I Torque Teno Virus (TTV), appartengono ad un genere di ancora incerta classificazione definito Anellovirus. I TTV sono stati messi in evidenza per la prima volta nell’uomo nel 1997, in un paziente con epatite post-trasfusionale ad eziologia sconosciuta. Gli Anellovirus sono virus di piccole dimensioni, privi di envelope, a simmetria icosaedrica, con DNA circolare a singolo filamento e sono caratterizzati da una spiccata variabilità genetica. In tutto il mondo la prevalenza nell’uomo è estremamente elevata (80-100%) ed il virus è comunemente presente in soggetti clinicamente sani. TTV sono stati identificati anche in primati non umani, bovini, ovini, polli, cani, gatti e suini. Tutti i TTV presentano un’organizzazione genomica simile. I TTV umani e quelli suini dimostrano una identità nucleotidica di circa il 46%. La ricerca di TTV mediante PCR in sieri suini provenienti da diverse regioni geografiche ha evidenziato una prevalenza che va dal 33% al 100%. Questo lavoro ha come obiettivo la stima della prevalenza di TTV in suini allevati in Italia. Materiali e metodi. Sono stati esaminati 151 sieri provenienti da 8 aziende suinicole del Nord Italia. I campioni sono stati prelevati da animali clinicamente sani di 3-4 mesi di età (lattoni) e di 8-9 mesi (grassi). Per ciascun allevamento sono state raccolte informazioni anamnestiche relative a: dimensioni, tipologia aziendale, tipo di management, caratteristiche ambientali, metodi di profilassi e misure di biosicurezza. Il genoma virale è stato ricercato utilizzando una PCR che utilizza primers in grado di amplificare 2 domini conservati di una regione non tradotta del genoma virale. I prodotti di amplificazione sono stati visualizzati su gel di agarosio al 2%. Per confermare la loro identità, alcuni prodotti positivi sono stati sequenziati. Risultati. DNA di TTV è stato evidenziato in 37 dei 151 sieri suini testati (24,5%); in 7 delle 8 aziende esaminate era presente almeno un soggetto positivo. La prevalenza aziedale è risultata compresa tra lo 0% e il 53,3%; le prevalenze più elevate sono state riscontrate nelle aziende da ingrasso e in quelle con scarse condizioni igieniche. L’assenza di misure di profilassi igienico-sanitaria sembra essere associata ad un aumento della percentuale di soggetti positivi in allevamento. Inoltre, la prevalenza è risultata più elevata nei lattoni (33,3%) rispetto ai soggetti grassi (16,5%). Conclusioni. Il presente lavoro riporta la presenza di TTV in suini provenienti da allevamenti italiani. Non è noto se i TTV rappresentino un rischio sanitario per il suino o per altre specie. Nel presente studio, tutti gli animali esaminati erano clinicamente sani e ciò depone a favore dell’apatogenicità di questi virus. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per valutare il reale potenziale patogeno dei TTV o la loro possibile co-partecipazione a forme patologiche ad eziologia multifattoriale. Inoltre, la possibile frequente esposizione umana a ceppi di TTV provenienti da suini, dovrebbe essere valutata come potenziale rischio zoonosico.
MARTELLI F., CAPRIOLI A., DI BARTOLO I., OSTANELLO F., RUGGERI F. (2005). Ricerca mediante PCR di Torque Teno Virus (TTV) in suini allevati in Italia. ROMA : Istituto Superiore di Sanità.
Ricerca mediante PCR di Torque Teno Virus (TTV) in suini allevati in Italia
MARTELLI, FRANCESCA;CAPRIOLI, ANDREA;OSTANELLO, FABIO;
2005
Abstract
I Torque Teno Virus (TTV), appartengono ad un genere di ancora incerta classificazione definito Anellovirus. I TTV sono stati messi in evidenza per la prima volta nell’uomo nel 1997, in un paziente con epatite post-trasfusionale ad eziologia sconosciuta. Gli Anellovirus sono virus di piccole dimensioni, privi di envelope, a simmetria icosaedrica, con DNA circolare a singolo filamento e sono caratterizzati da una spiccata variabilità genetica. In tutto il mondo la prevalenza nell’uomo è estremamente elevata (80-100%) ed il virus è comunemente presente in soggetti clinicamente sani. TTV sono stati identificati anche in primati non umani, bovini, ovini, polli, cani, gatti e suini. Tutti i TTV presentano un’organizzazione genomica simile. I TTV umani e quelli suini dimostrano una identità nucleotidica di circa il 46%. La ricerca di TTV mediante PCR in sieri suini provenienti da diverse regioni geografiche ha evidenziato una prevalenza che va dal 33% al 100%. Questo lavoro ha come obiettivo la stima della prevalenza di TTV in suini allevati in Italia. Materiali e metodi. Sono stati esaminati 151 sieri provenienti da 8 aziende suinicole del Nord Italia. I campioni sono stati prelevati da animali clinicamente sani di 3-4 mesi di età (lattoni) e di 8-9 mesi (grassi). Per ciascun allevamento sono state raccolte informazioni anamnestiche relative a: dimensioni, tipologia aziendale, tipo di management, caratteristiche ambientali, metodi di profilassi e misure di biosicurezza. Il genoma virale è stato ricercato utilizzando una PCR che utilizza primers in grado di amplificare 2 domini conservati di una regione non tradotta del genoma virale. I prodotti di amplificazione sono stati visualizzati su gel di agarosio al 2%. Per confermare la loro identità, alcuni prodotti positivi sono stati sequenziati. Risultati. DNA di TTV è stato evidenziato in 37 dei 151 sieri suini testati (24,5%); in 7 delle 8 aziende esaminate era presente almeno un soggetto positivo. La prevalenza aziedale è risultata compresa tra lo 0% e il 53,3%; le prevalenze più elevate sono state riscontrate nelle aziende da ingrasso e in quelle con scarse condizioni igieniche. L’assenza di misure di profilassi igienico-sanitaria sembra essere associata ad un aumento della percentuale di soggetti positivi in allevamento. Inoltre, la prevalenza è risultata più elevata nei lattoni (33,3%) rispetto ai soggetti grassi (16,5%). Conclusioni. Il presente lavoro riporta la presenza di TTV in suini provenienti da allevamenti italiani. Non è noto se i TTV rappresentino un rischio sanitario per il suino o per altre specie. Nel presente studio, tutti gli animali esaminati erano clinicamente sani e ciò depone a favore dell’apatogenicità di questi virus. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per valutare il reale potenziale patogeno dei TTV o la loro possibile co-partecipazione a forme patologiche ad eziologia multifattoriale. Inoltre, la possibile frequente esposizione umana a ceppi di TTV provenienti da suini, dovrebbe essere valutata come potenziale rischio zoonosico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.