L’albumina è la proteina più abbondante del plasma, ove rappresenta circa il 50% del contenuto proteico (3,5-5 g/L). Essa riveste una grande importanza sia per l’omeostasi fisiologica dell’organismo, sia per le possibili modalità d’impiego clinico, soprattutto nel paziente critico. In campo epatologico, il suo utilizzo a scopi terapeutici risale agli anni ’50, quando si attribuiva all’ipoalbuminemia un ruolo preminente nella patogenesi della formazione di ascite attraverso l’alterazione dell’equilibrio tra le forze di Starling nel microcircolo intraepatico conseguente all’iponchia plasmatica. Dagli anni ’90, a seguito di una maggiore attenzione al rapporto costo/beneficio dei trattamenti medici e grazie alla una conoscenza sempre più approfondita dei mec¬canismi fisiopatologici delle complicanze della cirrosi epatica, si è assistito a una revisione critica dell’utilizzo clinico dell’albumina. Attualmente, se da una parte, è ormai riconosciuto all’albumina un ruolo fondamentale nel rimpiazzo volemico e nell’espansione del volume plasmatico, dall’altra un’attenzione sempre maggiore è rivolta alle proprietà non oncotiche di questa proteina che, in prospettiva, potrebbe allargare le indicazioni alla sua utilizzazione terapeutica.
Gelonesi E, Caraceni P, Bernardi M. (2007). L’albumina nelle malattie del fegato.. BOLOGNA : Alfa Wasserman.
L’albumina nelle malattie del fegato.
GELONESI, ERNESTO;CARACENI, PAOLO;BERNARDI, MAURO
2007
Abstract
L’albumina è la proteina più abbondante del plasma, ove rappresenta circa il 50% del contenuto proteico (3,5-5 g/L). Essa riveste una grande importanza sia per l’omeostasi fisiologica dell’organismo, sia per le possibili modalità d’impiego clinico, soprattutto nel paziente critico. In campo epatologico, il suo utilizzo a scopi terapeutici risale agli anni ’50, quando si attribuiva all’ipoalbuminemia un ruolo preminente nella patogenesi della formazione di ascite attraverso l’alterazione dell’equilibrio tra le forze di Starling nel microcircolo intraepatico conseguente all’iponchia plasmatica. Dagli anni ’90, a seguito di una maggiore attenzione al rapporto costo/beneficio dei trattamenti medici e grazie alla una conoscenza sempre più approfondita dei mec¬canismi fisiopatologici delle complicanze della cirrosi epatica, si è assistito a una revisione critica dell’utilizzo clinico dell’albumina. Attualmente, se da una parte, è ormai riconosciuto all’albumina un ruolo fondamentale nel rimpiazzo volemico e nell’espansione del volume plasmatico, dall’altra un’attenzione sempre maggiore è rivolta alle proprietà non oncotiche di questa proteina che, in prospettiva, potrebbe allargare le indicazioni alla sua utilizzazione terapeutica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.