Né la «costituzione», né tantomeno la «distruzione» della metafisica sarebbero concepibili senza l’analogia. Ecco l’assunto di base da cui procede la nostra indagine, nel tentativo di ridisegnare i limiti di un intreccio che si estende su tutto l’arco della storia del pensiero occidentale: l’analogia rende possibile la realizzazione del progetto della metafisica, abbozzato da Aristotele e inizialmente confinato nell’anonimato di una scienza senza nome – «c’è una scienza che considera l’essere in quanto esse- re...». E, per riflesso, la realizzazione di tale progetto trasforma l’analogia in analogia entis, vale a dire in un’analogia dell’essere o, meglio, dell’ente, predisposta a regolarne i molteplici significati. Qual è, allora, la portata di questa alleanza che l’ana- logia va stringendo con la metafisica? Di quale filosofema si fa portavoce? E soprattutto fin dove si spinge la sua gittata? La nostra ipotesi di ricerca consiste nell’orientare lo sguardo verso Husserl, considerando con particolare interesse il suo rapporto di filiazione nei confronti di Brentano. È nella fenomenologia hus- serliana, infatti, che assisteremo all’atto finale dell’a- nalogia – atto che risulterà tanto più paradossale alla luce della rottura esplicitamente dichiarata da parte della fenomenologia vis-à-vis della storia della metafi- sica. Da Aristotele a Husserl e, viceversa, da Husserl a Aristotele: nonostante i cambiamenti di prospettiva, di linguaggio e di pensiero, l’analogia – ecco la tesi che vogliamo dimostrare – non abbandonerà mai il suo ori- ginario statuto di analogia dell’essere.

Nient'altro che l'essere. Ricerche sull'analogia e la tradizione aristotelica della fenomenologia

Emanuele Mariani
2012

Abstract

Né la «costituzione», né tantomeno la «distruzione» della metafisica sarebbero concepibili senza l’analogia. Ecco l’assunto di base da cui procede la nostra indagine, nel tentativo di ridisegnare i limiti di un intreccio che si estende su tutto l’arco della storia del pensiero occidentale: l’analogia rende possibile la realizzazione del progetto della metafisica, abbozzato da Aristotele e inizialmente confinato nell’anonimato di una scienza senza nome – «c’è una scienza che considera l’essere in quanto esse- re...». E, per riflesso, la realizzazione di tale progetto trasforma l’analogia in analogia entis, vale a dire in un’analogia dell’essere o, meglio, dell’ente, predisposta a regolarne i molteplici significati. Qual è, allora, la portata di questa alleanza che l’ana- logia va stringendo con la metafisica? Di quale filosofema si fa portavoce? E soprattutto fin dove si spinge la sua gittata? La nostra ipotesi di ricerca consiste nell’orientare lo sguardo verso Husserl, considerando con particolare interesse il suo rapporto di filiazione nei confronti di Brentano. È nella fenomenologia hus- serliana, infatti, che assisteremo all’atto finale dell’a- nalogia – atto che risulterà tanto più paradossale alla luce della rottura esplicitamente dichiarata da parte della fenomenologia vis-à-vis della storia della metafi- sica. Da Aristotele a Husserl e, viceversa, da Husserl a Aristotele: nonostante i cambiamenti di prospettiva, di linguaggio e di pensiero, l’analogia – ecco la tesi che vogliamo dimostrare – non abbandonerà mai il suo ori- ginario statuto di analogia dell’essere.
2012
372
978-884673240-8
Emanuele Mariani
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/864848
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact