Nel capitolo sette si tenta di dare conto dei problemi che riguardano il rapporto tra famiglie e servizi sociosanitari nella consapevolezza che si tratta di connettere due mondi che costruiscono la realtà in modo diverso e autonomo. La numerosità sempre “irritante” dei dropout e dell’attrition nei servizi è solo il sintomo di un problema più nascosto. Ne deriva una modalità di osservazione critico-riflessiva che vorrebbe “straniare” il lettore rispetto al “dato per scontato”: che i servizi davvero possano “riparare” i pazienti. Tale straniamento vorrebbe essere propedeutico a un maggior realismo rispetto al tema e, quindi, a indirizzare l’attenzione dei lettori verso un modo di pensare meno scontati.
Riccardo Prandini (2021). So che c’è una “scatola nera”, ma non ne conosco i confini. Riflessioni sulla improbabilità dei servizi sociosanitari: o della irriducibile complessità della società in cui viviamo (e che non capiamo),. Milano : Franco Angeli.
So che c’è una “scatola nera”, ma non ne conosco i confini. Riflessioni sulla improbabilità dei servizi sociosanitari: o della irriducibile complessità della società in cui viviamo (e che non capiamo),
Riccardo Prandini
2021
Abstract
Nel capitolo sette si tenta di dare conto dei problemi che riguardano il rapporto tra famiglie e servizi sociosanitari nella consapevolezza che si tratta di connettere due mondi che costruiscono la realtà in modo diverso e autonomo. La numerosità sempre “irritante” dei dropout e dell’attrition nei servizi è solo il sintomo di un problema più nascosto. Ne deriva una modalità di osservazione critico-riflessiva che vorrebbe “straniare” il lettore rispetto al “dato per scontato”: che i servizi davvero possano “riparare” i pazienti. Tale straniamento vorrebbe essere propedeutico a un maggior realismo rispetto al tema e, quindi, a indirizzare l’attenzione dei lettori verso un modo di pensare meno scontati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.