Il capitalismo delle piattaforme, molto spesso, assor-be o si sviluppa in parallelo a economie informali di lunga data che invece sono contraddistinte da un basso livello di innovazione tecnologica e profitto. Nonostan-te la narrazione dominante sulle piattaforme le caratte-rizzi in termini imprenditoriali e innovativi, sempre più frequentemente emergono aspetti problematici in meri-to alle condizioni di lavoro su piattaforma o alla man-canza di adeguate protezioni sociali. Come è possibile sviluppare un approccio critico a questa frontiera del-l’innovazione capitalista? Cosa c’entrano le piattaforme con il lavoro informale? E se gli imprenditori di sé stes-si non fossero poi così diversi dai working poor? Proverò a scavare al di sotto della superficie della retorica del farsi impresa facendo ricorso ad alcune categorie marxiane – accumulazione originaria, sus-sunzione reale, proletariato eslege – per approfondi-re modi, effetti e relazioni dell’innovazione capitali-sta che passa attraverso le piattaforme. Quello che emergerà è come le cosiddette economie dei lavoret-ti e della condivisione portino alcune caratteristiche della periferia del lavoro informale (destrutturazione delle forme contrattuali, riduzione del salario alla semplice prestazione lavorativa, precarizzazione del-le condizioni lavorative) al centro dei processi di va-lorizzazione. Questo ci spinge a rivedere il nostro immaginario sulla povertà e a ridefinirla non solo in termini di marginalizzazione sociale ma anche come produzione di nuovi working poor inclusi al-l’interno di circuiti produttivi innovativi e altamen-te tecnologizzati.
Maurilio Pirone (2021). I nuovi poveri. Piattaforme digitali, economie informali, working poor. Roma : Ediesse.
I nuovi poveri. Piattaforme digitali, economie informali, working poor
Maurilio Pirone
2021
Abstract
Il capitalismo delle piattaforme, molto spesso, assor-be o si sviluppa in parallelo a economie informali di lunga data che invece sono contraddistinte da un basso livello di innovazione tecnologica e profitto. Nonostan-te la narrazione dominante sulle piattaforme le caratte-rizzi in termini imprenditoriali e innovativi, sempre più frequentemente emergono aspetti problematici in meri-to alle condizioni di lavoro su piattaforma o alla man-canza di adeguate protezioni sociali. Come è possibile sviluppare un approccio critico a questa frontiera del-l’innovazione capitalista? Cosa c’entrano le piattaforme con il lavoro informale? E se gli imprenditori di sé stes-si non fossero poi così diversi dai working poor? Proverò a scavare al di sotto della superficie della retorica del farsi impresa facendo ricorso ad alcune categorie marxiane – accumulazione originaria, sus-sunzione reale, proletariato eslege – per approfondi-re modi, effetti e relazioni dell’innovazione capitali-sta che passa attraverso le piattaforme. Quello che emergerà è come le cosiddette economie dei lavoret-ti e della condivisione portino alcune caratteristiche della periferia del lavoro informale (destrutturazione delle forme contrattuali, riduzione del salario alla semplice prestazione lavorativa, precarizzazione del-le condizioni lavorative) al centro dei processi di va-lorizzazione. Questo ci spinge a rivedere il nostro immaginario sulla povertà e a ridefinirla non solo in termini di marginalizzazione sociale ma anche come produzione di nuovi working poor inclusi al-l’interno di circuiti produttivi innovativi e altamen-te tecnologizzati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.