Il testo presenta l’esito di una conversazione iniziata nel 2019 a Villa Almerico Capra detta “La Rotonda” di Andrea Palladio e proseguita, a distanza, con Gerry Johansson. Localizzata qualche chilometro a sud della città, la villa rappresenta un singolare esempio di architettura, un microcosmo spaziale in dialogo con il territorio. L’edificio a pianta centrale apre, infatti, possibilità infinite al guardare confermando il valore del paesaggio che la circonda. L’architettura si configura come vero e proprio medium che invita a guardare mentre stabilisce relazioni di continuità tra osservatore e paesaggio osservato. Se da un lato la villa rappresenta l’interpretazione di un ideale architettonico neoplatonico, la sua posizione decentrata rispetto alla città testimone di un fenomeno di occupazione della campagna veneta affermatosi con la dominazione veneziana. In questo contesto le ville palladiane di campagna riunivano, sia figurativamente che materialmente, gli aspetti funzionali della gestione delle terre ma anche l’autocelebrazione dei proprietari. Questa organizzazione della campagna chiarisce la lettura e favorisce la comprensione delle ragioni che hanno contribuito, attraverso i secoli, alla configurazione dell’attuale paesaggio veneto. Un paesaggio caratterizzato dalla dispersione urbana e definito da Eugenio Turri “megalopoli padana”. Nei secoli territorio è profondamente cambiato, così come la relazione tra architettura e paesaggio.
S. Rossl (2021). Paesaggi a Nord Est. Stoccarda : Hartmann books.
Paesaggi a Nord Est
S. Rossl
2021
Abstract
Il testo presenta l’esito di una conversazione iniziata nel 2019 a Villa Almerico Capra detta “La Rotonda” di Andrea Palladio e proseguita, a distanza, con Gerry Johansson. Localizzata qualche chilometro a sud della città, la villa rappresenta un singolare esempio di architettura, un microcosmo spaziale in dialogo con il territorio. L’edificio a pianta centrale apre, infatti, possibilità infinite al guardare confermando il valore del paesaggio che la circonda. L’architettura si configura come vero e proprio medium che invita a guardare mentre stabilisce relazioni di continuità tra osservatore e paesaggio osservato. Se da un lato la villa rappresenta l’interpretazione di un ideale architettonico neoplatonico, la sua posizione decentrata rispetto alla città testimone di un fenomeno di occupazione della campagna veneta affermatosi con la dominazione veneziana. In questo contesto le ville palladiane di campagna riunivano, sia figurativamente che materialmente, gli aspetti funzionali della gestione delle terre ma anche l’autocelebrazione dei proprietari. Questa organizzazione della campagna chiarisce la lettura e favorisce la comprensione delle ragioni che hanno contribuito, attraverso i secoli, alla configurazione dell’attuale paesaggio veneto. Un paesaggio caratterizzato dalla dispersione urbana e definito da Eugenio Turri “megalopoli padana”. Nei secoli territorio è profondamente cambiato, così come la relazione tra architettura e paesaggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.