Il livello elevato della povertà minorile e il progressivo deterioramento della condizione economica delle famiglie con figli minori in Italia hanno radici ed iniziano molti anni prima della Grande Recessione o della recente pandemia. In Italia l’aumento della povertà minorile viene osservato a partire almeno dall’inizio degli anni Novanta, per poi proseguire alternando fasi di stabilità o crescita fino al 2020. Il capitolo si focalizza sui cambiamenti “qualitativi”, ovvero su come è cambiato il profilo della famiglia povera con minori nell’ultimo quarto di secolo. Nel 2016 la gran parte degli individui che vivono in famiglie povere con minori, il 36% circa, sono ancora collocati nelle regioni meridionali. Tuttavia se consideriamo il cambiamento avvenuto da inizio degli anni Novanta vediamo che c’è stata anche una tendenza di parziale “settentrionalizzazione” del fenomeno della povertà minorile: nel 2016 circa il 44% di queste famiglie vive nelle regioni del nord. Allo stesso tempo notiamo che è aumentata la quota di famiglie povere con minori che vive in comuni molto piccoli o in grandi centri sopra i 200 mila abitanti. Gran parte delle famiglie povere con minori non possiede la abitazione dove vive, la percentuale di coloro che sono in affitto è aumentata considerevolmente nell’ultimo quarto di secolo, ed è oggi pari al 61%. A completare questo quadro ci sono anche i grandi cambiamenti delle caratteristiche socio-demografiche dei capifamiglia delle famiglie povere con minori: nei venticinque anni che ci separano dal turning point di inizio anni Novanta c’è stato un significativo aumento dei nuclei con capofamiglia straniero, divorziato o separato o non sposato. Si tratta in entrambi i casi di vulnerabilità che si vanno a sommare con quella della difficile condizione economica, del doversi prendere cura di uno o più figli minori, e dell’essere in affitto.

Il profilo delle famiglie povere con figli minori in Italia. Le tendenze dell’ultimo quarto di secolo

Marco Albertini
;
Marco Tosi
2022

Abstract

Il livello elevato della povertà minorile e il progressivo deterioramento della condizione economica delle famiglie con figli minori in Italia hanno radici ed iniziano molti anni prima della Grande Recessione o della recente pandemia. In Italia l’aumento della povertà minorile viene osservato a partire almeno dall’inizio degli anni Novanta, per poi proseguire alternando fasi di stabilità o crescita fino al 2020. Il capitolo si focalizza sui cambiamenti “qualitativi”, ovvero su come è cambiato il profilo della famiglia povera con minori nell’ultimo quarto di secolo. Nel 2016 la gran parte degli individui che vivono in famiglie povere con minori, il 36% circa, sono ancora collocati nelle regioni meridionali. Tuttavia se consideriamo il cambiamento avvenuto da inizio degli anni Novanta vediamo che c’è stata anche una tendenza di parziale “settentrionalizzazione” del fenomeno della povertà minorile: nel 2016 circa il 44% di queste famiglie vive nelle regioni del nord. Allo stesso tempo notiamo che è aumentata la quota di famiglie povere con minori che vive in comuni molto piccoli o in grandi centri sopra i 200 mila abitanti. Gran parte delle famiglie povere con minori non possiede la abitazione dove vive, la percentuale di coloro che sono in affitto è aumentata considerevolmente nell’ultimo quarto di secolo, ed è oggi pari al 61%. A completare questo quadro ci sono anche i grandi cambiamenti delle caratteristiche socio-demografiche dei capifamiglia delle famiglie povere con minori: nei venticinque anni che ci separano dal turning point di inizio anni Novanta c’è stato un significativo aumento dei nuclei con capofamiglia straniero, divorziato o separato o non sposato. Si tratta in entrambi i casi di vulnerabilità che si vanno a sommare con quella della difficile condizione economica, del doversi prendere cura di uno o più figli minori, e dell’essere in affitto.
2022
Gli impoverimenti delle famiglie con minori durante la pandemia. Il Laboratorio di Bologna
34
51
Marco Albertini; Marco Tosi
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