Il saggio muove dall'interrogativo se il mediatore di commercio in età moderna poteva considerarsi un pubblico ufficiale? A mio parere è opportuno distinguere tra realtà differenti, senza ricondurre il sensale ad un modello unitario perché così non era. In Francia fin dal 1572, quello del sensale fu un vero e proprio ufficio pubblico, di nomina regia ed esercitato in regime di monopolio. Quanto alla penisola italiana non è possibile fare un discorso unitario: accanto a realtà evidentemente influenzate dalla Francia (Domini sabaudi, Regno di Napoli), ve ne sono altre (Milano e Bologna) dove tali professionisti continuarono a connotarsi per una dimensione squisitamente privatistica. Per questioni di tempo ho deciso di circoscrivere il mio intervento a queste sole quattro casistiche, emblematiche delle due situazioni tipo riscontrate in Italia, tralasciando peraltro diritti e doveri dei mediatori per concentrarmi sulla loro nomina, sul loro numero e sul divieto di esercizio della senseria per chi non era autorizzato. Le mie riflessioni trovano conclusione con la Rivoluzione francese che, nel 1791, cancellò gli uffici di sensale e di agente di cambio, proclamando la completa libertà di esercizio della professione. Una liberalizzazione della mediazione che riverberò anche nei diversi stati della penisola italiana.
Alessia Legnani Annichini (2021). Il mediatore di commercio tra professione privata e pubblico ufficio (secc. XVI-XVIII). Roma : Historia et ius - Associazione culturale.
Il mediatore di commercio tra professione privata e pubblico ufficio (secc. XVI-XVIII)
Alessia Legnani Annichini
2021
Abstract
Il saggio muove dall'interrogativo se il mediatore di commercio in età moderna poteva considerarsi un pubblico ufficiale? A mio parere è opportuno distinguere tra realtà differenti, senza ricondurre il sensale ad un modello unitario perché così non era. In Francia fin dal 1572, quello del sensale fu un vero e proprio ufficio pubblico, di nomina regia ed esercitato in regime di monopolio. Quanto alla penisola italiana non è possibile fare un discorso unitario: accanto a realtà evidentemente influenzate dalla Francia (Domini sabaudi, Regno di Napoli), ve ne sono altre (Milano e Bologna) dove tali professionisti continuarono a connotarsi per una dimensione squisitamente privatistica. Per questioni di tempo ho deciso di circoscrivere il mio intervento a queste sole quattro casistiche, emblematiche delle due situazioni tipo riscontrate in Italia, tralasciando peraltro diritti e doveri dei mediatori per concentrarmi sulla loro nomina, sul loro numero e sul divieto di esercizio della senseria per chi non era autorizzato. Le mie riflessioni trovano conclusione con la Rivoluzione francese che, nel 1791, cancellò gli uffici di sensale e di agente di cambio, proclamando la completa libertà di esercizio della professione. Una liberalizzazione della mediazione che riverberò anche nei diversi stati della penisola italiana.File | Dimensione | Formato | |
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