La proposta di restauro del Castello di Cusercoli è rivolta alla necessità di non perdere l'insieme di valori che il manufatto rappresenta e che costituisce “testimonianza materiale avente valore di civiltà”. Dalla sua posizione privilegiata sullo sperone roccioso che restringe la vallata bidentina - la “Chiusa d’Ercole” - il castello medievale dei Malatesti, poi ampliato e trasformato nel settecentesco palazzo baronale dai conti Guidi di Bagno, annuncia ancora oggi al visitatore proveniente da Forlì l’ingresso nel piccolo paese di Cusercoli. Nonostante l’incuria e i catastrofici eventi cui è stato soggetto il castello, la sua imponente volumetria ha contribuito a tenere viva la sua presenza sul territorio; oggi, però, le critiche condizioni di degrado, anche strutturale, non permettono di operarne una corretta lettura. Occorre pertanto ricucire il legame castello-paese-territorio, riaffermando il complesso monumentale come perno nella vallata sia visivamente che funzionalmente, riassegnandogli un ruolo che, per secoli, ha posseduto. Dall'individuazione delle condizioni di criticità discende la reale necessità dell’intervento, operazione che ha lo scopo di valorizzare il monumento e che si esplicita attraverso la sua rifunzionalizzazione la quale si configura come strumento indispensabile a tenere in vita il complesso. A questo scopo la fase di analisi costituisce un momento necessario al raggiungimento della conoscenza globale del monumento, condizione indispensabile per poter formulare un intervento coerente e rispettoso della natura, della storia e del valore del monumento stesso. Nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti e in accordo con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini, il progetto si sviluppa di concerto con la committenza, l’Amministrazione del Comune di Civitella di Romagna (FC), e si costruisce sul dialogo e interazione fra e con gli altri “attori” coinvolti: la II Facoltà di Ingegneria di Forlì, che ha trovato la sede per il proprio Laboratorio di Archeoingegneria a Cusercoli, e l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, che già da due anni organizza con successo, proprio nel castello, attività di cantiere-scuola per gli studenti di Architettura e per gli specializzandi in Restauro dei Monumenti; entrambi intendono proseguire le convenzioni avviate con l’Amministrazione Comunale e “ritagliarsi” uno spazio nella previsione della fruizione del castello. Il Castello di Cusercoli costituisce, inoltre, un raro caso di compresenza di tecniche costruttive di differenti periodi, la cui anatomia risulta di facile lettura per lo stato di conservazione in cui il manufatto verte oggi. Proprio in virtù di questa caratteristica, il monumento si qualifica per lo sviluppo della funzione museale, in relazione a quanto il complesso ha da raccontare, come caso esemplificativo dell’architettura della tradizione territoriale; questo tipo di fruizione può essere integrato e potenziato proprio con la presenza dell’Università, sfruttando i rapporti già instaurati ed offrendo così agli studenti l’occasione di apprendere esercitandosi in prima persona sul campo, contribuendo attivamente al progetto del Museo dell’Anatomia dell’Architettura.
Santopuoli, N., Seccia, L. (2016). L'attività del laboratorio di Archeoingegneria CAILAB. ITA : Nardini Editore.
L'attività del laboratorio di Archeoingegneria CAILAB
Santopuoli, Nicola;Seccia, Leonardo
2016
Abstract
La proposta di restauro del Castello di Cusercoli è rivolta alla necessità di non perdere l'insieme di valori che il manufatto rappresenta e che costituisce “testimonianza materiale avente valore di civiltà”. Dalla sua posizione privilegiata sullo sperone roccioso che restringe la vallata bidentina - la “Chiusa d’Ercole” - il castello medievale dei Malatesti, poi ampliato e trasformato nel settecentesco palazzo baronale dai conti Guidi di Bagno, annuncia ancora oggi al visitatore proveniente da Forlì l’ingresso nel piccolo paese di Cusercoli. Nonostante l’incuria e i catastrofici eventi cui è stato soggetto il castello, la sua imponente volumetria ha contribuito a tenere viva la sua presenza sul territorio; oggi, però, le critiche condizioni di degrado, anche strutturale, non permettono di operarne una corretta lettura. Occorre pertanto ricucire il legame castello-paese-territorio, riaffermando il complesso monumentale come perno nella vallata sia visivamente che funzionalmente, riassegnandogli un ruolo che, per secoli, ha posseduto. Dall'individuazione delle condizioni di criticità discende la reale necessità dell’intervento, operazione che ha lo scopo di valorizzare il monumento e che si esplicita attraverso la sua rifunzionalizzazione la quale si configura come strumento indispensabile a tenere in vita il complesso. A questo scopo la fase di analisi costituisce un momento necessario al raggiungimento della conoscenza globale del monumento, condizione indispensabile per poter formulare un intervento coerente e rispettoso della natura, della storia e del valore del monumento stesso. Nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti e in accordo con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini, il progetto si sviluppa di concerto con la committenza, l’Amministrazione del Comune di Civitella di Romagna (FC), e si costruisce sul dialogo e interazione fra e con gli altri “attori” coinvolti: la II Facoltà di Ingegneria di Forlì, che ha trovato la sede per il proprio Laboratorio di Archeoingegneria a Cusercoli, e l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, che già da due anni organizza con successo, proprio nel castello, attività di cantiere-scuola per gli studenti di Architettura e per gli specializzandi in Restauro dei Monumenti; entrambi intendono proseguire le convenzioni avviate con l’Amministrazione Comunale e “ritagliarsi” uno spazio nella previsione della fruizione del castello. Il Castello di Cusercoli costituisce, inoltre, un raro caso di compresenza di tecniche costruttive di differenti periodi, la cui anatomia risulta di facile lettura per lo stato di conservazione in cui il manufatto verte oggi. Proprio in virtù di questa caratteristica, il monumento si qualifica per lo sviluppo della funzione museale, in relazione a quanto il complesso ha da raccontare, come caso esemplificativo dell’architettura della tradizione territoriale; questo tipo di fruizione può essere integrato e potenziato proprio con la presenza dell’Università, sfruttando i rapporti già instaurati ed offrendo così agli studenti l’occasione di apprendere esercitandosi in prima persona sul campo, contribuendo attivamente al progetto del Museo dell’Anatomia dell’Architettura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.