Il saggio analizza Hunters, una serie prodotta da Jordan Peele, regista e attore di colore noto per i suoi remake di film horror, scritta da David Weil, showrunner esordiente e nipote di sopravvissuti all’Olocausto, la cui prima stagione di dieci episodi è stata distribuita sulla piattaforma streaming Amazon Prime il 21 febbraio 2020. Ambientata prevalentemente a New York nel 1977, segue le vicende di un gruppo di ebrei, di diversa generazione, provenienza ed estrazione, che diventano cacciatori di nazisti. La serie è stata scelta per diverse ragioni, che intrecciano e rilanciano alcune delle riflessioni sottese al volume in cui questo articolo è inserito. Si tratta di una serie che mescola in modo peculiare non solo la rappresentazione di uno sterminio che non finisce - l’origine stessa della trama la soluzione finale - bensì il modo in cui la fine, come tema e insieme di figure, si regge sulle temporalità – e l’aspettualità – del racconto seriale contemporaneo. Questi due livelli si vengono a coniugare in una narrazione mossa da una caccia motivata dalla vendetta, nell’articolazione di passioni, posizioni attanziali e ruoli tematici costantemente ribaltati, che ulteriormente specificano il modo in cui Hunters racconta la ‘fine’.
Demaria, C. (2021). Finire in vendetta: Hunters e la naziexploitation. Milano : Franco Angeli.
Finire in vendetta: Hunters e la naziexploitation
Demaria, C.
2021
Abstract
Il saggio analizza Hunters, una serie prodotta da Jordan Peele, regista e attore di colore noto per i suoi remake di film horror, scritta da David Weil, showrunner esordiente e nipote di sopravvissuti all’Olocausto, la cui prima stagione di dieci episodi è stata distribuita sulla piattaforma streaming Amazon Prime il 21 febbraio 2020. Ambientata prevalentemente a New York nel 1977, segue le vicende di un gruppo di ebrei, di diversa generazione, provenienza ed estrazione, che diventano cacciatori di nazisti. La serie è stata scelta per diverse ragioni, che intrecciano e rilanciano alcune delle riflessioni sottese al volume in cui questo articolo è inserito. Si tratta di una serie che mescola in modo peculiare non solo la rappresentazione di uno sterminio che non finisce - l’origine stessa della trama la soluzione finale - bensì il modo in cui la fine, come tema e insieme di figure, si regge sulle temporalità – e l’aspettualità – del racconto seriale contemporaneo. Questi due livelli si vengono a coniugare in una narrazione mossa da una caccia motivata dalla vendetta, nell’articolazione di passioni, posizioni attanziali e ruoli tematici costantemente ribaltati, che ulteriormente specificano il modo in cui Hunters racconta la ‘fine’.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.