Il contributo si concentra su un particolare episodio del rapporto tra fascismo e teatro, ovvero sulle proposte elaborate da Marcello Piacentini (1881-1960) per dotare Roma di un Teatro di Stato: impegnato fin dall’immediato dopoguerra nell’individuazione di spazi idonei ad accogliere la nuova struttura, l’architetto è protagonista nel 1926 dell’assai meno dispendiosa nazionalizzazione del vecchio Teatro Costanzi e della sua trasformazione in Teatro Reale dell’opera, inaugurato nel 1928. L’operazione, tra le più ambiziose in ambito teatrale della cosiddetta fase di “conquista del potere” da parte di Mussolini, risponde alla necessità del fascismo di dare a Roma un edificio d’opera adeguato alle aspirazioni della capitale e a quelle del suo futuro duce. La radicale trasformazione del Costanzi, consacrato alla lirica e alla rappresentanza di Stato, anticipa l’attivismo architettonico che sarà proprio del regime in seguito alle leggi speciali del 1926 e diventa paradigmatica del contributo di Piacentini alla definizione di un’architettura teatrale fascista. L’intervento è qui ricostruito attingendo alla documentazione autografa dell’architetto, conservata presso l’Archivio Storico Capitolino di Roma.
Paoletti, M. (2021). «Come si conviene ad un Teatro di Stato». Marcello Piacentini e il «riordino» del Costanzi. Roma : GB EditoriA.
«Come si conviene ad un Teatro di Stato». Marcello Piacentini e il «riordino» del Costanzi
Matteo Paoletti
2021
Abstract
Il contributo si concentra su un particolare episodio del rapporto tra fascismo e teatro, ovvero sulle proposte elaborate da Marcello Piacentini (1881-1960) per dotare Roma di un Teatro di Stato: impegnato fin dall’immediato dopoguerra nell’individuazione di spazi idonei ad accogliere la nuova struttura, l’architetto è protagonista nel 1926 dell’assai meno dispendiosa nazionalizzazione del vecchio Teatro Costanzi e della sua trasformazione in Teatro Reale dell’opera, inaugurato nel 1928. L’operazione, tra le più ambiziose in ambito teatrale della cosiddetta fase di “conquista del potere” da parte di Mussolini, risponde alla necessità del fascismo di dare a Roma un edificio d’opera adeguato alle aspirazioni della capitale e a quelle del suo futuro duce. La radicale trasformazione del Costanzi, consacrato alla lirica e alla rappresentanza di Stato, anticipa l’attivismo architettonico che sarà proprio del regime in seguito alle leggi speciali del 1926 e diventa paradigmatica del contributo di Piacentini alla definizione di un’architettura teatrale fascista. L’intervento è qui ricostruito attingendo alla documentazione autografa dell’architetto, conservata presso l’Archivio Storico Capitolino di Roma.File | Dimensione | Formato | |
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