Il volume affronta "l'effetto museo" nei suoi rapporti con i dispositivi di allestimento e le questioni, talvolta irrisolte, di influenze sociali culturali e politiche sulle istituzioni. Volontà dell’insieme delle ricerche è descrivere l’opera dei musei sulle loro collezioni, sul loro trattamento, sulla loro valorizzazione e tutela. Questi elementi determinano ancora oggi l’apporto sociale del museo al progresso culturale individuale e collettivo. Il particolare rapporto tra le istituzioni museali e gli spazi delle collezioni viene studiato al fine di analizzare come si operi “l’effetto museo” sul pubblico tra fascinazione e fruizione, rispetto o malessere, tra legittimità sociale e culturale: questo secondo complessi valori che toccano dimensioni pluridisciplinari oltre che internazionali. In questo contesto scientifico e metodologico il contributo dell'autore è consacrato alla “dimensione emotiva” prodotta o incoraggiata dalla fruizione dell’originale e che assume, soprattutto a partire dalla seconda metà del XIX secolo, un ruolo importante anche nella produzione di testi destinati a turisti e viaggiatori come le guide di viaggio che di fatto disegnano, nella loro diversità, altrettanti modelli di fruizione ancora non compiutamente indagati. Il testo si concentra sull’opera di un rappresentante di questa letteratura, il francese Louis Viardot che diviene originale prisma culturale e metodologico per analizzare come "l'effet musée" operi sul pubblico di spettatori e lettori tra fruizione, diletto, fascinazione e malessere, emozioni private e condivisione di esperienze. In particolar modo viene studiata l'analisi di Louis Viardot dedicata ai musei italiani secondo un approccio inedito che unisce la percezione delle opere a quella del display degli spazi. Le annotazioni di Viardot diventano preziose testimonianze del gusto dei visitatori cosmopoliti dei grandi musei italiani, ma testimoniano anche lo stato di fatto di allestimenti storici, talvolta eterogenei, e delle proposte di fruizione – tra dimensione didattica e emozione – offerte ai turisti. Pur collegandosi a stereotipi ancora legati alla tradizione del Grand Tour, Viardot sottolinea il rapporto che si va istituendo tra arte e natura nella lettura del patrimonio italiano e aiuta a comprendere anche alcuni dei più diffusi modelli culturali attraverso cui I’Italia post risorgimentale è stata percepita dagli stranieri.
Sandra Costa (2022). L'effet musée dans les guides. Paris : Editions de la Sorbonne [10.4000/books.psorbonne.108982].
L'effet musée dans les guides
Sandra Costa
2022
Abstract
Il volume affronta "l'effetto museo" nei suoi rapporti con i dispositivi di allestimento e le questioni, talvolta irrisolte, di influenze sociali culturali e politiche sulle istituzioni. Volontà dell’insieme delle ricerche è descrivere l’opera dei musei sulle loro collezioni, sul loro trattamento, sulla loro valorizzazione e tutela. Questi elementi determinano ancora oggi l’apporto sociale del museo al progresso culturale individuale e collettivo. Il particolare rapporto tra le istituzioni museali e gli spazi delle collezioni viene studiato al fine di analizzare come si operi “l’effetto museo” sul pubblico tra fascinazione e fruizione, rispetto o malessere, tra legittimità sociale e culturale: questo secondo complessi valori che toccano dimensioni pluridisciplinari oltre che internazionali. In questo contesto scientifico e metodologico il contributo dell'autore è consacrato alla “dimensione emotiva” prodotta o incoraggiata dalla fruizione dell’originale e che assume, soprattutto a partire dalla seconda metà del XIX secolo, un ruolo importante anche nella produzione di testi destinati a turisti e viaggiatori come le guide di viaggio che di fatto disegnano, nella loro diversità, altrettanti modelli di fruizione ancora non compiutamente indagati. Il testo si concentra sull’opera di un rappresentante di questa letteratura, il francese Louis Viardot che diviene originale prisma culturale e metodologico per analizzare come "l'effet musée" operi sul pubblico di spettatori e lettori tra fruizione, diletto, fascinazione e malessere, emozioni private e condivisione di esperienze. In particolar modo viene studiata l'analisi di Louis Viardot dedicata ai musei italiani secondo un approccio inedito che unisce la percezione delle opere a quella del display degli spazi. Le annotazioni di Viardot diventano preziose testimonianze del gusto dei visitatori cosmopoliti dei grandi musei italiani, ma testimoniano anche lo stato di fatto di allestimenti storici, talvolta eterogenei, e delle proposte di fruizione – tra dimensione didattica e emozione – offerte ai turisti. Pur collegandosi a stereotipi ancora legati alla tradizione del Grand Tour, Viardot sottolinea il rapporto che si va istituendo tra arte e natura nella lettura del patrimonio italiano e aiuta a comprendere anche alcuni dei più diffusi modelli culturali attraverso cui I’Italia post risorgimentale è stata percepita dagli stranieri.File | Dimensione | Formato | |
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