Descrizione del progetto Questo progetto intende realizzare un’indagine campionaria volta a esplorare le attitudini degli studenti degli atenei italiani nei confronti della lettura e dello studio e il processo di scelta che li porta ad acquistare testi piuttosto che fotocopie o altro materiale “grigio”. Tale indagine consentirà di comprendere le percezioni degli studenti nei confronti della riproduzione non autorizzata, di identificare le principali fonti di riproduzione e definire le più efficaci politiche di sensibilizzazione all’illegalità della reprografia non autorizzata. Questi risultati permetteranno di appurare se le politiche adottate dagli editori sono valide o se altre strategie, magari basate su una diversa gestione dei diritti d’autore, potrebbero essere più idonee. Lo studio delle caratteristiche socio-demografiche dello studente potrà svelare attitudini diverse di consumo, al pari delle caratteristiche dei corsi (di area scientifica, umanistica,…), nonché del modo di porsi del docente rispetto al libro di testo (introdotto con modalità che evidenziano gli aspetti di illegalità, percepiente o meno dei diritti,…) Anche l’anno d’iscrizione può influenzare l’atteggiamento nei confronti del “consumo” di libri. E’ infatti lecito attendersi che le matricole siano meno sensibili rispetto a una serie di usanze acquisibili nel tempo, tra cui la riproduzione illegale di testi. Le ragioni di questo atteggiamento può essere dovuto sia alla novità nell’uso di materiali didattici e di libri, sia alla scarsa conoscenza delle pratiche di fotocopia o scambio di testi. L’indagine avrà come target un campione diversificato sotto diversi punti di vista: essa coinvolgerà studenti di due Atenei, iscritti a diversi settori disciplinari (scienze esatte, scienze sociali, medicina, ecc.) e ad anni di corso differenti. In indagini passate (Balducci, Scorcu, Vici, 2009), l’atteggiamento dei giovani nei confronti del consumo culturale, della pirateria e della lettura in genere è risultato influenzato dal comportamento di amici, parenti e conoscenti. Pertanto, per verificare la portata di questo effetto (peer group effect) e testare se l’atteggiamento adottato assume la stessa dimensione in diversi ambiti, l’indagine è stata condotta in due diversi atenei – le Università di Bologna e del Salento. Peraltro, un comportamento illegale in termini reprografici può essere legato alla tipologia di materie oggetto di studio. Anche la tipologia di studenti ospitata dalle Università può influenzare l’efficacia delle politiche distributive. La presenza di diversi tipi di studenti (fuori sede, pendolari, studenti lavoratori) può associarsi a diversi canali distributivi (grandi librerie universitarie verso cartolibrerie non specializzate ma diffuse nel territorio) e a una diversa “tolleranza” della riproduzione illegale. La stessa organizzazione interna delle Università, l’esistenza o meno presso Facoltà, biblioteche o Dipartimenti di canali legali di diffusione delle fotocopie potrebbe inibire la riproduzione illegale di libri. Il progetto prevede un forte coinvolgimento di stakeholder direttamente interessati alle scelte d’uso e ai processi di adozione dei libri universitari:
A. E. Scorcu (2010). La cultura del diritto d'autore nelle Università italiane: attitudini e implicazioni da una ricerca sul campo.
La cultura del diritto d'autore nelle Università italiane: attitudini e implicazioni da una ricerca sul campo
SCORCU, ANTONELLO EUGENIO
2010
Abstract
Descrizione del progetto Questo progetto intende realizzare un’indagine campionaria volta a esplorare le attitudini degli studenti degli atenei italiani nei confronti della lettura e dello studio e il processo di scelta che li porta ad acquistare testi piuttosto che fotocopie o altro materiale “grigio”. Tale indagine consentirà di comprendere le percezioni degli studenti nei confronti della riproduzione non autorizzata, di identificare le principali fonti di riproduzione e definire le più efficaci politiche di sensibilizzazione all’illegalità della reprografia non autorizzata. Questi risultati permetteranno di appurare se le politiche adottate dagli editori sono valide o se altre strategie, magari basate su una diversa gestione dei diritti d’autore, potrebbero essere più idonee. Lo studio delle caratteristiche socio-demografiche dello studente potrà svelare attitudini diverse di consumo, al pari delle caratteristiche dei corsi (di area scientifica, umanistica,…), nonché del modo di porsi del docente rispetto al libro di testo (introdotto con modalità che evidenziano gli aspetti di illegalità, percepiente o meno dei diritti,…) Anche l’anno d’iscrizione può influenzare l’atteggiamento nei confronti del “consumo” di libri. E’ infatti lecito attendersi che le matricole siano meno sensibili rispetto a una serie di usanze acquisibili nel tempo, tra cui la riproduzione illegale di testi. Le ragioni di questo atteggiamento può essere dovuto sia alla novità nell’uso di materiali didattici e di libri, sia alla scarsa conoscenza delle pratiche di fotocopia o scambio di testi. L’indagine avrà come target un campione diversificato sotto diversi punti di vista: essa coinvolgerà studenti di due Atenei, iscritti a diversi settori disciplinari (scienze esatte, scienze sociali, medicina, ecc.) e ad anni di corso differenti. In indagini passate (Balducci, Scorcu, Vici, 2009), l’atteggiamento dei giovani nei confronti del consumo culturale, della pirateria e della lettura in genere è risultato influenzato dal comportamento di amici, parenti e conoscenti. Pertanto, per verificare la portata di questo effetto (peer group effect) e testare se l’atteggiamento adottato assume la stessa dimensione in diversi ambiti, l’indagine è stata condotta in due diversi atenei – le Università di Bologna e del Salento. Peraltro, un comportamento illegale in termini reprografici può essere legato alla tipologia di materie oggetto di studio. Anche la tipologia di studenti ospitata dalle Università può influenzare l’efficacia delle politiche distributive. La presenza di diversi tipi di studenti (fuori sede, pendolari, studenti lavoratori) può associarsi a diversi canali distributivi (grandi librerie universitarie verso cartolibrerie non specializzate ma diffuse nel territorio) e a una diversa “tolleranza” della riproduzione illegale. La stessa organizzazione interna delle Università, l’esistenza o meno presso Facoltà, biblioteche o Dipartimenti di canali legali di diffusione delle fotocopie potrebbe inibire la riproduzione illegale di libri. Il progetto prevede un forte coinvolgimento di stakeholder direttamente interessati alle scelte d’uso e ai processi di adozione dei libri universitari:I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


