Il riassortimento genetico umano/aviario nei virus responsabili delle pandemie influenzali umane del 1957 (H2N2) e 1968 (H3N2), ha evidenziato l'importante ruolo degli uccelli nell'emergenza e diffusione nella popolazione umana di virus influenzali di tipo A. La via di trasmissione indiretta dell'infezione, attraverso specie mixing vessel quali il suino, è stata inizialmente ritenuta fondamentale per il salto di specie dai volatili all'uomo. Tuttavia, a partire dall'emergenza del virus A/H5N1 nel 1997, le evidenze virologiche e sierologiche di trasmissione diretta di virus influenzali dal pollame all'uomo, precedentemente sporadiche, sono aumentate risultando talora associate a infezioni letali (H5N1, H7N7). Tali eventi sottolineano, inoltre, il rischio pandemico legato a un eventuale riassortimento genetico tra Virus Influenzali Aviari (AIVs) ed umani. Al fine di valutare la possibile trasmissione di AIVs di sottotipo H5/H7 in operatori del settore avicolo italiano, è stata effettuata un'indagine sierologica per la ricerca di anticorpi specifici. Un totale di 81 sieri umani è stato incluso nello studio. Di questi, 50 sono stati raccolti nel 2005-2006 da lavoratori operanti in allevamenti avicoli free range nella provincia di Ravenna, precedentemente interessata dalla circolazione di sottotipi H5N9 e H7N1 di AIVs. Gli altri 31 sieri sono stati prelevati da lavoratori esposti al contagio, in seguito ad alcuni focolai di influenza aviaria verificatisi in allevamenti dell'Italia settentrionale e causati dai seguenti sottotipi virali a bassa patogenicità (LP): A/H7N3, Veneto, 2007; A/H5N2, Emilia-Romagna, 2007; A/H5N1, Veneto, 2008. Per la ricerca di anticorpi, è stato impiegato un test di inibizione della emoagglutinazione (HI) modificato, con emazie di equino. I 50 sieri raccolti nel 2005-2006, sono stati saggiati nei confronti di 8 diversi ceppi antigenici LP H5 e H7 (1 H5N1, 3 H5N2, 1 H5N3, 1 H5N9, 1 H7N1, 1 H7N3), isolati negli ultimi 15 anni in Italia. Nelle analisi effettuate sui campioni di siero 40 raccolti nell'ambito di specifici focolai nel pollame, gli stessi stipiti virali isolati durante il focolaio, ove possibile, sono stati impiegati come antigeni. Risultati e conclusioni. Tutti i sieri esaminati sono risultati negativi. L'elevata sensibilità del metodo HI impiegato, dovuta all'utilizzo delle emazie di cavallo, caratterizzate da una maggiore capacità di legarsi ai virus influenzali aviari rispetto a quelle di tacchino/pollo, unita ad una scelta mirata degli antigeni virali impiegati nelle prove, indicano l'assenza di anticorpi specifici anti-H5/H7 nei sieri dei soggetti esaminati. Ciò potrebbe essere dovuto a vari fattori quali la non-trasmissibilità all'uomo dei virus circolanti nei volatili o la limitata esposizione dei lavoratori dovuta alla rapida estinzione dei focolai nel pollame.

RICERCA DI ANTICORPI VERSO VIRUS INFLUENZALI AVIARI H5 E H7 IN LAVORATORI POTENZIALMENTE ESPOSTI ALL'INFEZIONE

M. A. De Marco;DELOGU, MAURO;COTTI, CLAUDIA;
2009

Abstract

Il riassortimento genetico umano/aviario nei virus responsabili delle pandemie influenzali umane del 1957 (H2N2) e 1968 (H3N2), ha evidenziato l'importante ruolo degli uccelli nell'emergenza e diffusione nella popolazione umana di virus influenzali di tipo A. La via di trasmissione indiretta dell'infezione, attraverso specie mixing vessel quali il suino, è stata inizialmente ritenuta fondamentale per il salto di specie dai volatili all'uomo. Tuttavia, a partire dall'emergenza del virus A/H5N1 nel 1997, le evidenze virologiche e sierologiche di trasmissione diretta di virus influenzali dal pollame all'uomo, precedentemente sporadiche, sono aumentate risultando talora associate a infezioni letali (H5N1, H7N7). Tali eventi sottolineano, inoltre, il rischio pandemico legato a un eventuale riassortimento genetico tra Virus Influenzali Aviari (AIVs) ed umani. Al fine di valutare la possibile trasmissione di AIVs di sottotipo H5/H7 in operatori del settore avicolo italiano, è stata effettuata un'indagine sierologica per la ricerca di anticorpi specifici. Un totale di 81 sieri umani è stato incluso nello studio. Di questi, 50 sono stati raccolti nel 2005-2006 da lavoratori operanti in allevamenti avicoli free range nella provincia di Ravenna, precedentemente interessata dalla circolazione di sottotipi H5N9 e H7N1 di AIVs. Gli altri 31 sieri sono stati prelevati da lavoratori esposti al contagio, in seguito ad alcuni focolai di influenza aviaria verificatisi in allevamenti dell'Italia settentrionale e causati dai seguenti sottotipi virali a bassa patogenicità (LP): A/H7N3, Veneto, 2007; A/H5N2, Emilia-Romagna, 2007; A/H5N1, Veneto, 2008. Per la ricerca di anticorpi, è stato impiegato un test di inibizione della emoagglutinazione (HI) modificato, con emazie di equino. I 50 sieri raccolti nel 2005-2006, sono stati saggiati nei confronti di 8 diversi ceppi antigenici LP H5 e H7 (1 H5N1, 3 H5N2, 1 H5N3, 1 H5N9, 1 H7N1, 1 H7N3), isolati negli ultimi 15 anni in Italia. Nelle analisi effettuate sui campioni di siero 40 raccolti nell'ambito di specifici focolai nel pollame, gli stessi stipiti virali isolati durante il focolaio, ove possibile, sono stati impiegati come antigeni. Risultati e conclusioni. Tutti i sieri esaminati sono risultati negativi. L'elevata sensibilità del metodo HI impiegato, dovuta all'utilizzo delle emazie di cavallo, caratterizzate da una maggiore capacità di legarsi ai virus influenzali aviari rispetto a quelle di tacchino/pollo, unita ad una scelta mirata degli antigeni virali impiegati nelle prove, indicano l'assenza di anticorpi specifici anti-H5/H7 nei sieri dei soggetti esaminati. Ciò potrebbe essere dovuto a vari fattori quali la non-trasmissibilità all'uomo dei virus circolanti nei volatili o la limitata esposizione dei lavoratori dovuta alla rapida estinzione dei focolai nel pollame.
2009
ISTISAN Congressi
39
40
M. A. De Marco ; E. Raffini ; S. Puzelli ; L. Di Trani ; M. Delogu ; C. Cotti ; M. Frasnelli ; L. Venturi ; E. Fiumana ; L. Bonfanti ; I. Capua ; I. Donatelli
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