Il Montefeltro, la regione storica a cavallo tra Romagna e Marche, non è mai stata studiato organicamente per quanto riguarda il XX secolo. La locale Società di studi storici ha organizzato alcuni anni or sono un gruppo di lavoro formato da docenti e ricercatori di diverse università (specie Bologna e Ancora, ma non solo) per colmare questo vuoto, utilizzando diversi punti di vista. Il saggio in questione si è occupato in particolare di ricostruire le principali vicende del Montefeltro dal punto di vista politico e amministrativo, e per fare ciò è stato necessario consultare gli archivi di vari paesi della zona, con non poche difficoltà logistiche per l'eccentricità e montuosità del territorio, trovando però numerosi documenti inediti che hanno costituito la base dello studio. Confrontandoli con altre fonti (la stampa locale, la memorialistica, la frammentaria bibliografia preesistente ecc.) è stato possibile i principali cambiamenti che la zona ha conosciuto: il declino delle funzioni di alcuni centri di antichissima tradizione (San Leo, Talamello), e il crescere nella scala gerarchica territoriale di altri. Tra questi Maceratafeltria ma soprattutto Novafeltria, che si è imposto come 'centro regolatore e fornitore di servizi' per gran parte, ma non tutto, il territorio, in particolare nel campo sanitario e scolastico. Una menzione particolare ha meritato l'unico centro industriale un tempo esistente in una zona di povera economia rurale, la miniera di zolfo di Perticara. L'uso di documenti inediti conservati presso l'Archivio Centrale dello Stato a Roma, ha dimostrato come una zona estremamente periferica del Paese arrivasse a godere di particolari attenzioni in età fascista per il suo interesse strategico: a fine anni Trenta, Mussolini si disinteressò del Montefeltro ma compì un importante investimento su Perticara per ottenere il consenso dei lavoratori e sfruttarne al massimo la capacità produttiva, indispensabile ai fini della propria politica di espansione. Dopo il 1943, venne ripagato, in una zona di intensa attività partigiana, con l'adesione di gran parte della popolazione di Perticara alla Rsi e la partenza di molti giovani (almeno 300) per Salò. Al di là dell'episodio, comunque non trascurabile, la ricerca è poi proseguita analizzando i principali sviluppi che il territorio ha conosciuto nel secondo dopoguerra, in particolare le risposte che la politica ha cercato di dare alla crisi della miniera e alle conseguenze di un'emigrazione non più stagionale ma definitiva. Tutto ciò in un contesto in cui si sono emerse con forza questioni di identità regionale e culturale che - è storia recentissima - hanno portato alla separazione della Valmarecchia dalla provincia di Pesaro e al suo ingresso in quella di Rimini, a testimonianza dell'importanza del senso di sicurezza che la riscoperta dell'identità locale, vera o presunta, fornisce in tempi di globalizzazione.

Politica e amministrazione in Montefeltro / A. Malfitano. - STAMPA. - (2010), pp. 189-226.

Politica e amministrazione in Montefeltro

MALFITANO, ALBERTO
2010

Abstract

Il Montefeltro, la regione storica a cavallo tra Romagna e Marche, non è mai stata studiato organicamente per quanto riguarda il XX secolo. La locale Società di studi storici ha organizzato alcuni anni or sono un gruppo di lavoro formato da docenti e ricercatori di diverse università (specie Bologna e Ancora, ma non solo) per colmare questo vuoto, utilizzando diversi punti di vista. Il saggio in questione si è occupato in particolare di ricostruire le principali vicende del Montefeltro dal punto di vista politico e amministrativo, e per fare ciò è stato necessario consultare gli archivi di vari paesi della zona, con non poche difficoltà logistiche per l'eccentricità e montuosità del territorio, trovando però numerosi documenti inediti che hanno costituito la base dello studio. Confrontandoli con altre fonti (la stampa locale, la memorialistica, la frammentaria bibliografia preesistente ecc.) è stato possibile i principali cambiamenti che la zona ha conosciuto: il declino delle funzioni di alcuni centri di antichissima tradizione (San Leo, Talamello), e il crescere nella scala gerarchica territoriale di altri. Tra questi Maceratafeltria ma soprattutto Novafeltria, che si è imposto come 'centro regolatore e fornitore di servizi' per gran parte, ma non tutto, il territorio, in particolare nel campo sanitario e scolastico. Una menzione particolare ha meritato l'unico centro industriale un tempo esistente in una zona di povera economia rurale, la miniera di zolfo di Perticara. L'uso di documenti inediti conservati presso l'Archivio Centrale dello Stato a Roma, ha dimostrato come una zona estremamente periferica del Paese arrivasse a godere di particolari attenzioni in età fascista per il suo interesse strategico: a fine anni Trenta, Mussolini si disinteressò del Montefeltro ma compì un importante investimento su Perticara per ottenere il consenso dei lavoratori e sfruttarne al massimo la capacità produttiva, indispensabile ai fini della propria politica di espansione. Dopo il 1943, venne ripagato, in una zona di intensa attività partigiana, con l'adesione di gran parte della popolazione di Perticara alla Rsi e la partenza di molti giovani (almeno 300) per Salò. Al di là dell'episodio, comunque non trascurabile, la ricerca è poi proseguita analizzando i principali sviluppi che il territorio ha conosciuto nel secondo dopoguerra, in particolare le risposte che la politica ha cercato di dare alla crisi della miniera e alle conseguenze di un'emigrazione non più stagionale ma definitiva. Tutto ciò in un contesto in cui si sono emerse con forza questioni di identità regionale e culturale che - è storia recentissima - hanno portato alla separazione della Valmarecchia dalla provincia di Pesaro e al suo ingresso in quella di Rimini, a testimonianza dell'importanza del senso di sicurezza che la riscoperta dell'identità locale, vera o presunta, fornisce in tempi di globalizzazione.
2010
Il Montefeltro nel '900. Economia, politica e società
189
226
Politica e amministrazione in Montefeltro / A. Malfitano. - STAMPA. - (2010), pp. 189-226.
A. Malfitano
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