Il volume raccoglie gli esiti di una ricerca su “Il teatro a scuola. Pratiche, immaginari e risorse del fare teatro nei contesti educativi. Le esperienze delle scuole di Modena” promossa dallo Sportello TeatroScuola attivo presso il Memo e dal Comune di Modena riguardante le esperienze di laboratorio e di attività teatrali a scuola. Un primo elemento complessivo è emerso dalla ricerca in modo particolarmente evidenti: l’elemento qualificante le esperienze del “fare teatro a scuola” risiede in quella pluralità di forme differenti con cui, a seconda dei contesti, si esprime; una pluralità di esperienze che si traduce in una pluralità di “ragioni”, di metodologie, di tecniche teatrali, di finalità didattiche, di esperienze concrete e anche di “punti di vista” differenti sul fare teatro a scuola. Un secondo filo conduttore che percorre tutta la ricerca riguarda le figure professionali diverse che si occupano nei contesti scolastici di attività teatrali: l’insegnante e l’operatore esterno. Si tratta di una relazione complessa e per sua natura “processuale” in grado cioè di facilitare processi di cambiamento nel contesto scolastico di natura cognitiva, relazionale, culturale: differenze di competenze professionali, di ruoli educativi, di storie e interessi culturali, di “punti di vista” sul gruppo classe che in occasione delle attività teatrali entrano in dialogo e co-costruiscono un processo, interpretando uno degli ambiti tra dentro/fuori la scuola, tra scuola e territorio al centro delle valenze educative e culturali del teatro a scuola. Il teatro come “cura di sé” permette di appropriarsi di nuovi linguaggi quello del corpo, delle emozioni, basati sul lavoro in gruppo, sulle dimensioni relazionali, ma soprattutto attiva il linguaggio della finzione e della creativitá. La dimensione di processualitá e di co-costruzione dell´evento teatrale a scuola non è realizzabile se non attraverso una “didattica delle emozioni”, attraverso la quale conosco – gli altri, gli eventi, me stesso – attraverso una pratica di empatizzazione. Sperimentare la negoziazione culturale nella co-costruzione dell’evento teatrale significa sperimentare linguaggi e processi della vita; in questo senso se la via è rappresentazione, la rappresentazione teatrale è uno strumento “educativo” in grado di mettere in scena la problematicità degli eventi reali in una forma “protetta”. Il senso del “fare teatro” a scuola risiede nel suo essere costitutivamente uno sguardo “ai margini” sia sul piano dei contenuti che dei linguaggi innanzitutto rispetto al “programma scolastico”, ma al tempo stesso trasversale e intrinsecamente legato ad esso. Pluralità di tematiche e pluralità di linguaggi permette di agire attraverso il teatro attraverso una “didattica dei punti di vista” che sollecita la messa in campo dei “punti di vista” differenti che partecipano all’attività, sperimentando concretamente la pluralità culturale da un lato, dall’altro facendo esperienza del punto di vista dell’altro. Tematiche del “fuori” dalla scuola che entrano ogni giorno prepotentemente nella scuola ma che spesso non trovano forme e modi per essere affrontate e metabolizzate: su queste tematiche invece il teatro fornisce la possibilitá di ridare voce alla scuola fornendole un contesto condiviso su cui realizzare un’esperienza particolare e portandola, in alcuni casi ma non necessariamente, nuovamente “fuori” (in occasione delle rassegna teatrali, delle rappresentazioni finali aperte ad un pubblico di genitori ecc.). Fare teatro a scuola è visto e vissuto come “azione performativa”: a partire dalla propria storia professionale e personale di avvicinamento al teatro emerge come la scelta di re-invenzione il teatro rispetto alla specificità dei contesti educativi. L´”azione performativa” a scuola riguarda la possibilità di affrontare ambiti ritenuti, dai partecipanti, come cruciali proprio per il loro situarsi in una “zona di confine”, di aprire un dialogo con ciò che è fuori dalla scuola. Il ...
Guerzoni G., Soci D. (2009). Il Teatro a scuola. Pratiche, immaginari, risorse del fare teatro nelle scuole di Modena e provincia. MODENA : Comune di Modnea.
Il Teatro a scuola. Pratiche, immaginari, risorse del fare teatro nelle scuole di Modena e provincia
GUERZONI, GIOVANNA;SOCI, DANIELA
2009
Abstract
Il volume raccoglie gli esiti di una ricerca su “Il teatro a scuola. Pratiche, immaginari e risorse del fare teatro nei contesti educativi. Le esperienze delle scuole di Modena” promossa dallo Sportello TeatroScuola attivo presso il Memo e dal Comune di Modena riguardante le esperienze di laboratorio e di attività teatrali a scuola. Un primo elemento complessivo è emerso dalla ricerca in modo particolarmente evidenti: l’elemento qualificante le esperienze del “fare teatro a scuola” risiede in quella pluralità di forme differenti con cui, a seconda dei contesti, si esprime; una pluralità di esperienze che si traduce in una pluralità di “ragioni”, di metodologie, di tecniche teatrali, di finalità didattiche, di esperienze concrete e anche di “punti di vista” differenti sul fare teatro a scuola. Un secondo filo conduttore che percorre tutta la ricerca riguarda le figure professionali diverse che si occupano nei contesti scolastici di attività teatrali: l’insegnante e l’operatore esterno. Si tratta di una relazione complessa e per sua natura “processuale” in grado cioè di facilitare processi di cambiamento nel contesto scolastico di natura cognitiva, relazionale, culturale: differenze di competenze professionali, di ruoli educativi, di storie e interessi culturali, di “punti di vista” sul gruppo classe che in occasione delle attività teatrali entrano in dialogo e co-costruiscono un processo, interpretando uno degli ambiti tra dentro/fuori la scuola, tra scuola e territorio al centro delle valenze educative e culturali del teatro a scuola. Il teatro come “cura di sé” permette di appropriarsi di nuovi linguaggi quello del corpo, delle emozioni, basati sul lavoro in gruppo, sulle dimensioni relazionali, ma soprattutto attiva il linguaggio della finzione e della creativitá. La dimensione di processualitá e di co-costruzione dell´evento teatrale a scuola non è realizzabile se non attraverso una “didattica delle emozioni”, attraverso la quale conosco – gli altri, gli eventi, me stesso – attraverso una pratica di empatizzazione. Sperimentare la negoziazione culturale nella co-costruzione dell’evento teatrale significa sperimentare linguaggi e processi della vita; in questo senso se la via è rappresentazione, la rappresentazione teatrale è uno strumento “educativo” in grado di mettere in scena la problematicità degli eventi reali in una forma “protetta”. Il senso del “fare teatro” a scuola risiede nel suo essere costitutivamente uno sguardo “ai margini” sia sul piano dei contenuti che dei linguaggi innanzitutto rispetto al “programma scolastico”, ma al tempo stesso trasversale e intrinsecamente legato ad esso. Pluralità di tematiche e pluralità di linguaggi permette di agire attraverso il teatro attraverso una “didattica dei punti di vista” che sollecita la messa in campo dei “punti di vista” differenti che partecipano all’attività, sperimentando concretamente la pluralità culturale da un lato, dall’altro facendo esperienza del punto di vista dell’altro. Tematiche del “fuori” dalla scuola che entrano ogni giorno prepotentemente nella scuola ma che spesso non trovano forme e modi per essere affrontate e metabolizzate: su queste tematiche invece il teatro fornisce la possibilitá di ridare voce alla scuola fornendole un contesto condiviso su cui realizzare un’esperienza particolare e portandola, in alcuni casi ma non necessariamente, nuovamente “fuori” (in occasione delle rassegna teatrali, delle rappresentazioni finali aperte ad un pubblico di genitori ecc.). Fare teatro a scuola è visto e vissuto come “azione performativa”: a partire dalla propria storia professionale e personale di avvicinamento al teatro emerge come la scelta di re-invenzione il teatro rispetto alla specificità dei contesti educativi. L´”azione performativa” a scuola riguarda la possibilità di affrontare ambiti ritenuti, dai partecipanti, come cruciali proprio per il loro situarsi in una “zona di confine”, di aprire un dialogo con ciò che è fuori dalla scuola. Il ...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.