Che la narrativa di Umberto Eco sia una narrativa enciclopedica è stato detto da più parti; è percezione comune non solo di studiosi ma anche di giornalisti e semplici lettori: nei romanzi di Umberto Eco troviamo la filosofia, la storia, i feuilleton d’antan, l’erudizione, la cultura pop… strati e strati di cultura, che vanno dai riferimenti all’attualità alla citazione coperta dei testi più antichi della nostra cultura classica o medievale. E la mostra di cui questo volume rende conto lo attesta. Ciò che vorremmo evidenziare nel contributo o è, però, come questa rete enciclopedica – in cui fantasie, studi e fatti storici si intrecciano con pari dignità – non sia solo un bacino cui attingono i romanzi, bensì una più ampia concezione del mondo che, nella sua relazionalità, non fa distinzioni di sostanza tra cronaca e invenzione, tra logica e narrazione, tra vero e verosimile, tra fatti e interpretazioni sembrerebbe di poter dire (con un lessico che suona forse ormai un po’ datato), e non perché tutto sia equivalente, ma perché tutto può cambiare ruolo e posizione, a seconda di come retoricamente viene presentato. Questa continuità tra finzione e verità, immaginazione e realtà, è da Eco non solo assunta e messa in pratica, ma in alcuni contesti esplicitamente teorizzata; in particolare in riferimento alla questione del falso.

Milo Temesvar, il prete Gianni e altre creature a cui credere. La scrittura di Umberto Eco, tra invenzione e realtà

Lorusso, A. M.
2022

Abstract

Che la narrativa di Umberto Eco sia una narrativa enciclopedica è stato detto da più parti; è percezione comune non solo di studiosi ma anche di giornalisti e semplici lettori: nei romanzi di Umberto Eco troviamo la filosofia, la storia, i feuilleton d’antan, l’erudizione, la cultura pop… strati e strati di cultura, che vanno dai riferimenti all’attualità alla citazione coperta dei testi più antichi della nostra cultura classica o medievale. E la mostra di cui questo volume rende conto lo attesta. Ciò che vorremmo evidenziare nel contributo o è, però, come questa rete enciclopedica – in cui fantasie, studi e fatti storici si intrecciano con pari dignità – non sia solo un bacino cui attingono i romanzi, bensì una più ampia concezione del mondo che, nella sua relazionalità, non fa distinzioni di sostanza tra cronaca e invenzione, tra logica e narrazione, tra vero e verosimile, tra fatti e interpretazioni sembrerebbe di poter dire (con un lessico che suona forse ormai un po’ datato), e non perché tutto sia equivalente, ma perché tutto può cambiare ruolo e posizione, a seconda di come retoricamente viene presentato. Questa continuità tra finzione e verità, immaginazione e realtà, è da Eco non solo assunta e messa in pratica, ma in alcuni contesti esplicitamente teorizzata; in particolare in riferimento alla questione del falso.
2022
L'idea della biblioteca
169
178
Lorusso, A.M.
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