Secondo una prima istanza, la didattica può essere intesa innovativa quando sa creare una dialettica tra complessità del contesto e soluzioni metodologiche efficaci, sia in termini di mediazione, sia di sostenibilità dei processi. In seconda istanza, la didattica innovativa si lega al concetto di ambiente di apprendimento, in quanto il rinnovamento delle pratiche didattiche richiede un approccio sistemico, attento non solo alle metodologie impiegate, ma anche a tutti gli elementi che configurano l’evento formativo. In questa prospettiva il concetto di ambiente richiama quello di ecosistema fisico-digitale entro il quale si viene a collocare l’esperienza educativa (Panciroli 2017). Infatti, oggi il confine tra ambienti fisici e digitali tende sempre più ad assottigliarsi e in tal senso occorre un ripensamento dell’interazione uomo-informazione. In terza istanza, la didattica innovativa, in una prospettiva multimodale dell’esperienza educativa, fa riferimento all’uso integrato di differenti linguaggi (visivo, grafico, sonoro, video, corporeo), con un’attenzione particolare ai processi di acquisizione e rielaborazione delle conoscenze. Le diverse istanze finora delineate contribuiscono alla definizione di un modello didattico necessario per progettare, realizzare e valutare i processi di insegnamento/apprendimento in uno specifico ambiente, in vista del conseguimento di determinati obiettivi. La dimensione tecnologica si deve sviluppare parallelamente e sinergicamente alle ipotesi di lavoro che sono alla base della formulazione di progetti formativi (Baldacci, 2004). Partendo da questo quadro generale, l’articolo prende in esame alcune strategie d’insegnamento sperimentate, in rapporto ad ambienti sia fisici sia digitali, in alcuni corsi di studio dell’Università di Bologna.
Chiara Panciroli, Anita Macauda (2019). Didattica universitaria e ambienti digitali. Associazione per l’Informatica Umanistica e la Cultura Digitale.
Didattica universitaria e ambienti digitali
Chiara Panciroli;Anita Macauda
2019
Abstract
Secondo una prima istanza, la didattica può essere intesa innovativa quando sa creare una dialettica tra complessità del contesto e soluzioni metodologiche efficaci, sia in termini di mediazione, sia di sostenibilità dei processi. In seconda istanza, la didattica innovativa si lega al concetto di ambiente di apprendimento, in quanto il rinnovamento delle pratiche didattiche richiede un approccio sistemico, attento non solo alle metodologie impiegate, ma anche a tutti gli elementi che configurano l’evento formativo. In questa prospettiva il concetto di ambiente richiama quello di ecosistema fisico-digitale entro il quale si viene a collocare l’esperienza educativa (Panciroli 2017). Infatti, oggi il confine tra ambienti fisici e digitali tende sempre più ad assottigliarsi e in tal senso occorre un ripensamento dell’interazione uomo-informazione. In terza istanza, la didattica innovativa, in una prospettiva multimodale dell’esperienza educativa, fa riferimento all’uso integrato di differenti linguaggi (visivo, grafico, sonoro, video, corporeo), con un’attenzione particolare ai processi di acquisizione e rielaborazione delle conoscenze. Le diverse istanze finora delineate contribuiscono alla definizione di un modello didattico necessario per progettare, realizzare e valutare i processi di insegnamento/apprendimento in uno specifico ambiente, in vista del conseguimento di determinati obiettivi. La dimensione tecnologica si deve sviluppare parallelamente e sinergicamente alle ipotesi di lavoro che sono alla base della formulazione di progetti formativi (Baldacci, 2004). Partendo da questo quadro generale, l’articolo prende in esame alcune strategie d’insegnamento sperimentate, in rapporto ad ambienti sia fisici sia digitali, in alcuni corsi di studio dell’Università di Bologna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.