Correva l’anno 1993 quando Robin Setton accennò al fatto che sulle riviste specializzate in studi sull’interpretazione mancavano all’appello le pubblicazioni inerenti al cinese. Oggigiorno grazie all’intensificarsi in modo esponenziale delle relazioni tra la Cina e il resto del mondo, temi relativi alla mediazione linguistica e comunicazione interculturale continuano a suscitare sempre più interesse. Malgrado ciò, l’interpretazione tra l’italiano e il cinese rimane tutt’ora un terreno pressoché inesplorato rispetto ad altre combinazioni linguistiche. Il primo obiettivo del presente articolo consiste quindi nel gettare luce su alcune peculiarità di questa coppia linguistica, indirizzandosi soprattutto verso gli aspiranti e novizi interpreti italofoni, la cui maggioranza entra in contatto con il mondo cinese solo durante il percorso universitario. Pertanto, il consolidamento e l’arricchimento della conoscenza linguistica deve rappresentare sempre una priorità. Tuttavia, le nozioni linguistiche non vanno viste né assimiliate in modo isolato, devono relazionarsi con le rispettive culture e società. La profonda diversità tipologica tra l’italiano e il cinese da un lato implica maggiore criticità cognitiva e mnemonica da parte dell’interprete, ma allo stesso tempo lo sollecita ad escogitare soluzioni pragmaticamente e culturalmente valide: un eventuale, seppur ormai desueto, concetto di tradurre parola per parola viene sfidato fortemente a partire dalla stessa definizione di “parola”, concepita diversamente nelle due lingue. In cinese, ad esempio, parola e sillaba corrispondono nella stragrande maggioranza dei casi; in italiano, invece, quasi mai. Perciò, la riuscita dell’interpretazione tra l’italiano e il cinese trova fondamenti nella consapevolezza delle specificità e la capacità di ricontestualizzare le precipuità linguistico-culturali in forma intelligibile e appropriata per membri dell’altra comunità linguistica. In questa direzione, anche in relazione alle caratteristiche delle modalità consecutiva e simultanea, verranno discusse con rispettivi esempi le criticità linguistiche ed extralinguistiche più salienti che possono emergere nelle pratiche dell’interpretazione, nonché i possibili approcci e strategie nell’affrontarle. Inoltre, verranno forniti proposte e suggerimenti per l’approfondimento personale orientato all’accrescimento della competenza comunicativa nelle situazioni interlinguistiche e interculturali, con la speranza che costituiscano un punto di partenza per ulteriori riflessioni.

Interpretare tra cinese e italiano / Han Wang, Riccardo Moratto. - ELETTRONICO. - (2022), pp. 173-190.

Interpretare tra cinese e italiano

Han Wang;
2022

Abstract

Correva l’anno 1993 quando Robin Setton accennò al fatto che sulle riviste specializzate in studi sull’interpretazione mancavano all’appello le pubblicazioni inerenti al cinese. Oggigiorno grazie all’intensificarsi in modo esponenziale delle relazioni tra la Cina e il resto del mondo, temi relativi alla mediazione linguistica e comunicazione interculturale continuano a suscitare sempre più interesse. Malgrado ciò, l’interpretazione tra l’italiano e il cinese rimane tutt’ora un terreno pressoché inesplorato rispetto ad altre combinazioni linguistiche. Il primo obiettivo del presente articolo consiste quindi nel gettare luce su alcune peculiarità di questa coppia linguistica, indirizzandosi soprattutto verso gli aspiranti e novizi interpreti italofoni, la cui maggioranza entra in contatto con il mondo cinese solo durante il percorso universitario. Pertanto, il consolidamento e l’arricchimento della conoscenza linguistica deve rappresentare sempre una priorità. Tuttavia, le nozioni linguistiche non vanno viste né assimiliate in modo isolato, devono relazionarsi con le rispettive culture e società. La profonda diversità tipologica tra l’italiano e il cinese da un lato implica maggiore criticità cognitiva e mnemonica da parte dell’interprete, ma allo stesso tempo lo sollecita ad escogitare soluzioni pragmaticamente e culturalmente valide: un eventuale, seppur ormai desueto, concetto di tradurre parola per parola viene sfidato fortemente a partire dalla stessa definizione di “parola”, concepita diversamente nelle due lingue. In cinese, ad esempio, parola e sillaba corrispondono nella stragrande maggioranza dei casi; in italiano, invece, quasi mai. Perciò, la riuscita dell’interpretazione tra l’italiano e il cinese trova fondamenti nella consapevolezza delle specificità e la capacità di ricontestualizzare le precipuità linguistico-culturali in forma intelligibile e appropriata per membri dell’altra comunità linguistica. In questa direzione, anche in relazione alle caratteristiche delle modalità consecutiva e simultanea, verranno discusse con rispettivi esempi le criticità linguistiche ed extralinguistiche più salienti che possono emergere nelle pratiche dell’interpretazione, nonché i possibili approcci e strategie nell’affrontarle. Inoltre, verranno forniti proposte e suggerimenti per l’approfondimento personale orientato all’accrescimento della competenza comunicativa nelle situazioni interlinguistiche e interculturali, con la speranza che costituiscano un punto di partenza per ulteriori riflessioni.
2022
Interpretare da e verso l’italiano: didattica e innovazione per la formazione dell’interprete
173
190
Interpretare tra cinese e italiano / Han Wang, Riccardo Moratto. - ELETTRONICO. - (2022), pp. 173-190.
Han Wang, Riccardo Moratto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/885253
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