Il termine World Literature è, di per sé, un algoritmo complesso. Nel ventunesimo secolo, infatti, tanto l’idea di mondo, che l’idea di letteratura non possono più essere letti in modo univoco o semplificato, né possono essere determinati solo da confini (nazionali, culturali, linguistici) imposti artificialmente ad una realtà che è ormai tecnologicamente ed economicamente interdipendente. Una realtà che, a partire dalla metà del Novecento e in modo iper-accelerato nel nuovo millennio, ha riconfigurato le forme e i modi della comunicazione (ogni forma di comunicazione, ivi inclusa quella “letteraria”) in una realtà ridefinita prima in termini di oralità secondaria o post-oralità, poi in termini di convergenza digitale. Il pianeta Terra è diventato così un artefatto sfuggente e in divenire, plasmato da nuove geopolitiche che si forgiano a partire da un dialogo spesso perturbante tra vecchi e nuovi soggetti di potere e su base sempre più transnazionale; soggetti che hanno gli strumenti per condizionare anche i modi e le forme con cui non solo si raccontano, ma anche si ascoltano (o no) le ‘storie’ di chi il potere, così come il mondo, lo osserva, lo narra o, peggio, lo subisce, a volte inconsciamente. Poiché l’idea di World Literature è ormai il paradigma, seppur mobile, col quale si indagano oggi le produzioni letterarie, non si può dunque non tenere conto di questi fattori ambientali nel momento in cui ci si interroga sul senso, sui limiti, sulle potenzialità che ha, in tale contesto, il segno letterario nelle sue diverse forme. Questo capitolo parte da questo assunto per pensare alla dimensione etica e performativa della World Literature, cercando di posizionarla rispetto a quelle che sono state definite come le grandi sfide del contemporaneo, che sono prima di tutto sociali e, poi, anche letterarie: neocolonialismi, omologazione culturale, migrazioni (forzate o meno), accessibilità alle risorse, sostenibilità (non solo ambientale), controllo e vulnerabilità, diversità, nuove identità transumane o postumane. La domanda di fondo che guida l’indagine è inevitabilmente politica: la World Literature può essere definita in termini di pratiche attive e partecipate di narrazione, capaci di dare non solo voce ma anche risposte e modelli per capire come abitare in modo solidale ed equo il pianeta terra?
Lamberti, E. (2021). World Literature e le sfide etiche del mondo interconnesso. Roma : Carocci Editore.
World Literature e le sfide etiche del mondo interconnesso
ELENA LAMBERTI
2021
Abstract
Il termine World Literature è, di per sé, un algoritmo complesso. Nel ventunesimo secolo, infatti, tanto l’idea di mondo, che l’idea di letteratura non possono più essere letti in modo univoco o semplificato, né possono essere determinati solo da confini (nazionali, culturali, linguistici) imposti artificialmente ad una realtà che è ormai tecnologicamente ed economicamente interdipendente. Una realtà che, a partire dalla metà del Novecento e in modo iper-accelerato nel nuovo millennio, ha riconfigurato le forme e i modi della comunicazione (ogni forma di comunicazione, ivi inclusa quella “letteraria”) in una realtà ridefinita prima in termini di oralità secondaria o post-oralità, poi in termini di convergenza digitale. Il pianeta Terra è diventato così un artefatto sfuggente e in divenire, plasmato da nuove geopolitiche che si forgiano a partire da un dialogo spesso perturbante tra vecchi e nuovi soggetti di potere e su base sempre più transnazionale; soggetti che hanno gli strumenti per condizionare anche i modi e le forme con cui non solo si raccontano, ma anche si ascoltano (o no) le ‘storie’ di chi il potere, così come il mondo, lo osserva, lo narra o, peggio, lo subisce, a volte inconsciamente. Poiché l’idea di World Literature è ormai il paradigma, seppur mobile, col quale si indagano oggi le produzioni letterarie, non si può dunque non tenere conto di questi fattori ambientali nel momento in cui ci si interroga sul senso, sui limiti, sulle potenzialità che ha, in tale contesto, il segno letterario nelle sue diverse forme. Questo capitolo parte da questo assunto per pensare alla dimensione etica e performativa della World Literature, cercando di posizionarla rispetto a quelle che sono state definite come le grandi sfide del contemporaneo, che sono prima di tutto sociali e, poi, anche letterarie: neocolonialismi, omologazione culturale, migrazioni (forzate o meno), accessibilità alle risorse, sostenibilità (non solo ambientale), controllo e vulnerabilità, diversità, nuove identità transumane o postumane. La domanda di fondo che guida l’indagine è inevitabilmente politica: la World Literature può essere definita in termini di pratiche attive e partecipate di narrazione, capaci di dare non solo voce ma anche risposte e modelli per capire come abitare in modo solidale ed equo il pianeta terra?File | Dimensione | Formato | |
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