La presenza di Gustav Klimt alla Biennale di Venezia nel 1910 e alla Esposizione Internazionale d’arte di Roma del 1911 costituì un momento cruciale nella storia artistica italiana. Gli esempi offerti dalle raffinate ed ‘eccentriche’ tele del maestro austriaco sollecitarono molti nostri artisti dell’epoca a ripensare al proprio operato in favore di uno stile più moderno e internazionale. Personalità di rilievo come Galileo Chini e Vittorio Zecchin, ad esempio, così come personaggi meno noti quali Emma Bonazzi e Luigi Bonazza, trassero dalle opere del capofila della Wiener Secession quegli elementi formali e poetici necessari ad aggiornare il loro linguaggio in direzione di un decorativismo pittorico di gusto Déco. Altri artisti, invece, reagirono all’ascendente esercitato dal grande maestro viennese stravolgendolo dall’interno, costringendo la figurazione klimtiana nell’ampio contesto dell’Espressionismo italiano. Tra questi Adolfo Wildt e Felice Casorati, promotori di un’arte in bilico fra estremo rigore formale, primitivismo e figurazione ‘selvaggia’. In entrambi i casi l’opera di Klimt contribuì a ‘svecchiare’ il panorama nazionale e ad avviare quel processo di rinnovamento artistico che si sviluppo in Italia nei primi due decenni del XX secolo.
giuseppe virelli (2022). Con Klimt, oltre Klimt: gli ortodossi, gli iconoclasti e gli “isolati”. Milano : Skira.
Con Klimt, oltre Klimt: gli ortodossi, gli iconoclasti e gli “isolati”
giuseppe virelli
Membro del Collaboration Group
2022
Abstract
La presenza di Gustav Klimt alla Biennale di Venezia nel 1910 e alla Esposizione Internazionale d’arte di Roma del 1911 costituì un momento cruciale nella storia artistica italiana. Gli esempi offerti dalle raffinate ed ‘eccentriche’ tele del maestro austriaco sollecitarono molti nostri artisti dell’epoca a ripensare al proprio operato in favore di uno stile più moderno e internazionale. Personalità di rilievo come Galileo Chini e Vittorio Zecchin, ad esempio, così come personaggi meno noti quali Emma Bonazzi e Luigi Bonazza, trassero dalle opere del capofila della Wiener Secession quegli elementi formali e poetici necessari ad aggiornare il loro linguaggio in direzione di un decorativismo pittorico di gusto Déco. Altri artisti, invece, reagirono all’ascendente esercitato dal grande maestro viennese stravolgendolo dall’interno, costringendo la figurazione klimtiana nell’ampio contesto dell’Espressionismo italiano. Tra questi Adolfo Wildt e Felice Casorati, promotori di un’arte in bilico fra estremo rigore formale, primitivismo e figurazione ‘selvaggia’. In entrambi i casi l’opera di Klimt contribuì a ‘svecchiare’ il panorama nazionale e ad avviare quel processo di rinnovamento artistico che si sviluppo in Italia nei primi due decenni del XX secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.