Il fenomeno dell’obesità infantile tende a essere letto progressivamente attraverso l’importanza cruciale della cultura della famiglia, dove i significati, le semantiche e le rappresentazioni del cibo e dell’alimentazione sono trasmesse, condivise e negoziate, in particolare all’interno delle relazioni tra genitori e figli. Se la famiglia è il luogo privilegiato di apprendimento dell’educazione alimentare, ciò vuol dire che genitori attenti alla cura delle abitudini a tavola e all’attività fisica dei figli avranno bambini (e in futuro adulti) attenti al cibo e, soprattutto, in salute. In sintesi, o si attribuisce la responsabilità dell’obesità e dell’obesità infantile a elementi interni ai diversi sottosistemi sociali, oppure la si attribuisce all’ambiente esterno. Da questa consapevolezza polarizzante sono emersi una serie di interrogativi che hanno animato la ricerca che qui presentiamo. Tali interrogativi, declinati dal punto di vista della sociologia della cultura, hanno intrecciato gli aspetti salienti del cibo e dell’alimentazione nella modernità alimentare con la nuova emergenza dell’obesità infantile. In particolare, abbiamo privilegiato tre ambiti particolarmente sensibili in relazione a quanto descritto finora: la famiglia, il territorio e i servizi sanitari per la prevenzione all’obesità infantile. Rispetto a tali ambiti abbiamo sollevato diversi interrogativi: qual è il ruolo svolto dalle rappresentazioni del cibo e dalle pratiche alimentari quotidiane delle famiglie nel creare un rischio di salute per il bambino? Quali sono quelle semantiche del cibo attorno alle quali si orientano e modificano i comportamenti alimentari? Qual è la relazione tra i nuovi lifestyles della famiglia e gli habitus alimentari trasmessi di generazione in generazione? Più ampiamente, guardando all’ambiente obesogenico esterno alla famiglia, qual è il ruolo svolto dai territori nell’individuazione di policies complesse che articolano questioni legate al cibo e agli stili di vita? Quali sono le caratteristiche dei servizi sanitari che si prendono cura dei cittadini con problemi di management del peso? E quali relazioni si generano fra le famiglie a “rischio alimentare” e i design più innovativi dei servizi rivolti all’obesità infantile? Queste sono solo alcune delle domande che hanno orientato la nostra ricerca che si è sviluppata a partire dallo studio di caso del progetto sperimentale avviato nella città di Reggio Emilia, denominato GET - Gruppi di Educazione Terapeutica, presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale Santa Maria Nuova.
Elena Macchioni, Gianluca Maestri (2021). La cultura del cibo tra genitorialità e stili di vita. Legami e semantiche famigliari. Milano : FrancoAngeli.
La cultura del cibo tra genitorialità e stili di vita. Legami e semantiche famigliari
Elena Macchioni
Formal Analysis
;Gianluca Maestri
Methodology
2021
Abstract
Il fenomeno dell’obesità infantile tende a essere letto progressivamente attraverso l’importanza cruciale della cultura della famiglia, dove i significati, le semantiche e le rappresentazioni del cibo e dell’alimentazione sono trasmesse, condivise e negoziate, in particolare all’interno delle relazioni tra genitori e figli. Se la famiglia è il luogo privilegiato di apprendimento dell’educazione alimentare, ciò vuol dire che genitori attenti alla cura delle abitudini a tavola e all’attività fisica dei figli avranno bambini (e in futuro adulti) attenti al cibo e, soprattutto, in salute. In sintesi, o si attribuisce la responsabilità dell’obesità e dell’obesità infantile a elementi interni ai diversi sottosistemi sociali, oppure la si attribuisce all’ambiente esterno. Da questa consapevolezza polarizzante sono emersi una serie di interrogativi che hanno animato la ricerca che qui presentiamo. Tali interrogativi, declinati dal punto di vista della sociologia della cultura, hanno intrecciato gli aspetti salienti del cibo e dell’alimentazione nella modernità alimentare con la nuova emergenza dell’obesità infantile. In particolare, abbiamo privilegiato tre ambiti particolarmente sensibili in relazione a quanto descritto finora: la famiglia, il territorio e i servizi sanitari per la prevenzione all’obesità infantile. Rispetto a tali ambiti abbiamo sollevato diversi interrogativi: qual è il ruolo svolto dalle rappresentazioni del cibo e dalle pratiche alimentari quotidiane delle famiglie nel creare un rischio di salute per il bambino? Quali sono quelle semantiche del cibo attorno alle quali si orientano e modificano i comportamenti alimentari? Qual è la relazione tra i nuovi lifestyles della famiglia e gli habitus alimentari trasmessi di generazione in generazione? Più ampiamente, guardando all’ambiente obesogenico esterno alla famiglia, qual è il ruolo svolto dai territori nell’individuazione di policies complesse che articolano questioni legate al cibo e agli stili di vita? Quali sono le caratteristiche dei servizi sanitari che si prendono cura dei cittadini con problemi di management del peso? E quali relazioni si generano fra le famiglie a “rischio alimentare” e i design più innovativi dei servizi rivolti all’obesità infantile? Queste sono solo alcune delle domande che hanno orientato la nostra ricerca che si è sviluppata a partire dallo studio di caso del progetto sperimentale avviato nella città di Reggio Emilia, denominato GET - Gruppi di Educazione Terapeutica, presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale Santa Maria Nuova.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
La cultura del cibo tra genitorialità e stili di vita. Legami e semantiche famigliari.pdf
accesso aperto
Tipo:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
Licenza per Accesso Aperto. Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate (CCBYNCND)
Dimensione
2.1 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.1 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.