Il saggio indaga l’idea di “libertà condizionata” legata alle narrazioni monodirette di un establishment (di volta in volta politico, religioso, culturale, ecc.) che affronta un “trauma”. Nella sua forma più visibile, il trauma è spesso percepito come frutto di una contingenza storicamente databile (le varie crisi economiche; le torri gemelle); nella sua forma più invisibile, però, è la conseguenza di una realtà molto più complessa che, negli Stati Uniti d’America (al centro del saggio) poggia su una ingiustizia di fondo, solitamente di natura socio-economica (ovvero è ‘sistemica’ e la crisi serve solo a renderla più evidente). Come ricostruire/come ricostruirsi dopo una “crisi” se la crisi è solo un momento (visibile) di un trauma che è, invece, sistemico? In particolare, per riflettere sulla premessa suddetta il saggio mette a confronto due testi letterari entrambi classificati come ucronie: It Can’t Happen Here di S. Lewis (1935) e The Plot Against America di P. Roth (2004). I due romanzi sono scritti dopo due crisi importanti (Wall Street) e 9/11. Sono entrambi ambientati nell’America degli Anni Trenta ed entrambi raccontano la costruzione di una nuova forma di potere totalitario in seno alla democrazia, alimentata proprio dalla situazione di crisi o post crisi. Una costruzione che passa anche dall’uso non etico delle nuove forme di comunicazione di massa, utilizzate per creare consenso senza consenso e manipolare l’opinione pubblica in modo pervasivo ma inconsapevole. Nell’uno come nell’altro caso, il dopo crisi deve affrontare un problema importante: ricostruire la fiducia dei cittadini e contrastare il senso di paura disseminato ‘ad arte’. Il dopo crisi deve così affrontare il problema del ritorno alla normalità, in contrasto allo ‘stato di eccezione’ che, invece, guida la gestione dell’emergenza, seppure in forme diverse. Uno stato d’eccezione che, se perdura al di là della crisi (è il caso, per esempio, del Patriot Act post 9/11, ancora attivo oggi), inficia ogni tentativo etico di ‘ricostruzione’ del tessuto sociale.
Elena Lamberti (2020). Non è un complotto: è una PandeMedia. Novate Milanese (MI) : Prospero Editore.
Non è un complotto: è una PandeMedia
Elena Lamberti
2020
Abstract
Il saggio indaga l’idea di “libertà condizionata” legata alle narrazioni monodirette di un establishment (di volta in volta politico, religioso, culturale, ecc.) che affronta un “trauma”. Nella sua forma più visibile, il trauma è spesso percepito come frutto di una contingenza storicamente databile (le varie crisi economiche; le torri gemelle); nella sua forma più invisibile, però, è la conseguenza di una realtà molto più complessa che, negli Stati Uniti d’America (al centro del saggio) poggia su una ingiustizia di fondo, solitamente di natura socio-economica (ovvero è ‘sistemica’ e la crisi serve solo a renderla più evidente). Come ricostruire/come ricostruirsi dopo una “crisi” se la crisi è solo un momento (visibile) di un trauma che è, invece, sistemico? In particolare, per riflettere sulla premessa suddetta il saggio mette a confronto due testi letterari entrambi classificati come ucronie: It Can’t Happen Here di S. Lewis (1935) e The Plot Against America di P. Roth (2004). I due romanzi sono scritti dopo due crisi importanti (Wall Street) e 9/11. Sono entrambi ambientati nell’America degli Anni Trenta ed entrambi raccontano la costruzione di una nuova forma di potere totalitario in seno alla democrazia, alimentata proprio dalla situazione di crisi o post crisi. Una costruzione che passa anche dall’uso non etico delle nuove forme di comunicazione di massa, utilizzate per creare consenso senza consenso e manipolare l’opinione pubblica in modo pervasivo ma inconsapevole. Nell’uno come nell’altro caso, il dopo crisi deve affrontare un problema importante: ricostruire la fiducia dei cittadini e contrastare il senso di paura disseminato ‘ad arte’. Il dopo crisi deve così affrontare il problema del ritorno alla normalità, in contrasto allo ‘stato di eccezione’ che, invece, guida la gestione dell’emergenza, seppure in forme diverse. Uno stato d’eccezione che, se perdura al di là della crisi (è il caso, per esempio, del Patriot Act post 9/11, ancora attivo oggi), inficia ogni tentativo etico di ‘ricostruzione’ del tessuto sociale.File | Dimensione | Formato | |
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