La pratica educativa di chi lavora a contatto con gli adolescenti testimonia come il linguaggio omofobico sia correntemente praticato per scherzare o per offendere nel litigio più banale, mentre in molti contesti scolastici l’etichetta denigratoria di “frocio” o “lesbica” è adoperata per escludere chi, al di là dell’orientamento sessuale, viene percepito come diverso rispetto alle aspettative di genere, configurando veri e propri casi di bullismo omofobico. Non è un fenomeno di poco conto. Studi scientifici documentano quanto esso sia diffuso e deleterio per chi lo subisce, con conseguenze che – in questi più che in altri casi di prepotenze ripetute – possono arrivare fino all’abbandono scolastico o al suicidio. Il testo si apre con una contestualizzazione teorica del fenomeno e con una rassegna di ricerche nazionali e internazionali sul bullismo omofobico, quindi propone un’analisi di come la stampa italiana si è occupata di questo tema attraverso il caso di Matteo, il ragazzo suicidatosi nel 2007. Di seguito si svolge una riflessione teorico-metodologica sui percorsi preventivi e si presentano alcuni interventi realmente svolti nella scuola primaria e secondaria su situazioni specifiche.
Prati G., Pietrantoni L., Buccoliero E., Maggi M. (2010). Il bullismo omofobico. MILANO : Franco Angeli.
Il bullismo omofobico
PRATI, GABRIELE;PIETRANTONI, LUCA;
2010
Abstract
La pratica educativa di chi lavora a contatto con gli adolescenti testimonia come il linguaggio omofobico sia correntemente praticato per scherzare o per offendere nel litigio più banale, mentre in molti contesti scolastici l’etichetta denigratoria di “frocio” o “lesbica” è adoperata per escludere chi, al di là dell’orientamento sessuale, viene percepito come diverso rispetto alle aspettative di genere, configurando veri e propri casi di bullismo omofobico. Non è un fenomeno di poco conto. Studi scientifici documentano quanto esso sia diffuso e deleterio per chi lo subisce, con conseguenze che – in questi più che in altri casi di prepotenze ripetute – possono arrivare fino all’abbandono scolastico o al suicidio. Il testo si apre con una contestualizzazione teorica del fenomeno e con una rassegna di ricerche nazionali e internazionali sul bullismo omofobico, quindi propone un’analisi di come la stampa italiana si è occupata di questo tema attraverso il caso di Matteo, il ragazzo suicidatosi nel 2007. Di seguito si svolge una riflessione teorico-metodologica sui percorsi preventivi e si presentano alcuni interventi realmente svolti nella scuola primaria e secondaria su situazioni specifiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.