Le elezioni generali svoltesi il 4 marzo hanno confermato e approfondito il netto cambiamento del sistema partitico che era risultato già evidente nelle elezioni del 2013. Alla vigilia delle elezioni del 2018, la gran parte degli analisti consideravano come esito più probabile un governo guidato da un esponente Pd o di Forza Italia (FI), anche grazie al sostegno parlamentare dell’altro gruppo. Il successo elettorale di Lega e Movimento 5 stelle (M5s), accanto alla crisi interna di Pd e FI, ha invece portato non solo alla formazione del governo giallo-verde (M5s-Lega) ma anche, nel corso dell’anno, a uno straordinario e inedito ampliamento delle intenzioni di voto complessivamente favorevoli ai due partiti «sfidanti». Se le elezioni del 4 marzo 2018 avevano sostanzialmente confermato la struttura «tripolare» già osservata nel 2013 (ma allora nascosta dal premio di maggioranza), le tendenze registrate nel corso dell’anno rendo- no plausibili anche evoluzioni ulteriori, con l’area dei partiti po- pulisti sostenuta dal consenso di circa il 60% dell’elettorato e con i due principali partiti mainstream ai margini del sistema, isolati e con consensi in continuo calo. Il capitolo mostra innanzitutto come il cambiamento degli equilibri elettorali fosse stato già annunciato da un cambiamento nei temi considerati prioritari dagli elettori (paragrafo 1). Esaminando i risultati del voto, si mostra come, al contrario di quanto sostenuto da molti analisti e politici italiani, la nuova legge elettorale non abbia avuto effetti puramente proporzionali (paragrafo 2). A causa della profonda differenziazione territoriale del voto ha prodotto in realtà distorsioni molto marcate nella distribuzione dei seggi sia a Nord sia a Sud del paese, che si sono compensate al livello aggregato nazionale. Viene quindi ricostruita la mappa sociale del voto, la posizione dei vari elettorati sui temi salienti (paragrafo 3) e come si sono poi ulteriormente evoluti gli allineamenti elettorali nel corso dell’anno (paragrafo 4). Nel paragrafo conclusivo vengono esposte ipotesi riguardo alla dinamica del cambiamento del sistema partitico indotta dalla cosiddetta «ondata populista».
salvatore vassallo, michael shin (2019). La nuova mappa del consenso politico. Cosa c’è di nuovo nell’ondata populista?. Bologna : Il Mulino.
La nuova mappa del consenso politico. Cosa c’è di nuovo nell’ondata populista?
salvatore vassallo
Primo
;
2019
Abstract
Le elezioni generali svoltesi il 4 marzo hanno confermato e approfondito il netto cambiamento del sistema partitico che era risultato già evidente nelle elezioni del 2013. Alla vigilia delle elezioni del 2018, la gran parte degli analisti consideravano come esito più probabile un governo guidato da un esponente Pd o di Forza Italia (FI), anche grazie al sostegno parlamentare dell’altro gruppo. Il successo elettorale di Lega e Movimento 5 stelle (M5s), accanto alla crisi interna di Pd e FI, ha invece portato non solo alla formazione del governo giallo-verde (M5s-Lega) ma anche, nel corso dell’anno, a uno straordinario e inedito ampliamento delle intenzioni di voto complessivamente favorevoli ai due partiti «sfidanti». Se le elezioni del 4 marzo 2018 avevano sostanzialmente confermato la struttura «tripolare» già osservata nel 2013 (ma allora nascosta dal premio di maggioranza), le tendenze registrate nel corso dell’anno rendo- no plausibili anche evoluzioni ulteriori, con l’area dei partiti po- pulisti sostenuta dal consenso di circa il 60% dell’elettorato e con i due principali partiti mainstream ai margini del sistema, isolati e con consensi in continuo calo. Il capitolo mostra innanzitutto come il cambiamento degli equilibri elettorali fosse stato già annunciato da un cambiamento nei temi considerati prioritari dagli elettori (paragrafo 1). Esaminando i risultati del voto, si mostra come, al contrario di quanto sostenuto da molti analisti e politici italiani, la nuova legge elettorale non abbia avuto effetti puramente proporzionali (paragrafo 2). A causa della profonda differenziazione territoriale del voto ha prodotto in realtà distorsioni molto marcate nella distribuzione dei seggi sia a Nord sia a Sud del paese, che si sono compensate al livello aggregato nazionale. Viene quindi ricostruita la mappa sociale del voto, la posizione dei vari elettorati sui temi salienti (paragrafo 3) e come si sono poi ulteriormente evoluti gli allineamenti elettorali nel corso dell’anno (paragrafo 4). Nel paragrafo conclusivo vengono esposte ipotesi riguardo alla dinamica del cambiamento del sistema partitico indotta dalla cosiddetta «ondata populista».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.