Frutto di un’imponente ricerca sulle fonti archivistiche, questo volume intende colmare un limite nella storiografia nazionale sul Partito comunista: la difficoltà a considerare e approfondire adeguatamente le espressioni territoriali. La storia del Pci emiliano-romagnolo mostra peculiarità molto nette in materia di valorizzazione delle autonomie, di riflessione sulla forma-partito e di attitudine riformista. Caratteristiche che vengono affrontate da diversi punti di vista nelle quattro parti in cui è articolato il volume – Politica e cultura, Welfare e società, Lavoro e impresa, Partiti e istituzioni – mostrando come in Emilia-Romagna i limiti del «vecchio bagaglio comunista» furono superati meglio che altrove aprendo la via, di fatto, a un modello di sviluppo socialdemocratico e riformista, che si dispiegò pienamente a partire dagli anni Sessanta, quando salì alla ribalta una nuova generazione di dirigenti. La spinta riformista del Pci emiliano-romagnolo visse il suo momento più intenso in corrispondenza del regionalismo dei primi anni Settanta, ma subì una battuta d’arresto nella seconda metà di quel decennio. A pesare furono i processi di ricentralizzazione nelle politiche pubbliche che si verificarono durante i governi di «solidarietà nazionale», nel quadro complessivo di un paese che viveva l’escalation del terrorismo. Nella società della transizione post-fordista, il Pci si trovò di fronte una realtà sociale e politica molto diversa da quella che lo aveva portato alla precedente ascesa elettorale, ma anche il rapporto del Pci con la società post-industriale va analizzato in relazione alle dinamiche territoriali e la risposta del partito in Emilia-Romagna mostra spunti di particolare interesse, che vengono qui affrontati per la prima volta con una prospettiva storica.
Carlo De Maria (2022). Storia del PCI in Emilia-Romagna: welfare, lavoro, cultura, autonomie (1945-1991). Bologna : Bologna University Press.
Storia del PCI in Emilia-Romagna: welfare, lavoro, cultura, autonomie (1945-1991)
Carlo De Maria
2022
Abstract
Frutto di un’imponente ricerca sulle fonti archivistiche, questo volume intende colmare un limite nella storiografia nazionale sul Partito comunista: la difficoltà a considerare e approfondire adeguatamente le espressioni territoriali. La storia del Pci emiliano-romagnolo mostra peculiarità molto nette in materia di valorizzazione delle autonomie, di riflessione sulla forma-partito e di attitudine riformista. Caratteristiche che vengono affrontate da diversi punti di vista nelle quattro parti in cui è articolato il volume – Politica e cultura, Welfare e società, Lavoro e impresa, Partiti e istituzioni – mostrando come in Emilia-Romagna i limiti del «vecchio bagaglio comunista» furono superati meglio che altrove aprendo la via, di fatto, a un modello di sviluppo socialdemocratico e riformista, che si dispiegò pienamente a partire dagli anni Sessanta, quando salì alla ribalta una nuova generazione di dirigenti. La spinta riformista del Pci emiliano-romagnolo visse il suo momento più intenso in corrispondenza del regionalismo dei primi anni Settanta, ma subì una battuta d’arresto nella seconda metà di quel decennio. A pesare furono i processi di ricentralizzazione nelle politiche pubbliche che si verificarono durante i governi di «solidarietà nazionale», nel quadro complessivo di un paese che viveva l’escalation del terrorismo. Nella società della transizione post-fordista, il Pci si trovò di fronte una realtà sociale e politica molto diversa da quella che lo aveva portato alla precedente ascesa elettorale, ma anche il rapporto del Pci con la società post-industriale va analizzato in relazione alle dinamiche territoriali e la risposta del partito in Emilia-Romagna mostra spunti di particolare interesse, che vengono qui affrontati per la prima volta con una prospettiva storica.File | Dimensione | Formato | |
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