegnamento/apprendimento rappresenti la sede ideale per promuovere lo sport e gli atteggiamenti positivi nei confronti di attività motorie regolari, volte all’acquisizione di competenze e abilità trasversali e specifiche, collegate alla conoscenza del proprio corpo e a uno stile di vita sano. Durante i primi anni di vita, le esperienze legate all’apprendimento si rivelano fondamentali per la partecipazione futura e costante alle attività motorie e sportive, pertanto per i bambini e le bambine le possibilità di sperimentarle nell’educazione formale e nell’extra-scuola risultano di estrema importanza. Nonostante ciò, in diverse sedi si lamenta che a livello europeo la scuola trascuri il suo ruolo di promozione dell’attività motoria e sportiva. La stessa CE incoraggia gli Stati membri a migliorare le loro politiche in materia, superando il gap esistente nelle scuole tra le attività fisiche e quelle intellettuali, favorendo l’inserimento e l’integrazione dei soggetti in situazione di svantaggio promuovendo il concetto di multisport e il riconoscimento giuridico delle istituzioni e delle organizzazioni che contribuiscono alla migliore integrazione delle attività sportive nelle scuole. Nel quadro di questo discorso di livello europeo, ci proponiamo di verificare in ottica comparativa quanto si sta facendo in alcuni Stati membri per migliorare le strutture, i servizi e gli interventi mirati all’infanzia in ambito motorio e sportivo. L’infanzia rappresenta una cartina al tornasole delle possibilità di sviluppo delle politiche sportive in senso lato: infatti, è questo il periodo dell’esistenza umana in cui si gettano le fondamenta per ogni successivo apprendimento, di conseguenza gli sforzi profusi dagli Stati a favore dei bambini e delle bambine costituiscono un indicatore affidabile dell’atteggiamento lungimirante delle istituzioni politiche nazionali in materia di educazione motoria e sportiva. Gli Stati su cui abbiamo focalizzato la nostra attenzione, Italia, Inghilterra, Germania, Norvegia e Ungheria presentano tradizioni sportive, sistemi scolastici e obiettivi educativi che risultano paradigmatici della situazione europea in senso più generale. Gli indicatori da noi considerati non esauriscono naturalmente tutti i livelli a cui si potrebbe condurre la comparazione, ma rappresentano comunque dei capisaldi su cui riflettere in vista del realizzarsi di quanto auspicato nel Libro Bianco sullo Sport: gli obiettivi, le strutture, il curriculum, la formazione degli insegnanti e la compensazione delle disuguaglianze.
M. Cuconato (2010). La "palestra" Europa: considerazione pedagogiche sull'attività motoria nell'infanzia. MILANO : Fanco Angeli.
La "palestra" Europa: considerazione pedagogiche sull'attività motoria nell'infanzia
CUCONATO, MORENA
2010
Abstract
Il Libro bianco sullo Sport pubblicato dalla Commissione Europea l’11 luglio del 2007 con l’obiettivo di fornire un orientamento strategico in questo settore, rappresenta la prima iniziativa globale che conferisce un quadro unitario alle misure adottate storicamente dai diversi organismi europei per sottolineare il ruolo sociale, economico e culturale dello sport nella vita comunitaria. Il libro, frutto di lunghe e a tratti controverse consultazioni svolte nel corso degli ultimi due anni con le organizzazioni sportive, gli Stati membri e le altre parti interessate, si propone di migliorare la sua visibilità nella definizione delle politiche europee, sensibilizzando maggiormente sulle necessità e specificità del settore sportivo al fine di individuare nuove azioni appropriate a migliorare la situazione attuale e i problemi emergenti in questo ambito. Rispetto alla sua valenza educativa, il libro sottolinea come la scuola, in quanto luogo primario di insegnamento/apprendimento rappresenti la sede ideale per promuovere lo sport e gli atteggiamenti positivi nei confronti di attività motorie regolari, volte all’acquisizione di competenze e abilità trasversali e specifiche, collegate alla conoscenza del proprio corpo e a uno stile di vita sano. Durante i primi anni di vita, le esperienze legate all’apprendimento si rivelano fondamentali per la partecipazione futura e costante alle attività motorie e sportive, pertanto per i bambini e le bambine le possibilità di sperimentarle nell’educazione formale e nell’extra-scuola risultano di estrema importanza. Nonostante ciò, in diverse sedi si lamenta che a livello europeo la scuola trascuri il suo ruolo di promozione dell’attività motoria e sportiva. La stessa CE incoraggia gli Stati membri a migliorare le loro politiche in materia, superando il gap esistente nelle scuole tra le attività fisiche e quelle intellettuali, favorendo l’inserimento e l’integrazione dei soggetti in situazione di svantaggio promuovendo il concetto di multisport e il riconoscimento giuridico delle istituzioni e delle organizzazioni che contribuiscono alla migliore integrazione delle attività sportive nelle scuole. Nel quadro di questo discorso di livello europeo, ci proponiamo di verificare in ottica comparativa quanto si sta facendo in alcuni Stati membri per migliorare le strutture, i servizi e gli interventi mirati all’infanzia in ambito motorio e sportivo. L’infanzia rappresenta una cartina al tornasole delle possibilità di sviluppo delle politiche sportive in senso lato: infatti, è questo il periodo dell’esistenza umana in cui si gettano le fondamenta per ogni successivo apprendimento, di conseguenza gli sforzi profusi dagli Stati a favore dei bambini e delle bambine costituiscono un indicatore affidabile dell’atteggiamento lungimirante delle istituzioni politiche nazionali in materia di educazione motoria e sportiva. Gli Stati su cui abbiamo focalizzato la nostra attenzione, Italia, Inghilterra, Germania, Norvegia e Ungheria presentano tradizioni sportive, sistemi scolastici e obiettivi educativi che risultano paradigmatici della situazione europea in senso più generale. Gli indicatori da noi considerati non esauriscono naturalmente tutti i livelli a cui si potrebbe condurre la comparazione, ma rappresentano comunque dei capisaldi su cui riflettere in vista del realizzarsi di quanto auspicato nel Libro Bianco sullo Sport: gli obiettivi, le strutture, il curriculum, la formazione degli insegnanti e la compensazione delle disuguaglianze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.