Il progetto “Ingegnerizzazione di un processo di (bio)trattamento sostenibile per l’impiego di pollina di ovaiole in sistemi agronomici a ridotto utilizzo di acqua e fertilizzanti” è stato sostenuto dalla Provincia di Ravenna, attraverso l’attivazione del tirocinio “la ricerca è di casa” nel periodo ottobre 2008 - marzo 2009, con tutor Marna Ortolani; il progetto è stato promosso da ENEA, Sezione MATING (Ingegnerizzazione di Componenti e Processi) del Centro Ricerche di Faenza e da AMEK S.c.r.l., con la collaborazione della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna, dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna sede di Forlì, ARPA Emilia- Romagna, sez. Provinciale di Ravenna. L’attività ha avuto la possibilità di proseguire, con gli stessi partner, cui si sono aggiunte aziende del gruppo Eurovo, per altri 12 mesi grazie all’approvazione del progetto “MIDA” (Manure hygIenisation Developement and Application) da parte del Consorzio SPINNER che con le sovvenzioni di Spinner 2013 sostiene l’attività svolta da Giulia Golfari. L’attività sviluppata con la sperimentazione intende mettere a punto un processo di igienizzazione delle deiezioni delle galline ovaiole (tecnicamente definite pollina), attraverso l'applicazione di nuove tecnologie biologiche (bio-trattamento), brevettate, al fine di ottenere un prodotto tecnico che non sia più una deiezione da smaltire, ma, in sintonia con la normativa europea (Reg. CE 1774/2002), un fertilizzante organico igienico e sicuro. Il metodo studiato vuole essere di pari efficacia tecnica rispetto al prodotto che si ottiene mantenendo la pollina a 70 °C per almeno un’ora (unica condizione prevista attualmente dalla legge per la commercializzazione della pollina). Superando la gestione della pollina come deiezione da smaltire non sarà più necessario correlare determinate quantità di pollina a limitate estensioni di suolo agricolo per la sua distribuzione (come prevede il Piano di Utilizzazione Agronomica degli effluenti zootecnici), così la pollina potrà rappresentare una fonte di ricavo. Tale prodotto potrà essere utilizzato in sistemi agronomici a ridotto utilizzo di acqua e fertilizzanti, permettendo un riequilibrio dei suoli e la riduzione di emissioni di anidride carbonica.

Progetto sperimentale " ingegnerizzazione di un processo di (bio) trattamento sostenibile per l'impiego di pollina di ovaiole in sistemi agronomici a ridotto utilizzo di acqua e fertilizzanti.

POGLAYEN, GIOVANNI;
2009

Abstract

Il progetto “Ingegnerizzazione di un processo di (bio)trattamento sostenibile per l’impiego di pollina di ovaiole in sistemi agronomici a ridotto utilizzo di acqua e fertilizzanti” è stato sostenuto dalla Provincia di Ravenna, attraverso l’attivazione del tirocinio “la ricerca è di casa” nel periodo ottobre 2008 - marzo 2009, con tutor Marna Ortolani; il progetto è stato promosso da ENEA, Sezione MATING (Ingegnerizzazione di Componenti e Processi) del Centro Ricerche di Faenza e da AMEK S.c.r.l., con la collaborazione della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna, dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna sede di Forlì, ARPA Emilia- Romagna, sez. Provinciale di Ravenna. L’attività ha avuto la possibilità di proseguire, con gli stessi partner, cui si sono aggiunte aziende del gruppo Eurovo, per altri 12 mesi grazie all’approvazione del progetto “MIDA” (Manure hygIenisation Developement and Application) da parte del Consorzio SPINNER che con le sovvenzioni di Spinner 2013 sostiene l’attività svolta da Giulia Golfari. L’attività sviluppata con la sperimentazione intende mettere a punto un processo di igienizzazione delle deiezioni delle galline ovaiole (tecnicamente definite pollina), attraverso l'applicazione di nuove tecnologie biologiche (bio-trattamento), brevettate, al fine di ottenere un prodotto tecnico che non sia più una deiezione da smaltire, ma, in sintonia con la normativa europea (Reg. CE 1774/2002), un fertilizzante organico igienico e sicuro. Il metodo studiato vuole essere di pari efficacia tecnica rispetto al prodotto che si ottiene mantenendo la pollina a 70 °C per almeno un’ora (unica condizione prevista attualmente dalla legge per la commercializzazione della pollina). Superando la gestione della pollina come deiezione da smaltire non sarà più necessario correlare determinate quantità di pollina a limitate estensioni di suolo agricolo per la sua distribuzione (come prevede il Piano di Utilizzazione Agronomica degli effluenti zootecnici), così la pollina potrà rappresentare una fonte di ricavo. Tale prodotto potrà essere utilizzato in sistemi agronomici a ridotto utilizzo di acqua e fertilizzanti, permettendo un riequilibrio dei suoli e la riduzione di emissioni di anidride carbonica.
2009
S.P.R.I.-N.T. 2009
23
33
Golfari G.; Dall'Ara A.; Poglayen G.; Massi P.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/84716
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