Il lavoro si propone di approfondire l’eventualità – che si prospetta sempre più frequente – in cui un sistema di intelligenza artificiale venga coinvolto nella commissione di un reato. Nel dettaglio il contributo intende esaminare il ruolo che è (e che potrebbe essere) chiamato a svolgere il diritto penale nel regolare i rapporti tra l’I.A. ed i danni da questa prodotti, tenendo in considerazione sia i casi in cui i robot siano sottoposti al controllo umano – per i cui eventi dannosi o pericolosi penalmente rilevanti potrebbe comunque essere chiamato a rispondere, a titolo doloso o colposo, il programmatore o l’utilizzatore del sistema – sia quelli in cui essi siano in grado di apprendere da soli e di prendere decisioni non prevedibili ex ante da parte dei loro fruitori; quest’ultima situazione parrebbe attentare ai tradizionali modelli di imputazione penale e potrebbe portare – per ora però solo tramite suggestive ricostruzioni – a considerare le macchine intelligenti quali “autrici” dell’illecito penale, con conseguente diretta imputazione del reato commesso.
Giulia Rizzo Minelli (2021). Quando l’autore del reato un robot: tra vecchi modelli imputativi e nuovi possibili paradigmi di responsabilità penale. Pisa : Pacini Editore.
Quando l’autore del reato un robot: tra vecchi modelli imputativi e nuovi possibili paradigmi di responsabilità penale
Giulia Rizzo Minelli
2021
Abstract
Il lavoro si propone di approfondire l’eventualità – che si prospetta sempre più frequente – in cui un sistema di intelligenza artificiale venga coinvolto nella commissione di un reato. Nel dettaglio il contributo intende esaminare il ruolo che è (e che potrebbe essere) chiamato a svolgere il diritto penale nel regolare i rapporti tra l’I.A. ed i danni da questa prodotti, tenendo in considerazione sia i casi in cui i robot siano sottoposti al controllo umano – per i cui eventi dannosi o pericolosi penalmente rilevanti potrebbe comunque essere chiamato a rispondere, a titolo doloso o colposo, il programmatore o l’utilizzatore del sistema – sia quelli in cui essi siano in grado di apprendere da soli e di prendere decisioni non prevedibili ex ante da parte dei loro fruitori; quest’ultima situazione parrebbe attentare ai tradizionali modelli di imputazione penale e potrebbe portare – per ora però solo tramite suggestive ricostruzioni – a considerare le macchine intelligenti quali “autrici” dell’illecito penale, con conseguente diretta imputazione del reato commesso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.