Nel presente lavoro verrà affrontata la tematica del traffico illecito dei beni culturali. Tematica che si è sviluppata nel corso degli anni a causa del progressivo aumento delle situazioni problematiche che coinvolgevano, e tuttora coinvolgono, diversi Paesi, seppur con ruoli differenti. Senza dubbio numerosi passi avanti sono stati fatti, grazie alla sempre maggiore collaborazione dei vari Stati, con l’adozione delle diverse convenzioni. Tuttavia, si è ancora lontani dalla predisposizione di una disciplina che sia in grado di contemplare le molteplici criticità legate al tema e che sia anche armoniosa. In questa analisi si prende avvio da una trattazione generale di due fondamentali convenzioni in materia di patrimonio culturale: la Convenzione concernente le misure da adottare per interdire e impedire l’illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà di beni culturali del 1970 e la successiva Convenzione UNIDROIT su beni culturali rubati o illecitamente esportati del 1995. Nel lavoro saranno messe in luce le peculiarità di ciascuna delle due discipline e saranno evidenziati anche eventuali aspetti critici o in comune tra i due testi. Proprio nello stesso periodo in cui venivano adottate le convenzioni sopracitate, infatti, la Comunità economica europea prima, e l’Unione europea poi, introducevano importanti strumenti per adeguare il proprio diritto ad esse e più in generale per contrastare questi traffici illeciti. Infine, un paragrafo è stato dedicato all’analisi di quattro accordi riguardanti nello specifico il nostro Paese. Si tratta di rilevanti provvedimenti bilaterali adottati nel corso degli anni con gli Stati Uniti, la Repubblica Popolare Cinese (RPC), con la Repubblica Federale Svizzera (RFS) e con gli Emirati Arabi Uniti (EAU).
Alessandra Quarta (2021). Il traffico illecito dei beni culturali: l’evoluzione dei rimedi internazionali. Bologna : Bononia University Press.
Il traffico illecito dei beni culturali: l’evoluzione dei rimedi internazionali
Alessandra Quarta
2021
Abstract
Nel presente lavoro verrà affrontata la tematica del traffico illecito dei beni culturali. Tematica che si è sviluppata nel corso degli anni a causa del progressivo aumento delle situazioni problematiche che coinvolgevano, e tuttora coinvolgono, diversi Paesi, seppur con ruoli differenti. Senza dubbio numerosi passi avanti sono stati fatti, grazie alla sempre maggiore collaborazione dei vari Stati, con l’adozione delle diverse convenzioni. Tuttavia, si è ancora lontani dalla predisposizione di una disciplina che sia in grado di contemplare le molteplici criticità legate al tema e che sia anche armoniosa. In questa analisi si prende avvio da una trattazione generale di due fondamentali convenzioni in materia di patrimonio culturale: la Convenzione concernente le misure da adottare per interdire e impedire l’illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà di beni culturali del 1970 e la successiva Convenzione UNIDROIT su beni culturali rubati o illecitamente esportati del 1995. Nel lavoro saranno messe in luce le peculiarità di ciascuna delle due discipline e saranno evidenziati anche eventuali aspetti critici o in comune tra i due testi. Proprio nello stesso periodo in cui venivano adottate le convenzioni sopracitate, infatti, la Comunità economica europea prima, e l’Unione europea poi, introducevano importanti strumenti per adeguare il proprio diritto ad esse e più in generale per contrastare questi traffici illeciti. Infine, un paragrafo è stato dedicato all’analisi di quattro accordi riguardanti nello specifico il nostro Paese. Si tratta di rilevanti provvedimenti bilaterali adottati nel corso degli anni con gli Stati Uniti, la Repubblica Popolare Cinese (RPC), con la Repubblica Federale Svizzera (RFS) e con gli Emirati Arabi Uniti (EAU).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.