La Danza non entra nella sfera dell’Arte, ma è essa stessa Arte, che si esplica in una performance dettata dal movimento del corpo. Un celebre scrittore greco del I sec, d.C. scrisse: “la danza rappresenta attraverso i movimenti, un sentimento, una passione, o un’emozione”. Non poteva darci una definizione migliore. Superfluo delineare l’importanza che, quindi, l’Arte della Danza ha avuto sul piano sociale di ogni civiltà che sin dall’alba dei tempi ha abitato la Terra; e ancora oggi, è un elemento essenziale per centinaia di tribù e popoli che basano i loro rituali sull’attuazione di balli e movimenti ritmici, legati ai temi della fertilità, della vita e della morte. Le prime danze risalgono all'epoca del Paleolitico. Per gli uomini primitivi, la Danza era infatti uno dei mezzi più adatti ad esprimere sentimenti e desideri. Nelle pitture rupestri essi ‘danzano’ accanto a figure di animali, perché il desiderio è quello di cacciare: la sopravvivenza dipende dalla cattura dell’animale che fornisce cibo, grasso, pelli per vestirsi e ossa per le armi. Lo scopo dei dipinti, quindi, non è tanto decorativo, quanto piuttosto propiziatorio. Alla sua base c’è il pensiero magico dell’uomo: “così penso, così avviene”. Lo stesso concetto augurale si applica alla Danza della guerra: semplici raffigurazioni dove le armi sono agitate in aria prima di assalire i nemici e sconfiggerli. Vi è la speranza che quanto rappresentato nelle immagini possa avverarsi nella realtà. Dal punto di vista storico, la Danza ha goduto di un percorso che non sempre è stato costante o lineare, anzi, come spesso accade nelle vicende della Storia, “le cose” si ripetono e si riprendono, si riscoprono, si copiano e si ripropongono, anche a distanza di secoli. E così ci si accorge che nella civiltà greca le coreografie più diffuse, energiche e vibranti, nelle quali uomini e donne si lasciano coinvolgere da ritmi sfrenati (komòs) sono poi le stesse riproposte dopo 2000 anni da Henri Matisse ed Emil Nolde: nel loro “nuovo” concetto di Danza, dipingono figure in movimento dai colori accesi, il cui trascinamento emozionale racconta un rituale che vuole rappresentare la vita, bella ed energica, a volte brutale e eccessiva. L’insieme è frenetico, mistico ed angosciante, proprio come nel komòs greco. Partendo dall’epoca Paleolitica, passando per l’antica Grecia, Roma e l’Etruria, faremo un viaggio immaginario alla scoperta della Danza nelle Pittura e nella Scultura, per scoprirne il ruolo e le illusioni. Ci accoderemo agli scheletri delle “Danze macabre” del ‘400, ci mescoleremo ai contadini fiamminghi di Pieter Bruegel partecipando ai festosi riti matrimoniali all’aperto, saltelleremo nelle “danze delle uova”, prenderemo lezioni di Danza dai Maestri del Barocco, per poi lasciarci incantare dalle delicate ballerine in tutù di Degas e da quelle rotonde, ma pur sempre leggiadre, di Botero, senza trascurare le danzatrici di Severini e Depero, in pieno Futurismo. Sarà un viaggio lungo, ricco di soprese, e certamente molto …movimentato, alla scoperta della Danza quale espressione del sentire dell’uomo.

Maria Grazia Bellardi (2022). “IN PUNTA DI PIEDI” Un viaggio a passo di danza nella Pittura e nella Scultura.

“IN PUNTA DI PIEDI” Un viaggio a passo di danza nella Pittura e nella Scultura

Maria Grazia Bellardi
2022

Abstract

La Danza non entra nella sfera dell’Arte, ma è essa stessa Arte, che si esplica in una performance dettata dal movimento del corpo. Un celebre scrittore greco del I sec, d.C. scrisse: “la danza rappresenta attraverso i movimenti, un sentimento, una passione, o un’emozione”. Non poteva darci una definizione migliore. Superfluo delineare l’importanza che, quindi, l’Arte della Danza ha avuto sul piano sociale di ogni civiltà che sin dall’alba dei tempi ha abitato la Terra; e ancora oggi, è un elemento essenziale per centinaia di tribù e popoli che basano i loro rituali sull’attuazione di balli e movimenti ritmici, legati ai temi della fertilità, della vita e della morte. Le prime danze risalgono all'epoca del Paleolitico. Per gli uomini primitivi, la Danza era infatti uno dei mezzi più adatti ad esprimere sentimenti e desideri. Nelle pitture rupestri essi ‘danzano’ accanto a figure di animali, perché il desiderio è quello di cacciare: la sopravvivenza dipende dalla cattura dell’animale che fornisce cibo, grasso, pelli per vestirsi e ossa per le armi. Lo scopo dei dipinti, quindi, non è tanto decorativo, quanto piuttosto propiziatorio. Alla sua base c’è il pensiero magico dell’uomo: “così penso, così avviene”. Lo stesso concetto augurale si applica alla Danza della guerra: semplici raffigurazioni dove le armi sono agitate in aria prima di assalire i nemici e sconfiggerli. Vi è la speranza che quanto rappresentato nelle immagini possa avverarsi nella realtà. Dal punto di vista storico, la Danza ha goduto di un percorso che non sempre è stato costante o lineare, anzi, come spesso accade nelle vicende della Storia, “le cose” si ripetono e si riprendono, si riscoprono, si copiano e si ripropongono, anche a distanza di secoli. E così ci si accorge che nella civiltà greca le coreografie più diffuse, energiche e vibranti, nelle quali uomini e donne si lasciano coinvolgere da ritmi sfrenati (komòs) sono poi le stesse riproposte dopo 2000 anni da Henri Matisse ed Emil Nolde: nel loro “nuovo” concetto di Danza, dipingono figure in movimento dai colori accesi, il cui trascinamento emozionale racconta un rituale che vuole rappresentare la vita, bella ed energica, a volte brutale e eccessiva. L’insieme è frenetico, mistico ed angosciante, proprio come nel komòs greco. Partendo dall’epoca Paleolitica, passando per l’antica Grecia, Roma e l’Etruria, faremo un viaggio immaginario alla scoperta della Danza nelle Pittura e nella Scultura, per scoprirne il ruolo e le illusioni. Ci accoderemo agli scheletri delle “Danze macabre” del ‘400, ci mescoleremo ai contadini fiamminghi di Pieter Bruegel partecipando ai festosi riti matrimoniali all’aperto, saltelleremo nelle “danze delle uova”, prenderemo lezioni di Danza dai Maestri del Barocco, per poi lasciarci incantare dalle delicate ballerine in tutù di Degas e da quelle rotonde, ma pur sempre leggiadre, di Botero, senza trascurare le danzatrici di Severini e Depero, in pieno Futurismo. Sarà un viaggio lungo, ricco di soprese, e certamente molto …movimentato, alla scoperta della Danza quale espressione del sentire dell’uomo.
2022
Maria Grazia Bellardi (2022). “IN PUNTA DI PIEDI” Un viaggio a passo di danza nella Pittura e nella Scultura.
Maria Grazia Bellardi
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