Il castello degli Agolanti, sito in località detta Tomba Bianca su un’altura che domina il mare e la via Flaminia, è citato in diverse fonti scritte ed è stato interessato in tre distinte occasioni da campagne di scavo archeologico. Purtroppo tutti gli scavi compiuti vengono descritti come troppo veloci, per la mancanza di fondi, per delineare la storia costruttiva della fortificazione. Il primo scavo archeologico risale al 1984. Gli scavi del 1984 si concentrarono sul cortile interno dove furono scavate due trincee, ortogonali fra loro, fino alla profondità del terreno sterile. In seguito si aprirono ridotte aree di scavo “seguendo i muri perimetrali esterni” al fine di verificare il loro andamento e la presenza delle torri angolari e del ponte di accesso descritti dalle fonti storiche. Questi scavi hanno smentito le fonti, non rinvenendo un torrione in aggetto nell’angolo Sud come per gli angoli Nord e Ovest. In quest’area, indagata con difficoltà per la presenza di acque di risorgiva, è stata documentata una sovrapposizione di murature (forse per garantire la stabilità della struttura in un punto problematico a causa dell’acqua di risalita). Il muro perimetrale Sud-Est è formato da due muri affiancati, anche se per motivi tecnici durante lo scavo non ci si è potuti approfondire e chiarire le dinamiche costruttive. Una lunga trincea, con andamento sud-Est, ha evidenziato la presenza di due muri paralleli all’esterno delle mura perimetrali e di alcuni piani d’uso, focolari e canalette di scolo di epoche differenti. La ceramica rinvenuta nel condotto fognario è datata tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo. Quest’area è stata considerata prospiciente all’accesso al cortile del castello. Gli interventi di scavo del 1989 si sono concentrati presso le porzioni di edificio conservate in alzato soprattutto a livello di strutture di fondazione. Nel 1999 sotto la Direzione scientifica di Maria Grazia Maioli sono state condotte altre indagini durante le fasi finali del restauro dell’edificio. Queste veloci ricerche hanno verificato i dati raccolti dai due precedenti interventi e realizzato una precisa documentazione delle strutture murarie perse a causa del degrado che l’edificio ha subito nell’Ottocento. Questa campagna ha restituito informazioni anche sul recente riutilizzo del fortilizio come fattoria, sono state rinvenute strutture connesse all’allevamento del bestiame e addirittura il letamaio. Anche al termine del terzo intervento veniva auspicata la ripresa di scavi stratigrafici in alcuni punti strategici dell’area. Tra questi andrebbe indagato lo spazio all’esterno della porzione centrale del muro di circa 8 metri che si affaccia a mare dove l’Architetto Bacchiani ha notato una discontinuità nella cortina muraria. Questo tratto di mura ha i beccatelli rivolti verso monte (oggi visibili all’interno della sala A), quindi interpretabile come parte di una precedente struttura difensiva poi inglobata nell’attuale muro perimetrale Nord-Est.

Tomba Bianca, Riccione

Cirelli Enrico
2022

Abstract

Il castello degli Agolanti, sito in località detta Tomba Bianca su un’altura che domina il mare e la via Flaminia, è citato in diverse fonti scritte ed è stato interessato in tre distinte occasioni da campagne di scavo archeologico. Purtroppo tutti gli scavi compiuti vengono descritti come troppo veloci, per la mancanza di fondi, per delineare la storia costruttiva della fortificazione. Il primo scavo archeologico risale al 1984. Gli scavi del 1984 si concentrarono sul cortile interno dove furono scavate due trincee, ortogonali fra loro, fino alla profondità del terreno sterile. In seguito si aprirono ridotte aree di scavo “seguendo i muri perimetrali esterni” al fine di verificare il loro andamento e la presenza delle torri angolari e del ponte di accesso descritti dalle fonti storiche. Questi scavi hanno smentito le fonti, non rinvenendo un torrione in aggetto nell’angolo Sud come per gli angoli Nord e Ovest. In quest’area, indagata con difficoltà per la presenza di acque di risorgiva, è stata documentata una sovrapposizione di murature (forse per garantire la stabilità della struttura in un punto problematico a causa dell’acqua di risalita). Il muro perimetrale Sud-Est è formato da due muri affiancati, anche se per motivi tecnici durante lo scavo non ci si è potuti approfondire e chiarire le dinamiche costruttive. Una lunga trincea, con andamento sud-Est, ha evidenziato la presenza di due muri paralleli all’esterno delle mura perimetrali e di alcuni piani d’uso, focolari e canalette di scolo di epoche differenti. La ceramica rinvenuta nel condotto fognario è datata tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo. Quest’area è stata considerata prospiciente all’accesso al cortile del castello. Gli interventi di scavo del 1989 si sono concentrati presso le porzioni di edificio conservate in alzato soprattutto a livello di strutture di fondazione. Nel 1999 sotto la Direzione scientifica di Maria Grazia Maioli sono state condotte altre indagini durante le fasi finali del restauro dell’edificio. Queste veloci ricerche hanno verificato i dati raccolti dai due precedenti interventi e realizzato una precisa documentazione delle strutture murarie perse a causa del degrado che l’edificio ha subito nell’Ottocento. Questa campagna ha restituito informazioni anche sul recente riutilizzo del fortilizio come fattoria, sono state rinvenute strutture connesse all’allevamento del bestiame e addirittura il letamaio. Anche al termine del terzo intervento veniva auspicata la ripresa di scavi stratigrafici in alcuni punti strategici dell’area. Tra questi andrebbe indagato lo spazio all’esterno della porzione centrale del muro di circa 8 metri che si affaccia a mare dove l’Architetto Bacchiani ha notato una discontinuità nella cortina muraria. Questo tratto di mura ha i beccatelli rivolti verso monte (oggi visibili all’interno della sala A), quindi interpretabile come parte di una precedente struttura difensiva poi inglobata nell’attuale muro perimetrale Nord-Est.
2022
2021
Cirelli Enrico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/884647
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