Il mondo claustrale femminile cristiano in ambito europeo è di solito conosciuto dagli studiosi attraverso i testi scritti, antichi e moderni, e i racconti delle religiose che vivono in quel mondo, ma che non permettono agli altri di entrarvi. Questo limite di accesso ha spesso prodotto dei lavori di riflesso, dove l’esperienza di campo finisce per scomparire. Il presente contributo è frutto di una ricerca, nata da una etnografia partecipata all’interno di due monasteri carmelitani francesi , che focalizza l’attenzione su modalità di vita concreta. La condivisione di spazi e tempi ha permesso di entrare nella quotidianità di queste donne e di confrontarsi con alcune delle dinamiche di costruzione del gruppo. In questa analisi intendo delineare e documentare più da vicino il nodo problematico dell’essere dentro, indagando da una parte la costruzione della persona religiosa, così come è messa in atto dalle religiose stesse, e dall’altra le ripercussioni sulla figura dell’antropologo/a, che a sua volta è costretto a ricostruirsi.

Donne senza voce. Fare etnografia in silenzio

SBARDELLA, FRANCESCA
2010

Abstract

Il mondo claustrale femminile cristiano in ambito europeo è di solito conosciuto dagli studiosi attraverso i testi scritti, antichi e moderni, e i racconti delle religiose che vivono in quel mondo, ma che non permettono agli altri di entrarvi. Questo limite di accesso ha spesso prodotto dei lavori di riflesso, dove l’esperienza di campo finisce per scomparire. Il presente contributo è frutto di una ricerca, nata da una etnografia partecipata all’interno di due monasteri carmelitani francesi , che focalizza l’attenzione su modalità di vita concreta. La condivisione di spazi e tempi ha permesso di entrare nella quotidianità di queste donne e di confrontarsi con alcune delle dinamiche di costruzione del gruppo. In questa analisi intendo delineare e documentare più da vicino il nodo problematico dell’essere dentro, indagando da una parte la costruzione della persona religiosa, così come è messa in atto dalle religiose stesse, e dall’altra le ripercussioni sulla figura dell’antropologo/a, che a sua volta è costretto a ricostruirsi.
2010
Femminile e personale. Esplorare mondi in transizione
85
111
F. Sbardella
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