«Siamo soli»: le politiche scolastiche e la loro ricezione, tra «carote» indigeste e richieste di maggiore regolazione

Nell’ambito delle politiche scolastiche, il 2021 si è caratterizzato per due aree di azione pubblica: accanto alle politiche per il funzionamento «ordinario» del sistema scolastico, si sono infatti poste le misure volte alla gestione della pandemia da Covid-19. Tre sono state le decisioni principali – potremmo dire strutturali – che hanno interessato la scuola su entrambi i fronti: il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il Decreto «Sostegni bis» e la Legge di bilancio 2022. A queste si sono aggiunti atti «minori» che hanno regolato aspetti specifici della vita scolastica. In questo capitolo si analizzeranno in particolare le politiche – intese sia come decisioni che come non-decisioni – che interessano il personale e il funzionamento del sistema scuola, a sua volta premessa indispensabile per l’erogazione di un servizio educativo di qualità alle famiglie. I soggetti direttamente interessati da queste politiche sono dunque dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata). Le fonti utilizzate per la ricostruzione dei fatti del 2021 sono di tre tipi: a) atti governativi e normativi, per la ricognizione delle principali misure adottate; b) articoli della sezione «Politica scolastica» del quotidiano specializzato «Orizzonte Scuola» per l’individuazione delle reazioni e rivendicazioni degli attori della scuola (per un totale di 77 elementi, selezionati in base al criterio della coerenza con il tema trattato, per il periodo gennaio-dicembre 2021); c) interviste semi-strutturate con dirigenti scolastici italiani in scuole ubicate sia nella parte settentrionale che in quella meridionale del paese, per neutralizzare la variabile geografica (per un totale di 7 interviste).