Il volume finanziato dal Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e dal Comune di Bologna comprende le poesie medievali di trovatori e trovieri, conosciute da Dante e citate nel De vulgari eloquentia, che vengono proposte a partire dalle musiche (consustanziali al testo verbale) trasmesse dai manoscritti antichi e arrangiate modernamente. Nel libro si includono i testi nelle lingue originali (latino, oc, oil, sì,) si corredano di traduzione e bibliografia, trascrizioni delle musiche dai manoscritti e introduzione scientifica. I testi sono stati poi eseguiti in uno spettacolo tenuto all'antica sede dell'Università ossia la corte dell'arArchiginnasio dal maestro Romeo e dall’Ensemble Coblas esparsas (Clara Cocco, flauto; Miriam Fantacone, soprano; Elisabeth Reolid Felipe, viola; Carlo Piva, chitarra classica) alla presenza di Francesco Guccini che ha dato un'intervista agli studenti dell'università sul rapporto fra quelle poesie e la scrittura dei cantautori. Il concerto ha incluso anche musiche successive di qualche decennio (è il caso del testo eseguito di Federico II di Svevia) o ‘vestito’ con musiche originali altri testi: quelli goliardici dei Carmina Burana (che pure ebbero musica originaria e furono poi riletti nella celebre versione di C. Orff) o le liriche di Guinizzelli e Dante che, non concepite come quelle dei trovatori in sinolo con la musica – essendosi il cosiddetto ‘divorzio’ fra musica e poesia del tutto consumato –, sappiamo tuttavia che potevano assumere intonazione e peculiare musicabilità . Il termine tecnico del ‘vestire’ ricorre peraltro in Boccaccio ove se non si nomina l’amicizia con Casella – che notoriamente nella Commedia intona per Dante, dolcemente, la sua Amor che nella mente mi ragiona (Purg. II, 106-114)e : «Sommamente si dilettò in suoni e in canti nella sua giovanezza, e a ciascuno che a que’ tempi era ottimo cantatore o sonatore fu amico e ebbe sua usanza; e assai cose, da questo diletto tirato, compose, le quali di piacevole e maestrevole nota a questi cotali facea rivestire».

Brunetti, G. (2021). Poeti, trovatori, cantastorie. Il Medioevo ri-suona a Bologna per Dante. Bologna : Bononia University Press.

Poeti, trovatori, cantastorie. Il Medioevo ri-suona a Bologna per Dante

Brunetti Giuseppina
2021

Abstract

Il volume finanziato dal Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e dal Comune di Bologna comprende le poesie medievali di trovatori e trovieri, conosciute da Dante e citate nel De vulgari eloquentia, che vengono proposte a partire dalle musiche (consustanziali al testo verbale) trasmesse dai manoscritti antichi e arrangiate modernamente. Nel libro si includono i testi nelle lingue originali (latino, oc, oil, sì,) si corredano di traduzione e bibliografia, trascrizioni delle musiche dai manoscritti e introduzione scientifica. I testi sono stati poi eseguiti in uno spettacolo tenuto all'antica sede dell'Università ossia la corte dell'arArchiginnasio dal maestro Romeo e dall’Ensemble Coblas esparsas (Clara Cocco, flauto; Miriam Fantacone, soprano; Elisabeth Reolid Felipe, viola; Carlo Piva, chitarra classica) alla presenza di Francesco Guccini che ha dato un'intervista agli studenti dell'università sul rapporto fra quelle poesie e la scrittura dei cantautori. Il concerto ha incluso anche musiche successive di qualche decennio (è il caso del testo eseguito di Federico II di Svevia) o ‘vestito’ con musiche originali altri testi: quelli goliardici dei Carmina Burana (che pure ebbero musica originaria e furono poi riletti nella celebre versione di C. Orff) o le liriche di Guinizzelli e Dante che, non concepite come quelle dei trovatori in sinolo con la musica – essendosi il cosiddetto ‘divorzio’ fra musica e poesia del tutto consumato –, sappiamo tuttavia che potevano assumere intonazione e peculiare musicabilità . Il termine tecnico del ‘vestire’ ricorre peraltro in Boccaccio ove se non si nomina l’amicizia con Casella – che notoriamente nella Commedia intona per Dante, dolcemente, la sua Amor che nella mente mi ragiona (Purg. II, 106-114)e : «Sommamente si dilettò in suoni e in canti nella sua giovanezza, e a ciascuno che a que’ tempi era ottimo cantatore o sonatore fu amico e ebbe sua usanza; e assai cose, da questo diletto tirato, compose, le quali di piacevole e maestrevole nota a questi cotali facea rivestire».
2021
112
978-88-6923-805-5
Brunetti, G. (2021). Poeti, trovatori, cantastorie. Il Medioevo ri-suona a Bologna per Dante. Bologna : Bononia University Press.
Brunetti, Giuseppina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/859496
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